VENERDI’ XIV^ SETTIMANA T.O. – Mt 10,16-23 Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Matteo 10,16-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Viviamo tempi difficili in cui scure nubi si addensano all’orizzonte. Negli ultimi decenni è una delle religioni maggiormente perseguitate nel mondo, a causa del Vangelo.

In alcuni paesi, inoltre, IL RADICALISMO ISLAMICO, che nulla ha a che vedere col Corano, FOMENTA L’ODIO CHE GIUNGE AD UCCIDERE COLORO CHE INVECE IL TESTO SACRO DELL’ISLAM PROTEGGE. NELLA VECCHIA, ANTICAMENTE CRISTIANA, EUROPA, il laicismo giustifica ogni opinione… BASTA CHE NON SIA CRISTIANA.

Gesù l’aveva previsto: il discepolo non è più grande del Maestro e può essere chiamato a dare la vita per il vangelo. Scuotiamoci dal nostro cristianesimo, che va avanti ormai a furia di pantofole, divano e “zapping” e davvero torniamo AD ANNUNZIARE IL VANGELO “HIC ET NUNC –SIC ET SIMPLICITER”, dicendo semplicemente che “il Regno dei Cieli è vicino, perché Cristo si è incarnato, è morto ed è risorto PER NOI!”

Tenendo presente che l’annuncio del Vangelo non sempre è bene accolto. Lo sa bene Gesù che vedeva crescere intorno a sé ostilità e rifiuto! Perciò avverte i suoi discepoli e noi della difficoltà dell’impresa.

Pur annunciando la strada verso la felicità con parole di perdono e di pace, spesso i cristiani incontrano resistenze e persecuzione. Perciò ci viene chiesta la prudenza e l’astuzia che ci permettono di saper riconoscere coloro che non hanno nessuna intenzione di accogliere il Vangelo ma che, invece, lo avversano ferocemente. Anche attraverso forme diverse dalla persecuzione fisica. E già. Satana si è evoluto attraverso nuove forme di persecuzione: insulti, calunnie, emarginazione, indifferenza, ridicolizzazione della Fede e del peccato (ma tu ancora credi a queste cose? Ma per favore…).

Dobbiamo aspettarci lo stesso tipo di opposizione che il nostro Maestro e Signore ha ricevuto (Matteo 10:24-25), e non dobbiamo aver paura di insegnare pubblicamente le cose che Gesù insegnava (Matteo 10:26-27). Dobbiamo mantenere un’obbedienza riverente a Dio, sapendo che il Padre celeste veglia su di noi, perché Dio non abbandona mai coloro che sono fedeli a Lui (Matteo 10:28-33).

E, ahimè, la missione non è solo dura battaglia, MA ANCHE UNA SCONFITTA CERTA. Sappiamo che da che mondo è mondo, le pecore non hanno alcuna possibilità sui lupi.

Ma proprio in questa INCROLLABILE CERTEZZA DI INFERIORITA’, vediamo nelle parole di Gesù una sconfinata fiducia SULLA INARRESTABILITA’ DELL’OPERA DI DIO. Egli infatti dice di non perdere mai la fiducia in Dio “…Non preoccupatevi”. L’invito a non cadere nella trappola degli affanni, risuonato più volte in relazione ai beni materiali (Mt 6, 25-34), è valido anche quando l’uomo si scontra con il potere del male.

Gesù chiede di non cadere nella seppur legittima inquietudine. Invita invece a fidarsi di Dio e promette che “non siamo voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. E questo perché il Padre celeste non abbandona MAI i suoi figli, ma rimane con noi e ci sostiene per mezzo del suo Spirito, che ci dona il coraggio della testimonianza, e la capacità di perseverare nell’annunzio, rimanendo sempre saldi nella fede.

Non perdiamoci mai d’animo, Fratelli e Sorelle. Mai dobbiamo dimenticare le parole del salmista: “Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre” (sal 124, 1). È questa la grazia che dobbiamo chiedere nel momento dell’angoscia.

Paolo lo sa bene. Scrivendo alla sua comunità che vive a Corinto, nella 1 lettera, 1Cor 10,1-13, ben conoscendo la storia dei padri, mette in guardia i discepoli di Gesù. Se la loro perseveranza non è sino alla fine, non ci sarà per essi alcuna gloria eterna. ANCHE PASSANDO PER IL DONO DEL PROPRIO SANGUE VERSATO SULLA SUA FEDE. ANCHE QUESTA VERITÀ OGGI È STATA CANCELLATA. È COME SE GESÙ MAI AVESSE PARLATO.

  • “Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma la maggior parte di loro non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto. Ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. Non diventate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. Non abbandoniamoci all’impurità, come si abbandonarono alcuni di loro e in un solo giorno ne caddero ventitremila. Non mettiamo alla prova il Signore, come lo misero alla prova alcuni di loro, e caddero vittime dei serpenti. Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere”.

Un’ultima breve considerazione.

Il Signore ci invia come pecore in mezzo ai lupi. Indifesi, esposti agli attacchi di tutti, proprio per mostrare che siamo come Cristo. L’apostolo incarna Colui che lo manda. È Lui che perseguitano e che odiano. Ma anche noi tante volte abbiamo rifiutato e perseguitato nei nostri cuori i messaggeri del Signore.

Il Signore invia i propri discepoli come pecore in mezzo ai lupi, indifesi dinanzi alla violenza bruta di chi è accecato dall’orgoglio e dalla presunzione e con il cuore e la mente chiuso e incapace di ragionare. Per questo li invia prudenti e semplici, cioè capaci di discernere gli eventi.

Il discernimento è un aspetto fondamentale per il cristiano, per assolvere alla chiamata di cui lo ha reso partecipi il Signore e per saper leggere in ogni avvenimento l’opera di Dio, in modo da mostrare all’uomo che cammina nel tempo l’unica via di salvezza: la Croce del Signore, le sue braccia distese sul male.

TUTTO È PER LA GLORIA DEL SUO NOME. Quel nome nuovo che abbiamo ricevuto nel Battesimo è infatti il dolce nome di Cristo, grazie al quale siamo, con i discepoli di ogni generazione, il suo vessillo innalzato sul mondo. Unico pensiero che dobbiamo avere è la costanza di restare aggrappati al Signore, alla sua Vita, alla quale siamo chiamati a prendere parte.

Il discernimento semplice e prudente di ogni evento, in famiglia, al lavoro, nelle relazioni personali, ci indicherà l’occasione per rendere testimonianza. Perché la salvezza giunga ai nostri, ai suoi persecutori. Ogni istante della nostra vita diviene così un frutto preziosissimo della Passione del Signore, maturo per essere mangiato da tutti coloro che, affamati e accecati, hanno smarrito la vita. Stiamone certi, Lui ci verrà incontro e ci porterà con Lui, nel riposo che attende ogni umile lavoratore della Sua vigna.

“Sparso il seme del Vangelo mediante la sua presenza corporale, subì la passione e la morte e risuscitò, mostrando con la passione ciò che dobbiamo sopportare per la verità, con la risurrezione ciò che dobbiamo sperare nell’eternità” (S. Agostino. De civ. Dei XVIII, 49)

Dio è uno solo e uno solo è il Signore. Se apparteniamo a Lui, tutto il resto non ha più potere, perde lo splendore della divinità.

Sia Lodato Gesù, il Cristo!