VENERDI’ DELLA XXXIII^ SETTIMANA T.O. 19.11.2021 – Lc 19,45-48 “tutto il popolo pendeva dalle sue labbra”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Luca 19,45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro «Sta scritto “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché TUTTO IL POPOLO PENDEVA DALLE SUE LABBRA nell’ascoltarlo. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Dopo avere pianto sulla città il Signore entra nel tempio per predicare. Tenta ancora, osa, sfida l’inevitabile. Non si arrende, come avrei forse fatto io, non si rassegna. Anche se tutto appare inutile, anche se le sue parole riecheggiano come folli e inutili, parla.

Lo fa con passione, con durezza, con un gesto talmente forte che susciterà la reazione rabbiosa dei sacerdoti e degli scribi che ne decreteranno la morte.

Chiede di non riporre fiducia in quelle pietre, in nessuna pietra. Ricorda a tutti che il rapporto con Dio non è un mercanteggiare con lui dei favori.

Va all’essenziale, ad un popolo stordito dalla gloria del tempio e dallo sfarzo delle liturgie richiama la vita interiore, la vita spirituale, essenziale e dimessa.

Parla di un Dio vicino ad un popolo, di un Dio che è AMORE, ma sente invece parlare dai sacerdoti, dell’inaccessibilità dell’uomo al divino. Gesù parla di CONVERSIONE a gente che sente solo parlare di sacrifici.

Ma non si perde d’animo il Nazzareno!

Perché difende il vero volto del Padre, che è AMORE PURO E DISINTERESSATO. Che vuole il bene dei suoi figli e non i SACRIFICI.

La folla pende dalle sue labbra, è affascinata.

Ma non basterà, purtroppo.

Quel popolo che lo ama non sarà in grado di salvarlo dalle perverse e sottili logiche del potere religioso, dimentico della verità.

Di quella VERITÀ CHE CI RENDE LIBERI per diventare finalmente credenti.

Di cui Gesù è IMMAGINE. Egli è davvero la verità in persona.

Le sue parole sono SEMPRE sferzanti, contro chi arriva per fino a profanare la sacralità della casa di Dio pur di far soldi e mercato.

E il suo “dire” coincideva, SEMPRE, totalmente con il suo “essere“, che la sua persona esercitava un fascino sulla gente, che estasiata “… pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo“.

La gente lo ascolta volentieri, lo ascolta con sorpresa, lo ascolta con desiderio, lo ascolta pendendo letteralmente dalle sue labbra e dalle sue parole.

Lo ascolta con quell’ascolto innamorato e sorpreso che loro, potenti e gerarchi, non hanno mai fatto.

Nessuno dei potenti di allora -e di oggi- si è mai posto il problema se ascoltarli.

Ma essi si sentono ascoltati dal Maestro, Gesù, il Figlio di Dio.

I capi dei sacerdoti e gli scribi, le gerarchie religiose, da secoli e secoli, che parlavano al popolo per trasmettere la Parola di Dio, erano riusciti a compiere qualcosa di veramente terribile.

Erano riusciti a rendere LONTANA E NOIOSA -E INUTILE- LA PAROLA DI DIO ALL’ORECCHIO E AL CUORE DELLA GENTE.

Pur essendo DEPOSITARI DEL PIU’ GRANDE DEI DONI, avendo in mano la Parola più sorprendente di tutta la storia umana, ERANO riusciti a essere LONTANI, INUTILI, DANNOSI.

Avevano fatto diventare piatta e monotona la vetta più elevata della sapienza e della conoscenza umana.

E pur predicando la proposta salvifica, graziosa e apportatrice di gioia e di una bellezza mai sentita, erano riusciti a provocare nella gente, SOLO fastidio e insofferenza, ALLONTANANDO DA ESSA IL DOLCE SUONO DIVINO CHE LA PAROLA DI DIO CONTENEVA.

Ma ancor di più. Perché al peggio non c’è mai fine, diceva mio padre.

Erano riusciti a far diventare pesante e motivo di paura la grazia trasparente della Parola più leggiadra che esista.

Pur possedendo la parola più luminosa e illuminante che sia mai esistita, dedicata al risveglio dell’uomo, sono riusciti ad addormentare e a intontire le coscienze degli uomini per millenni.

Sono riusciti a essere incolori e impersonali con la Parola più rivelatrice, personale, potente, fresca, innovatrice che l’uomo abbia mai conosciuto.

Riuscendo a stancare la gente in modo così perfetto e capillare, da trasformare quella sorgente cristallina, della Parola di Dio, in uno stagno limaccioso, maleodorante, triste e inavvicinabile.

E che risultato hanno ottenuto? Che quelli che li ascoltano ancora o sono sordi o costretti dalla paura.

E certamente lo hanno fatto non per mancate capacità oratorie, il che è ancor più brutto.

Nessuno più pende dalle labbra della gerarchia religiosa e politica, perché la gerarchia religiosa e politica ha fatto di tutto per far pendere il popolo non dalle labbra lussureggianti della Parola di vita, ma dalle azioni delle banche, dal potere economico, dalla schiavitù del denaro.

Gesù grida a costoro, in faccia, il motivo del loro fallimento “la mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri”.

Si possono far tacere tutte le voci scomode, ma rimane difficile far tacere Lui. Ci hanno provato, ma non ci sono riusciti né con i chiodi né con la pietra tombale.

E Noi?

Pur non potendo condividere la Grazia di vederlo e ascoltarlo alla maniera dei contemporanei, anche noi possiamo vivere il dono fondamentale che è la GRAZIA dell’ASCOLTO.

SI, È GRAZIA. Perché CREDO FERMAMENTE che non accontentarsi di udire o leggere distrattamente la Parola del Signore, ma impegnarsi con tutto il cuore al suo ascolto è veramente una Grazia.

È quella Grazia che dà senso, importanza ed è l’essenza di un amore di Dio attivo nelle nostre giornate.

Ecco perché tutta la nostra vita deve essere una implorazione a far sì che il nostro cuore diventi capace di ascolto di quella Parola che è vita, apprezzando e volendo momenti di silenzio.

Perché ascoltare la PAROLA è respirare spiritualmente e vivere con l’autenticità e verità di chi, proprio perché l’ha ascoltata in cuore, vuol metterla in pratica.

E mi piace ricordarVI ciò che la Conferenza Episcopale Italiana, nella “LETTERA AI CERCATORI DI DIO” – edita nel Giugno 2009, ha detto a tal proposito:

  • Chi ama la Parola, sa quanto sia necessario il silenzio, interiore ed esteriore, per ascoltarla veramente, e per lasciare che la sua luce ci trasformi mediante la preghiera, la riflessione e il discernimento: nel clima del silenzio, alla luce delle Scritture, impariamo a riconoscere i segni di Dio e a riportare i nostri problemi al disegno della salvezza che la Scrittura ci testimonia“.

Ma c’è un altro aspetto.

Quel Gesù, che abbiamo visto poco, fa nel proclamare le Beatitudini e che aveva detto “…beati i miti”, in queste righe di Vangelo sembra esattamente l’opposto della mitezza.

Ma dobbiamo tener presente che, come vediamo nei grandi quadri dei Pittori rinascimentali, non è tutta luce né tutta tenebra, ma nella realtà quotidiana esiste l’alternarsi di esse. Ed è proprio quello che esprime la forza e la bellezza dell’opera d’arte.

Pensiamo a quel grande maestro che è MICHELANGELO MERISI, detto il CARAVAGGIO, che tra luci ed ombre, si gioca opere come

  • LA CONVERSIONE DI PAOLO, 1600
  • LA VOCAZIONE DI SAN MATTEO,1600
  • IL MARTIRIO DI SAN MATTEO, 1600
  • LA DEPOSIZIONE, 1603
  • LA CROCIFISSIONE DI PIETRO, 1600
  • LA MORTE DELLA VERGINE, 1606
  • LA DECOLLAZIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA, 1608

…solo per citarne qualcuna.

Gesù scaccia dal luogo sacro quei disgraziati che avevano molto più a cuore la sete dei soldi che il rispetto, la venerazione per un luogo dove da tempo si svolgevano riti sacri.

Da un posto che è LUOGO DI INCONTRO col Creatore, a cui va la LODE e in cui deve regnare il RISPETTO DELLA VITA, a qualsiasi livello.

Perché la vita, anche quella di un solo filo d’erba, ha la sua sacralità proprio perché è dono di Dio. Guai se la stringiamo e la soffochiamo nelle nostre mani.

L’apparato sacerdotale del tempio, invece, proprio così aveva fatto.

Fratelli e Sorelle, io credo che dobbiamo allora interrogarci severamente sulla nostra fede. E vedere se a volte anche noi finiamo per ridurre le nostre parrocchie a mercato, quando invece di fornire talenti a servizio degli altri, diventiamo manifestazione di potere, facendo il bello e il cattivo tempo.

Dio non voglia che Gesù debba cacciare anche noi dalla sua casa di preghiera!

E vorrei lasciarvi con due parole, quella di un Padre della Chiesa, San Giovanni Crisostomo arcivescovo e teologo bizantino 349 – 407:

  • “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Dopo averlo onorato in chiesa, non disprezzarlo quando è coperto di stracci fuori della porta della chiesa. Colui che ha detto “questo è il mio corpo” ha detto anche “questa è la mia fame”. Che importa che la mensa del Signore scintilli di calici d’oro, mentre lui muore di fame? Che senso ha offrirgli porpora e oro, e rifiutargli un bicchiere d’acqua? Rendi bella la casa del Signore, ma non disprezzare il mendicante, perché il tempio di carne di questo fratello è più prezioso del tempio di pietre.”

E quella di un grande Papa, Benedetto XVI’:

  • “Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura”.

Tratto da Joseph Ratzinger, “Guardare a Cristo”

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!