… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. VOI SIETE MIEI AMICI, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nell’antichità, l’amicizia era stimata al di sopra di ogni cosa ed era considerata qualcosa di raro. Certamente non aveva la valenza insignificante che le attribuiamo oggi. Tanto è vero che in questo brano Cristo ha chiamato “amici” i suoi discepoli. E per provare che non esiste amore più grande del suo, egli ha fatto conoscere loro tutto quello che ha udito dal Padre ed alla fine, Agnello e Sacerdote, ha offerto la propria vita per i suoi amici.
Ci ha mostrato che l’amicizia supera ogni barriera (etnica, linguistica, sociale), anzi unisce nella concordia e nella pace. Pur provenendo da ambienti e culture diverse, i cristiani sono uniti nel cuore e nello spirito e per questo possono rispettarsi e amarsi per davvero. Questo significa essere “cattolici”, ovvero universali.
AL MOMENTO IN CUI GESÙ PRONUNZIA LE PAROLE DEL BRANO ODIERNO, AVVIENE L’ECATOMBE: Cristo ci chiede di ottemperare ad un solo comando, un solo precetto. Come si fa con un colpo di spugna, in una frazione di secondo vengono spazzate via le 613 MITZVOTH, i 613 adempimento della Legge, che il pio israelita doveva per forza osservare. E vengono spazzate via anche le 10 parole donate da Mosè sul Sinai. E anche il doppio comandamento consegnatoci dai Sinottici.
Secondo Giovanni Gesù dona un unico comandamento un solo comando: amarci dell’amore con cui siamo amati dal Signore.
Non dobbiamo dimenticare mai che siamo stati scelti dalla tenerezza di Dio per diventare suoi AMICI e suoi TESTIMONI, per raccontare ad ogni uomo la novità di un Dio che si dona e che dona la vita. Questo amore riponiamolo al centro della nostra predicazione, della nostra catechesi, di ogni azione pastorale perché sia il motore e l’anima della Chiesa. Solo così potremo rendere vivo e credibile il vangelo: rendendolo attuale e vivo con l’amore che ci doniamo. Siamo chiamati a CANTARE LA SUA AMICIZIA. Un dono immenso a cui l’uomo non è abituato.
Ce lo racconta la Scrittura Santa. Ovviamente ne facciamo solo un piccolo accenno:
- IL PROFETA AMOS, al capitolo 3,1-8) ci rivela che GLI AMICI DI DIO SONO I SUOI PROFETI. E siccome sono amici, egli Lui rivela loro ogni cosa. Nulla fa senza prima aver parlato con loro. “Ascoltate questa parola, che il Signore ha detto riguardo a voi, figli d’Israele, e riguardo a tutta la stirpe che ho fatto salire dall’Egitto: «Soltanto voi ho conosciuto tra tutte le stirpi della terra; perciò io vi farò scontare tutte le vostre colpe. Camminano forse due uomini insieme, senza essersi messi d’accordo? Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda? Il leoncello manda un grido dalla sua tana, se non ha preso nulla? Si precipita forse un uccello a terra in una trappola, senza che vi sia un’esca? Scatta forse la trappola dal suolo, se non ha preso qualche cosa? Risuona forse il corno nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore? In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo piano ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi non tremerà? Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterà?”
- IL PROFETA MICHEA, invece ha una esperienza negativa che ci mostra al capitolo 7,5-6, dove ci mette dinanzi ad un mondo corrotto nel quale l’amicizia è morta: “Non credete all’amico, non fidatevi del compagno. Custodisci le porte della tua bocca davanti a colei che riposa sul tuo petto. Il figlio insulta suo padre, la figlia si rivolta contro la madre, la nuora contro la suocera e i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua”.
- L’EVANGELO DI LUCA, al caputolo 22,7-13 ci rivela che GIUDA NON È AMICO DI GESÙ. Non è nella sua verità. QUESTO CI SUGGERISCE CHE SE UNO VUOLE ESSERE AMICO DI GESÙ, INNANZITUTTO DEVE AMARE LA SUA PAROLA, CHE È VIA, VERITA’ E VITA. “Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Qual è l’insegnamento che ne possiamo trarre, allora?
Sta nel fatto che chi vuole ricevere le rivelazioni di Gesù, DEVE DIVENIRE SUO AMICO, dimorando nella sua Parola. NON SOLO A CHI VIVE NELLA PAROLA SI MANIFESTA E SI RIVELA IL FIGLIO, ANCHE IL PADRE SI MANIFESTA E SI RIVELA. GLI SVELA IL SUO CUORE.
L’AMICIZIA IL DONO PIU’ GRANDE…CHE CONTIENE L’AMORE, LA FEDELTA’, LA CONDIVISIONE DELLA PROPRIA VITA, E, SE NECESSARIO IL PROPRIO SACRIFICIO.
Ma è anche quella parola che gli ebrei prima e i cristiani dopo, non hanno mai compreso.
Invece a volte essa è stata ben compresa dai pagani o dai non credenti. Ve ne voglio dare una prova offrendovi ciò che in merito ebbe a dire un grande oratore, il ProConsole romano, Marco Tullio Cicerone, vissuto tra il 106 e il 43 a.C. che ebbe a dire, con una pennellata di poesia che è quasi un dipinto degno del Caravaggio:
“Coloro che eliminano dalla vita l’amicizia, eliminano il sole dal mondo”.
Sia Lodato Gesù, il Cristo!