VENERDI’ 3^ SETTIMANA DI PASQUA – Gv 6,52-59 In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Parola del Signore

Mediti…AMO

La nostra unica possibilità di vivere in eterno, nella Gerusalemme del cielo sta nell’obbedienza di Fede a questo comando del Signore “Prendete, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”, che resta ed È IL MISTERO DELLA FEDE.

Ma nella mia e nella nostra ottusità questo mistero sembra esercitare sempre meno il suo fascino. Siamo affascinati solo dalle guarigioni miracolose con l’imposizione delle mani, dai racconti fantasiosi delle esperienze post-mortem. Siamo sempre pronti a correre da questo o quel santone, o cartomante, o appresso a questa o a quella apparizione, mai confermata dalla Chiesa. E dimentichiamo sempre che il Signore critica questo desiderio di miracoli spettacolari, DA CUI NON CI DERIVERA’ NÉ LA SALVEZZA, NÉ LA VITA ETERNA. La avrà invece solo “colui che mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna” … Cristo è, per nostra colpa, ancora assente dal mondo, dalle nostre vicende, dalle nostre storie… è ancora chiuso nei tabernacoli o relegato nei cieli! E VA SEMPRE PEGGIO.

Siamo in una società ove IL DIO UNO E TRINO, NON HA CITTADINANZA!

Ormai non ci interessa più VERAMENTE, LA SUA PAROLA, I SUOI INSEGNAMENTI, LA SUA OFFERTA DI SALVEZZA.

CI BASTIAMO SOLO NOI E LA NOSTRA ARROGANZA!

Altroché mangiare il suo Corpo e bere il suo sangue, per entrare in intima comunione con LUI (il sangue è segno della vita e della vitalità, la carne il segno della debolezza). Per incontrare Dio dobbiamo essere intimamente uniti a Cristo, per la potenza dello Spirito Santo (ALTRO GRANDE SCONOSCIUTO) e diventare suoi AMICI, e fidarci della SUA PAROLA, nutrirci della SUA PRESENZA nel SEGNO DELL’EUCARESTIA.

Perché è solo Gesù che ci dice CHE LUI E SOLO LUI CI DONA LA VITA ETERNA. In questo testo biblico, mangiare (in greco “phàgô” o “esthíô”) diventa “masticare, triturare con i denti (in greco “trôgô”). Dobbiamo masticare bene la sua carne, per assimilarla bene, in modo da ricevere la sua energia vitale. E FACENDO CIÒ ABBIAMO LA CERTEZZA DI DIMORARE IN LUI, CIOÈ ESSERE IN COMUNIONE DI QUELLA VITA CHE È PROPRIA DELL’AMORE. L’amore non è con-fusione, per cui uno sopprime l’altro, L’AMORE È COMUNIONE: RECIPROCO DIMORARE L’UNO NELL’ALTRO, ABITARE ED ESSERE ABITATI DALL’ALTRO.

Solo “masticando” bene Lui potremo vivere di lui, da lui e per lui: solo così l’amato diventa la vita di chi lo ama e con Paolo potremo affermare con gioia “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”(Gal 2,20): perché saremo ormai parte di quel grande e fecondo Mistero che è l’Amore!

Ma vorrei portare anche la vostra attenzione sul testo, entrando in poco più in profondità.

Quanto Gesù dice ai Giudei è sconvolgente, perché abolisce ogni prescrizione della LEGGE antica sul SANGUE. Essa imponeva l’uccisione di tutte le vittime che dovevano essere sgozzate e le cui carni andavano mangiate. IL SANGUE ERA DI DIO. Lo si versava o sul suo altare o nella terra. Berlo era già una condanna a morte. Era appropriazione della vita che è di Dio.

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla agli Israeliti dicendo: “Non mangerete alcun grasso, né di bue né di pecora né di capra. Il grasso di una bestia che è morta naturalmente o il grasso di una bestia sbranata potrà servire per qualunque altro uso, ma non ne mangerete affatto, perché chiunque mangerà il grasso di animali che si possono offrire in sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sarà eliminato dal suo popolo. E non mangerete affatto sangue, né di uccelli né di animali domestici, dovunque abitiate. Chiunque mangerà sangue di qualunque specie, sarà eliminato dal suo popolo”». (Lev 7,22-27).

Questa regola era di strettissima osservanza per ogni figlio di Israele. Di sangue e di carne umana neanche a sentirne parlare. Le parole di Gesù sono di una realtà così cruda, così vera, da chiedere la radiazione della loro stessa religione fondata essenzialmente sul dono del sangue da offrire a Dio. È importantissimo passare dalla Fede nella parola di Mosè ALLA FEDE NELLA PAROLA DI CRISTO SIGNORE. Occorre abbandonare tutta quella liturgia fatta di olocausti, sacrifici di espiazione e di comunione ed entrare in una nuova liturgia: LA COMUNIONE REALE CON LA CARNE E IL SANGUE DI GESÙ. Non si tratta di aggiustare, modificare, aggiornare qualcosa o di fare un restyling di quella Antica. Dal sangue dei capri e dei vitelli SI DEVE PASSARE AL SANGUE DEL FIGLIO DI DIO. Ragion per cui la comunione non è più con animali, ma è con lo stesso Dio che realmente ci dona la vita e concretamente ci offre il suo sangue per la nostra vita.

Gesù vive per il Padre, e porta l’Antica legge a compimento nel suo corpo, nella sua anima, nel suo spirito, nel suo cuore, tutte le parole del Padre, anche quelle che annunziavano la sua indicibile sofferenza, il suo olocausto per l’espiazione dei peccati. Lo attesta la Scrittura “…Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,16-21). Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie (Mt 8,16-17).

Il testo della profezia rivela che tutte le colpe del mondo si sono abbattute su di lui.

Non c’è parola né dei Salmi, né della Legge, né dei Profeti che non abbia ricevuto IN LUI il compimento. ECCO IL FINE DELL’EUCARISTIA: DARE VITA IN NOI AD OGNI PAROLA DI GESÙ CONTENUTA NEL VANGELO. Il discepolo mangia Cristo per dare vita alla Parola di Cristo. Deve sempre accostarsi all’Eucaristia con forte desiderio di dare a Cristo la più grande gloria: DELLA SUA PAROLA SI PUÒ VIVERE. Il discepolo, fortificato dal suo corpo e dal suo sangue, attesta che tutto il Vangelo può trasformarsi in vita.

Facciamo nostra la preghiera di un grande testimone della Fede, Padre Turoldo, che diceva “Cristo, mia dolce rovina, gioia e tormento insieme tu sei. Impossibile amarti impunemente. Dolce rovina, Cristo, che rovini in me tutto ciò che non è amore, impossibile amarti senza pagarne il prezzo in moneta di vita! Impossibile amarti e non cambiare vita e non gettare dalle braccia il vuoto e non accrescere gli orizzonti che respiriamo.”

Sia Lodato Gesù, il Cristo!