… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore
Mediti…AMO
Tutti a Gesù ponevano domande, a cui, tranne casi rarissimi (Mc 11:27-33), il Signore si preoccupava di rispondere sempre, per poter così istruire e per far conoscere la volontà del Padre suo e Nostro.
Oggi Gesù riconduce la storia della salvezza al suo punto di partenza, qui, nella Giudea, oltre il Giordano, perché la promessa fatta ad Israele, qui, in Israele, doveva trovare il suo compimento.
Finora Gesù aveva tenuto le distanze da Gerusalemme, ora tutto il suo andare è a Gerusalemme. Chi vuol conoscere la potenza del suo Amore deve seguirlo in questo santo viaggio, col cuore, PER ENTRARE NEL MISTERO DELLA SUA MORTE E RISURREZIONE.
Quanto più si avvicina alla città santa, tanto più duro è il confronto con gli uomini della Legge, che ormai sono in guerra aperta contro Gesù. Ormai gli stessi neppure tentano più di dissimulare la loro ostilità. È TUTTO PIÙ SPREGEVOLE ANCORA.
Infatti fanno esaltare la nobiltà della loro causa e della loro lotta, tanto che agli occhi degli israeliti sembra lo facciano per difendere la Legge di Dio.
Siccome sanno che è difficile confutare il maestro quando la Legge è di immediata comprensione, cercano allora di addentrarsi dove essa è più incomprensibile. Dove ci sono possibili molteplicità di letture, di cui nessuna è di per sé esaustiva e soddisfacente.
Sleali e arroganti come sono sanno bene che è meglio spostare il confronto dal piano assoluto della verità al piano delle opinioni personali, che si possono sempre attaccare e contestare.
Ma Gesù legge nei loro cuori e nelle loro menti e non si lascia trarre in inganno. Usa la sua arma invincibile: LA PAROLA DI DIO, DI CUI EGLI È IL VERBO INCARNATO E VIVENTE.
E ancora una volta ci mostra che la Parola di Dio non si può comprendere se non nella sua totalità e globalità. Mai estrapolarne letture parziali e frammentarie che traggono in inganno e portano a conclusioni sbagliate.
E questo perché la Scrittura santa ha un suo metodo di lettura: VA LETTA DALL’INIZIO E NELLO SPIRITO DI COLUI CHE L’HA ISPIRATA… DIO.
E, proprio tornando all’inizio, troviamo che l’uomo fu creato da Dio maschio e femmina. L’unione dell’uomo alla donna non si giustifica se non per l’originale progetto divino che non conosceva divisione o rottura di sorta all’interno di essa “…per questo lascerà un uomo il padre e la madre e aderirà alla moglie e saranno due in una sola carne”.
Gesù sogna una coppia che sia il riflesso della fedeltà di Dio.
Nel giardino dell’Eden l’unità è un dato di fatto. Ed è questo che giustifica l’abbandono del padre e della madre, perché non più assolutamente necessari all’unità della famiglia, ogniqualvolta si forma una nuova famiglia.
Dopo il peccato d’origine l’unità è perduta, ma va recuperata nell’obbedienza alla Parola, secondo la volontà di Dio.
Anche se l’uomo non si trova più unito alla donna in modo di per sé indissolubile, tale vincolo è sancito dalla Legge, come una vocazione e un necessario ritorno alla realtà originale. Per Dio uomo e donna non possono unirsi se non per essere una sola carne. Dunque ciò che Dio ha unito uomo non separi, neppure con la volontà e con l’intenzione.
San Girolamo, il grande traduttore della Scrittura santa ci ricorda che “…Dio congiunse l’uomo e la donna facendone un’unica carne: quest’unica carne l’uomo non può dividerla, ma forse solo Dio. L’uomo divide quando, per il desiderio di unirsi a una seconda moglie, ripudia la prima. Dio divide, egli che ha congiunto, quando, col consenso di lei e a motivo dell’ossequio che rendiamo a Dio (e per il tempo in cui siamo a tale ossequio obbligati), viviamo con la moglie come se non l’avessimo”.
Ma essi muovono questa affermazione “…perché allora Mosé comandò di dare un libello di ripudio e di rimandare?”
E a questo punto scatta la trappola.
Se il legame tra l’uomo e la donna è indissolubile, perché mai la stessa Legge mosaica consente di dare il libello del ripudio e di rimandare?
Si illudono di poter far cadere Gesù, mettendo in evidenza le contraddizioni della Legge mosaica, come se queste rimandassero ad una diversa lettura e ad una diversa interpretazione.
In realtà le apparenti incongruenze della Legge non manifestano alcuna contraddizione in chi ha dato la Legge, semmai l’ambiguità ed il peccato di coloro per i quali fu data la Legge.
La Parola di Dio non è soggetta a pentimento e a mutamento alcuno, ma deve confrontarsi con la durezza del cuore dell’uomo, che non vuole comprendere né essere guarito. Soltanto in quest’ottica possiamo comprendere le norme transitorie contenute nella Legge.
E il Maestro rispose loro “…Mosé per la vostra durezza di cuore permise a voi di rimandare le vostre mogli, all’inizio però non fu così”.
Nessun ravvedimento e ripensamento da parte di Dio, ma semplicemente la presa di coscienza di un dato di fatto: l’uomo non vuole rispettare la Legge, e può arrivare fino all’omicidio pur di liberarsi della propria moglie, allorché non è più oggetto di passione. Per evitare un male più grande Dio tollera un male più piccolo: meglio rimandare la moglie con un atto pubblico, piuttosto che sottoporla ad ogni sorta di angherie. MA DALL’INIZIO NON FU COSÌ, NÉ ERA TALE IL PROGETTO DIVINO.
Mentre l’uomo sceglie la via più larga e più facile, Gesù ci riconduce alla via più stretta e più difficile, che non si può percorrere da soli, ma con Lui e per Lui, alimentati e sorretti dalla sua GRAZIA.
Ed è veramente strano che gli scribi e i farisei nulla abbiano a ridire e ad aggiungere. Tacciono, ma non perché consentono, MA PER RIBADIRE IL LORO DISTACCO DA UN’INTERPRETAZIONE DELLA PAROLA COSÌ FOLLE E SUICIDA CHE NON LASCIA SPAZIO ALLE RAGIONI DELL’UOMO. Ma la parola di Dio non si pronunzia mai invano, se non per gli increduli: ma c’è chi dalla stessa parola ne viene illuminato e riceve stimoli a ben operare.
L’argomento è sempre di estrema attualità nei secoli. Anche se spesso nascono usi e costumi non esistenti nei secoli passati, che danno luogo ad esempio all’istituto della CONVIVENZA.
Non a caso moltissimi oggi preferiscono convivere che sposarsi, perché non amano l’incognita del VINCOLO MATRIMONIALE. Sostenendo l’assai poco credibile idea che L’AMORE NON PUO’ ESSERE VINCOLATO “A UN PEZZO DI CARTA”.
E la legislazione non aiuta. AVENDO PERSO LE SUE RADICI CRISTIANE, LA LEGGE SI STA INDIRIZZANDO VERSO LA PARITÀ MATRIMONIO – CONVIVENZA.
Dal vivo, i discepoli colsero perfettamente il tenore della risposta di Gesù. Sorprende che oggi molti non siano in grado di fare altrettanto e non capiscono che il divorzio non è un problema giuridico, e neppure morale, ma sostanziale: è possibile costruire una coppia che vede il proprio percorso come una vocazione a rendere presente il Dio dell’amore.
Scommettere su una capacità d’amore eterno che sa rigenerarsi, questo è il sogno più grande di Dio… bello, assoluto, definitivo.
Il sogno d’un amore che va al di là della passione, che è molto di più di un vuoto colmato, di gesti, parole o presenza. Ove non ha ragion d’essere il dubbio e il per sempre è implicito. Dove non c’è legge di uomini che importi, perché siamo su un altro piano.
E vi lascio in compagnia di una gigante della Contemplazione, Vergine, Dottore della Chiesa e carmelitana che ci illumina e ci ricorda il senso del nostro cammino. Fu proclamata prima Beata, il 29 aprile 1923 e poi santa dal medesimo Papa PIO XI, il 17 maggio 1925:
SUOR TERESA DI GESÙ BAMBINO E DEL VOLTO SANTO, detta DI LISIEUX, al secolo MARIE-FRANÇOISE THÉRÈSE MARTIN (Alençon, 2 gennaio 1873 – Lisieux, 30 settembre 1897), patrona del Missionari e Patrona di Francia e nel 1997, nel centenario della sua morte, fu proclamata dottore della Chiesa, terza donna, a quella data, a ricevere tale titolo dopo Caterina da Siena e Teresa d’Avila.
- “Gesù ha posto dinanzi ai miei occhi il libro della natura e ho compreso che tutti i fiori che Egli ha creato sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del giglio non tolgono il profumo della violetta o la incantevole semplicità della pratolina…
- Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose, la natura perderebbe il suo aspetto primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fiorellini…
- Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù.
- Egli ha voluto creare i grandi santi che possono essere paragonati al giglio e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli e questi devono accontentarsi di essere delle pratoline o delle violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi.
- La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere ciò che egli vuole che noi siamo…”
TUTTO QUESTO SOLO SE CONFIDIAMO NELLA GRAZIA DIVINA.
Ragioniamoci sopra…..
Sia Lodato Gesù, il Cristo!