Ss.MARTA, MARIA E LAZZARO – GIOVEDI’ 17 SETTIMANA T.O – Luca 10,38-42 – Marta… Marta…
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore
Mediti…AMO
Oggi la Chiesa celebra la splendida memoria di Maria, sorella di Lazzaro e Marta, passata alla storia per una cena fra amici…
Gesù andava volentieri a Betania, in casa dei fratelli Marta, Maria e Lazzaro e lì si intratteneva per avere un po’ di pace familiare.
- 20 Allora Marta quando udì che Gesù veniva gli andò incontro, Maria invece sedeva in casa.
Due modi diversi di attendere la venuta di Gesù, ma un’unica fede:
- MARTA È FIGURA DELL’INQUIETUDINE DELLA FEDE: non riesce ad attendere con pazienza, cerca una presenza sensibile di Cristo.
- MARIA È FIGURA DI UNA FEDE PIÙ MATURA E PIÙ ABBANDONATA NELLE MANI DEL SIGNORE. Che non dipende da colui che corre e da colui che vuole, ma solo da Dio che usa misericordia, TANTO VALE ATTENDERE IN PREGHIERA, SEDUTI NELLA CASA DEL SIGNORE CHE È LA CHIESA..
La Chiesa è vera, cammina di luce in luce, solo se è assidua nell’ascolto della Parola di Gesù che viene ad essa dagli Apostoli del Signore. Senza ascolto non vi è Chiesa.
Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati (At 2,42-47).
La Chiesa per camminare di verità in verità, di luce in luce deve anche sapersi ascoltare. Una Chiesa che non ascolta sé stessa è destinata ad immergersi nelle tenebre, nel buio, nel pensiero degli uomini. Beata quella che ogni giorno si pone in umiltà e si ascolta. Beato quel discepolo di Gesù che ascolta un altro discepolo.
La cena di cui parla Luca è stata interpretata dai cristiani come una contrapposizione fra due modi di intendere la fede: quella operativa e trafficona, rappresentata da Marta, e quella contemplativa e orante, rappresentata da Maria.
E visto che i commenti al vangelo li hanno sempre fatto gli oranti, indovinate com’è finita? Gesù non contrappone affatto le due sorelle ma invita il discepolo ad imitarle. Oggi, allora, rendiamo onore all’operosità di Marta che si è data da fare per mettere nel piatto qualcosa da mangiare.
E tiriamo fuori la “Marta” che c’è in noi, lavorando, impegnandoci, rimboccandoci le maniche, dedichiamo del tempo all’annuncio e qualche piccolo servizio alla comunità senza “marte” la Chiesa evapora…
Quanta retorica ha farcito questa pagina!
Una scorretta interpretazione dei Vangeli ha, nel passato, contrapposto le due sorelle che, invece sono i due binari su cui corre il treno della fede.
Non esiste una meditazione che non sfoci nell’azione. È sterile un servizio che non attinga forza dalla preghiera.
L’Ascolto di Dio, di Gesù, dello Spirito Santo, della Madre Celeste, della Chiesa, è fondamentale perché si possa conoscere ciò che il Signore vuole da noi. Ma poi, ciò che vuole BISOGNA FARLO!
Nei confronti Marta, attenta ai bisogni dell’ospite, concreta nel preparargli una cena sicuramente gradita, il dolce rimprovero di Gesù non è certo indirizzato alla sua azione, MA ALLA PREOCCUPAZIONE, ALL’AGITAZIONE CHE HANNO CARATTERIZZATO LA BUONA INIZIATIVA DI MARTA.
Siamo chiamati ad agire, certo, e a rendere concreta la nostra fede ma con uno sguardo continuamente rivolto al Signore: è lui l’origine del nostro servizio, lui la motivazione, lui il premio.
Quante sciocchezze sono state dette, come se solo l’ascolto e il silenzio sono graditi a Dio, finendo con lo stilare una serie di classifica dei discepoli, che di conseguenza vede prima I CONTEMPLATIVI e poi TUTTI GLI ALTRI. E, ahimè, abbiamo subito erratamente detto che:
- Maria seduta ai piedi di Gesù, in riverente ascolto è figura della vera Chiesa.
- Marta invece è figura di una Chiesa indaffarata, che opera, ma senza ascoltare.
Invece io credo fermamente, che Marta e Maria, sono le due dimensioni essenziali alla vita di fede, i due binari su cui corre la vita del discepolo: LA PREGHIERA E L’AZIONE:
- Non esiste una preghiera che non sfoci nel servizio
- E LA CARITÀ RISCHIA DI INARIDIRSI SE NON ATTINGE FORZA DAL RAPPORTO INTIMO COL SIGNORE NELLA PREGHIERA E NELLA MEDITAZIONE.
E allora oggi voglio sottolineare le tante persone che, come Marta, davanti ai problemi si rimboccano le maniche, che praticano la propria fede con lo spazzolone e il martello in mano, sempre pronte ad essere disponibili in parrocchia quando si tratta di sudare, magari dietro le quinte!
Marta, sorella di Maria, accolse con premura nella sua casa di Betania il divino Maestro, che la esortò a unire al servizio di ospitalità l’ascolto della sua parola (Lc 10, 38-42; Gv 12, 1).
E questo perché, per ascoltare il Signore, occorre che si lasci da parte ogni occupazione della mente, del cuore, dell’anima. Mai si potrà ascoltare il nostro Dio con pensieri, propositi, progetti, decisioni già prese.
Si ascolta il Signore come otri vuoti, privi di contenuti. Ci si spoglia di tutto, ci si mette al suo cospetto, gli si chiede semplicemente di parlare “…Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta”.
Anche io, come molti di noi, pur nelle più sante intenzioni, presi dalle cose della vita siamo spesso come Marta.
Non andiamo dinanzi al Signore perché Lui possa parlare al nostro cuore. Andiamo perché sia Lui a dare valore a quello che stiamo facendo.
Marta vuole essere confortata, aiutata, sorretta nel suo affanno e nella sua agitazione. MA GESÙ NON È VENUTO PER CONFORTARE AFFANNI E AGITAZIONE, MA PER LIBERARCI DA ESSI.
Ne consegue che spesso però Lui non può parlare, perché il nostro cuore è troppo intasato da vane cose, perché possa accogliere il progetto di Dio su di esso.
Marta rivolge al Signore una preghiera stolta, insipiente, vuota, che mai potrà essere ascoltata. Il suo cuore e la sua vita sono già impegnati.
E, ciò che c’è di peggio, è che Lei ha già scelto cosa fare e cosa non fare. Cristo non le serve perché parli il suo cuore e manifesti tutte le esigenze del suo amore puro, santo, vergine, casto, fatto solo di purissima volontà del Padre suo. Le serve invece per dare man forte alle sue esigenze.
Maria invece ha un cuore tutto libero, privo di affanni, non agitato, vuoto, che Gesù può riempire parlandole DELLA SUA VOLONTÀ E SCRIVERE IN ESSO I SUOI PENSIERI CHE SONO PENSIERI DEL PADRE.
Commenta Sant’Agostino “Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te”.
Ciononostante Maria, considerata il modello evangelico delle anime contemplative già da S. Basilio e S. Gregorio Magno, non sembra che figuri nel calendario liturgico: la santità di questa dolce figura di donna è fuori discussione, poiché le è stata confermata dalle stesse parole di Cristo; MA È MARTA SOLTANTO, E NON MARIA NÉ LAZZARO, A COMPARIRE NEL CALENDARIO UNIVERSALE, quasi a ripagarla delle sollecite attenzioni verso la persona del Salvatore e per proporla alle donne cristiane come modello di operosità.
Nella casa di Betania il Signore Gesù ha sperimentato lo spirito di famiglia e l’amicizia di Marta, Maria e Lazzaro, e per questo il Vangelo di Giovanni afferma che egli li amava. Marta gli offrì generosamente ospitalità, Maria ascoltò docilmente le sue parole e Lazzaro uscì prontamente dal sepolcro per comando di Colui che ha umiliato la morte.
Il Martirologio Romano che commemorava, da sola, in questo stesso giorno, Marta, considerando l’importante testimonianza evangelica anche di Maria e Lazzaro, offerta nell’ospitare in casa il Signore Gesù, nel prestargli ascolto cordiale, nel credere che egli è la risurrezione e la vita, il 26 gennaio 2021 Papa Francesco ha disposto che il 29 luglio figuri nel Calendario Romano Generale LA MEMORIA DEI SANTI MARTA, MARIA E LAZZARO.
E alla fine, per concludere, facciamo una piccola analisi dei due modelli, significati da Marta e Maria. E lo facciamo leggendo quanto avviene nella loro casa:
- L’atteggiamento di Marta parte dal suo cuore: LEI CREDE FERMAMENTE IN CRISTO, PENSA, DECIDE, OPERA. Ciò che il suo cuore le dice è vero, non ha bisogno di altro. Ella non ha altro desiderio che accogliere il MAESTRO, SERVIRLO AL MEGLIO, FARLO FELICE, CON TUTTO IL SUO CUORE, PERCHÉ’ TUTTO ION QUESTA ACCOGLIENZA, CHE TUTTI SIAMO CHIAMATI A METTERE IN CAMPO, VADA BENE.
“ora una donna di nome Marta lo accolse”. È MARTA che accoglie Gesù.
Non basta l’entrare di Gesù: DEVE ANCHE ESSERE ACCOLTO. Se Gesù bussa a tutte le porte, sono pochi coloro che l’accolgono nella propria casa. Ed il loro nome è degno di essere ricordato, perché entra di diritto nella storia della salvezza. E MARTA SU QUESTO NON HA DUBBIO ALCUNO: LO ACCOGLIE CON GIOIA! Quando qualcuno entra nella nostra casa, dobbiamo metterci al suo servizio. Non è semplicemente una questione di tradizione e di consuetudine, È ANCHE NELLA LOGICA DELL’AMORE VERO.
- “Dille dunque che mi venga in aiuto”.
Spetta a Cristo richiamare al vero servizio e dire una parola chiara al proposito. Marta è convinta che Maria meriti un richiamo da parte del Signore, ma si guarda bene da un intervento diretto, dettato dal proprio sentire. Così la fede che non vuole ferire il fratello, tutto rimette al giudizio di Cristo. Certi confronti non si possono evitare, ma si devono mettere nelle mani di Gesù.
Di Marta e della sua presunta mancanza di luce molto si parla: POCO SI COMPRENDE DELLA SUA FEDE PIENA DI AMORE E DI PREMURA, NON SOLO VERSO DIO, MA ANCHE VERSO LA PROPRIA SORELLA.
- L’atteggiamento di Maria è totalmente diverso. Lei sa che tutto deve venire dal cuore del Padre. È Lui il Signore della sua vita. A Lui vanno consacrati minuti ed ore, giorni e settimane, mesi ed anni. Il cuore del Padre uno solo lo conosce: Cristo Gesù. Ed è per questo che si pone ai piedi di Cristo Signore e a Lui chiede che gli sveli i segreti del Padre suo tutti nascosti nel suo cuore. ELLA SA CHE ASCOLTANDO IL CUORE DI CRISTO LEI ASCOLTA IL CUORE DEL PADRE.
Meditiamo allora Fratelli e Sorelle…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!