SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE SABATO 19^ SETTIMANA T.O. – Matteo 19,13-15 Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,13-15
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore
Mediti…AMO
Massimiliano Maria Kolbe è entrato nell’elenco dei santi con il titolo di sacerdote e martire. La sua testimonianza illumina di luce pasquale l’orrido mondo dei lager.
Nacque in Polonia nel 1894; si consacrò al Signore nella famiglia Francescana dei Minori Conventuali.
Innamorato della Vergine, fondò “La milizia di Maria Immacolata” e svolse, con la parola e con la stampa, un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia.
Deportato ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, in uno slancio di carità offrì la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì nel bunker della fame il 14 agosto 1941.
Giovanni Paolo II lo ha chiamato “patrono del nostro difficile secolo e MARTIRE DELL’AMORE”.
La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.
Per conoscere meglio questo gigante, frate francescano polacco, vi consiglio di approfondire la sua vita sul nostro sito www.insaeculasaeculorum.org.
E ora veniamo al testo evangelico.
I bambini nelle culture antiche, compresa quella ebraica, erano gli esseri meno considerati, coloro che non godevano di alcun diritto ed è proprio a questa categoria di “inesistenti” che si rivolge il Signore.
È lo stesso discorso di “prostitute e pubblicani vi precederanno nel Regno dei cieli”.
La sua predilezione verso gli ultimi, i diseredati che per il solo fatto di essere tali (e vi prego di far attenzione che ciò non avviene per la loro fede o per le loro opere) erediteranno il Regno dei cieli.
Non esistono sapienti secondo la carne, né potenti, né di nobili natali. Ma quel che esiste di folle nel mondo, proprio questo Dio ha scelto per confondere i sapienti; quel che esiste di debole nel mondo, ecco che Dio lo ha scelto per confondere la forza; quel che nel mondo è di ignobili natali (i figli di nessuno), e quel che viene disprezzato, ecco quel che Dio ha scelto. quel che non è per annientare quel che è, affinché nessuna carne abbia a gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor. 1,26-29).
Dio ha scelto gente ignobile, disprezzata, figli senza genitori, abbandonati. Dio è andato nell’ultimo posto della terra a cercarsi i discepoli. È sceso nei luoghi senza amore, senza dignità, nel nulla dimenticato da quel tutto che, invece, è solo apparenza.
Così il Suo Figlio, disprezzato, reietto, rifiutato degli uomini. Così ciascuno di noi, bambini incapaci di tutto e, per questo, in tutto dipendenti da Dio. Vi è una pagina stupenda nel libro del profeta Ezechiele, al capitolo 16, che descrive l’amore infinito e gratuito di Dio verso ciascuno di noi “…Così dice il Signore, l’Eterno a Gerusalemme: La tua origine e la tua nascita sono dal paese di Canaan; tuo padre era un Amorreo e tua madre una Hittea. Alla tua nascita, il giorno in cui fosti partorita, non ti fu tagliato l’ombelico, non fosti lavata con acqua per pulirti, non fosti sfregata con sale né fosti avvolta in fasce. Nessun occhio ebbe alcun riguardo di te per farti una sola di queste cose, avendo compassione di te; il giorno in cui nascesti tu fosti invece gettata in aperta campagna, per la ripugnanza che avevano nei tuoi confronti. Io ti passai vicino, vidi che ti dibattevi nel sangue e ti dissi mentre eri nel tuo sangue: “Vivi!” Sì, ti dissi mentre eri nel tuo sangue: “Vivi!”. Ti feci crescere a miriadi come i germogli dei campi; e tu crescesti, ti facesti grande e diventasti molto bella. Il tuo seno si formò la tua capigliatura crebbe abbondante ma tu eri nuda e nel bisogno. Io ti passai vicino e ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era il tempo dell’amore. Così stesi il lembo della mia veste su di te e copersi la tua nudità, ti feci un giuramento, stabilii un patto con te e tu divenisti mia”, dice il Signore, l’Altissimo. “Ti lavai con acqua, ti ripulii interamente del sangue e ti unsi con olio. Ti feci quindi indossare vesti ricamate, ti misi calzari di pelle di tasso, ti cinsi il capo di lino fino e ti ricopersi di seta. Ti abbellii di ornamenti ti misi i braccialetti ai polsi e una collana al collo. Ti misi un anello al naso, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul capo. Così fosti adorna d’oro e d’argento e fosti rivestita di lino fino di seta e di ricami
Eravamo bambini abbandonati, di nessun valore agli occhi del mondo, capricciosi, egoisti, spesso orgogliosi. Bambini che si sono creduti adulti, ricchi, potenti e autonomi, ma ingannati dallo splendore effimero di ciò che appariva bello e desiderabile. Bambini buttati via, ridotti a nulla, assolutamente nulla.
In questo abisso è sceso il Signore, negli inferi del nostro nulla, della nostra disperazione.
E sulla scorta di quanto detto che abbiamo venti, quaranta, ottanta, cento… non importa quanti anni abbiamo compiuto; IMPORTA CHE OGGI QUALCUNO CI CONDUCA DA GESÙ, PUR CON LE NOSTRE SOFFERENZE E I NOSTRI FALLIMENTI, AD INCONTRARE IL SUO AMORE.
Ma dobbiamo stare attenti perché il veleno che portiamo dentro si ribella, si agita, e la nostra carne malata “sgrida” chiunque ci voglia condurre al Signore perché ci benedica.
Lo spirito malvagio che s’è impossessato di noi non può accettare il cammino di conversione sul quale la Chiesa ci accompagna. Satana sa bene CHE NELL’INCONTRO CON LE MANI PIAGATE DI GESÙ LA NOSTRA VITA SAREBBE SALVA, CI SI SCHIUDEREBBERO LE PORTE DEL REGNO DEI CIELI. Ma è più forte lo zelo di Gesù. La sua voce e le sue parole diradano le nebbie delle nostre paure, delle nostre infinite mormorazioni. LA SUA VOCE INCATENA IL DEMONIO AL SUO RANTOLO DI GELOSIA e sussurra imperiosa “…lasciate che i bambini vengano a me”. LUI CI VUOLE A SÉ.
Un altro particolare curioso c’è in questo brano: i discepoli che riprendono le madri di questi bimbi. Perché?
Probabilmente d’accordo con le norme severe delle leggi dell’impurità, i bambini piccoli nelle condizioni in cui vivevano erano considerati impuri. Se loro toccavano Gesù, Gesù sarebbe divenuto impuro. Per questo, era importante evitare che giungessero vicino a lui e lo toccassero.
Perché già era avvenuto una volta, quando un lebbroso toccò Gesù. Gesù rimase impuro e non poté più entrare nella città. Doveva rimanere in luoghi deserti (Mc 1,4-45).
Ma Gesù subito interviene e riprende i discepoli dicendo loro “…Lasciate che i bambini vengano a me, perché di essi è il Regno dei Cieli.”
Perché al Signore non importa trasgredire quelle assurde norme che impediscono la fraternità e l’accoglienza che invece bisogna dare a questi nostri piccoli fratelli. Il Maestro si mette al lato dei piccoli, degli esclusi e assume la loro difesa.
E se ci pensate bene è impressionante, se analizziamo la Bibbia, quanto materiale possiamo mettere insieme sui piccoli e sui poveri.
Vediamo ad esempio che Gesù:
- a) RINGRAZIA PER IL REGNO PRESENTE NEI PICCOLI. La gioia di Gesù è grande, quando vede che i bambini, i piccoli, capiscono le cose del Regno. “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza… Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,25-26).
- b) DIFENDE IL DIRITTO DI GRIDARE. Quando Gesù, entrando nel Tempio, rovescia i tavoli dei cambiavalute, furono i bambini a gridare “Osanna al Figlio di Davide!” (Mt 21,15). Criticati dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, Gesù li difende e nella sua difesa invoca le Scritture (Mt 21,16).
- c) SI IDENTIFICA CON I PICCOLI. Gesù abbraccia i piccoli e si identifica con loro. Chi accoglie un piccolo, accoglie Gesù (Mc 9, 37). “…e ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40).
- d) ACCOGLIE E NON SI SCANDALIZZA. Una delle parole più dure di Gesù è contro coloro che sono causa di scandalo per i piccoli, ovvero sono il motivo per cui i piccoli non credono più in Dio. Per questo, meglio sarebbe per loro legarsi al collo una pietra da molino ed essere gettati nell’abisso del mare (Lc 17,1-2; Mt 18,5-7).
- e) CI CHIEDE DI DIVENTARE COME BAMBINI, e di accettare il Regno come i bambini per entrare nel Regno (Lc 9,46-48). Indica che i bambini sono professori degli adulti.
- f) ACCOGLIE E TOCCA I BAMBINI (il vangelo di oggi). Madri con figli che giungono vicino a Gesù per chiedere la benedizione. Gli apostoli reagiscono e le allontanano. Gesù corregge gli adulti ed accoglie le madri con i bambini, li tocca e li abbraccia. “…lasciate che i piccoli vengano a me, non glielo impedite!” (Mc 10,13-16; Mt 19,13-15).
- g) ACCOGLIE E CURA. Sono molti i bambini ed i giovani che lui accoglie, cura e risuscita:
- la figlia di Giairo, di 12 anni (Mc 5,41-42),
- la figlia della donna Cananea (Mc 7,29-30),
- il figlio della vedova di Naim (Lc 7,14-15),
- il bambino epilettico (Mc 9,25-26),
- il figlio del Centurione (Lc 7,9-10),
- il figlio del funzionario pubblico (Gv. 4,50),
- il fanciullo con i cinque pani ed i due pesci (Gv. 6,9).
Bisognerebbe anche prendere la motivazione addotta da Gesù (“a chi è come loro appartiene il regno dei cieli”) come un rimando alla prima beatitudine “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”.
Allora si capisce che Gesù scorge nella piccolezza, nella apparente insignificanza di questi bambini:
- IL VALORE PRIMO DELLA VITA,
- IL TITOLO PRIMO DI APPARTENENZA AL REGNO DI DIO,
- LA CONDIZIONE FONDAMENTALE DI BEATITUDINE: ovvero LA POVERTÀ IN SPIRITO.
La povertà in spirito consiste non tanto nel non possedere materialmente, ma nel vivere, contando non prima di tutto sulla ricchezza, ma contando prima di tutto sull’amore di Dio e nell’essere disposti quindi a spogliarsi di tutto per stare in questa relazione di amore con Dio.
Allora non facciamo anche noi come gli zelanti apostoli che considerano il chiasso dei bambini un inopportuno disturbo per il Maestro. Non impediamo ai bambini di accostarsi al Signore, proponendo loro delle liturgie incomprensibili e noiose, delle catechesi ammuffite e moralistiche, una visione di Chiesa seriosa e severa, che ormai non attira più nessuno, perché non è IMMAGINE DI CRISTO!
Non confondiamo la serietà con il muso lungo e le severità! Gesù è stato chiaro: i bambini devono poter accedere al vangelo.
LA CHIESA DEVE PARLARE SI DI COSE GRANDI E IMPORTANTI, MA ANCHE DI COSE BELLE E GIOIOSE.
Inoltre, Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che Non siamo noi a “crescere” verso Dio, ma è Lui che scende, in Cristo, verso di noi, per salvarci!
Questa è dunque la suprema “profezia”, la “suprema rivelazione” del Cristo, Figlio di Dio che si fa carne ed entra, e visita e salva la condizione umana scendendo fino alla Croce! E i bambini sono il segno della piccolezza nella quale Dio entra per salvarci! I bambini sanno, meglio di chiunque altro, dove stia la verità. Ecco perché Gesù li difende a spada tratta elogiandoli durante la sua predicazione.
Nei bambini non c’è falsità, ipocrisia, perbenismo. I bambini sono trasparenti! Hanno la capacità di rintracciare l’essenziale, ciò che conta.
Voi non immaginate nemmeno, nei miei lunghi anni di Catechismo Sacramentale, quanto mi hanno insegnato i bambini, e quanti progressi mi hanno fatto fare nella conoscenza di Dio. E più erano piccoli e più mi hanno lasciato nello stupore più assurdo, con le loro intuizioni, con i loro gesti così autentici, spontanei ed innocenti. Davvero in loro, se ci crediamo, agisce la sapienza di Dio.
E invece, in quante zone del mondo i bambini sono solo un peso o manodopera da sfruttare, o come bambini soldato da utilizzare, o come trasportatori di droga da monopolizzare.
I bambini non sono un fatto privato, ma ricchezza per tutti. Le nostre comunità cristiane mettano i bambini al centro del proprio annuncio, si sentano compartecipi della responsabilità dei genitori e della gioia della loro educazione.
E anche qui il mio dolore è grande… non immaginate nemmeno quanti bambini non vengono più nemmeno battezzati, perché in una sconsiderata visione della vita, di discutibili genitori, si dice: lo sceglieranno loro da adulti, se essere battezzati o meno! Oppure non sanno neanche com’è una Chiesa… perché i bambini vengono tenuti lontani da Dio, come se potessero venire contagiati!
Che pena e che dolore ho per questi sconsiderati genitori. Essi NON SANNO che PER I BAMBINI CIÒ CHE CONTA PIÙ DI TUTTO È L’AMORE DEI GENITORI, CHE RAPPRESENTANO TUTTO IL LORO UNIVERSO E LE LORO SPERANZE DI VITA!
Sperando che leggano questa povera riflessione a loro dedico le parole illuminate di san Giovanni Crisostomo, NELLA SPERANZA CHE IL SANGUE TORNI A FLUIRE NEL LORO CUORE e si ricordino del DONO grande che hanno ricevuto –IN GESTIONE DA DIO– “…ANCHE SE GLI SI MOSTRASSE UNA REGINA CON IL SUO DIADEMA, EGLI (IL BAMBINO) PREFERIREBBE LA SUA MAMMA ANCHE SE FOSSE VESTITA DI STRACCI”.
Gesù ovviamente non ci chiede di essere infantili, MA DI ESSERE APERTI DAVANTI AL MISTERO, STUPITI DELL’AZIONE DELLO SPIRITO CHE OPERA DOVE VUOLE, CON CHI VUOLE E QUANDO VUOLE.
Ma vi ricordate la capacità che ha un bambino di vedere oltre il visibile, di osare, di sognare, di spiegare? E avete mai visto come, se vi guadagnate la sua fiducia, sia a sua volta disposto a riempirvi della sua fiducia e della sua tenerezza? E sia disposto a seguirvi ovunque voi andiate al punto che dovete essere voi a porgli un freno?
Ecco, così ci vuole Dio nei suoi confronti.
Lasciamo allora che il bambino che abbiamo sopito in noi, tanti e tanti anni fa, torni a sorridere con tutta la sua innocenza, che ci faccia guardare le cose di Dio con gli occhi sgranati dallo stupore.
E io prego per me e per voi che ogni giorno, dimentichiamo le nostre sovrastrutture, le nostre incrostazioni e re-iniziamo a seguire il Vangelo con l’esperienza dell’adulto, si, ovviamente, MA CON L’ENTUSIASMO DEI BAMBINI.
E osserviamo meglio i bambini, PER IMPARARE DA LORO A RELAZIONARCI CON LA PARTE PIÙ AUTENTICA DI NOI STESSI, SPLENDIDO DONO DI DIO: LA NOSTRA ANIMA.
Santa Teresa di Liesieux diceva…
«…Come una madre carezza il suo bimbo, così vi consolerò,
vi porterò sul mio cuore
e vi terrò sulle mie ginocchia!» (Is 66,13).
Ah, mai parole più tenere,
più armoniose hanno allietato l’anima mia,
l’ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, Gesù!
Per questo non ho bisogno di crescere,
al contrario bisogna che resti piccola,
che lo divenga sempre più.
Dio mio, avete superato la mia speranza,
ed io voglio cantare le vostre misericordie.
Gesù vorrebbe che tutti noi ritrovassimo quella purezza che crescendo quasi inevitabilmente abbiamo perso, quella capacità di agire disinteressatamente, senza cercare guadagno o successo a scapito dell’integrità e della felicità, una cosa, quest’ultima, che quasi tutti pensano di avere, ma che in pochi hanno.
Forse il dramma sta nel fatto che nessuno di noi si ricorda di essere stato bambino.
Ad ognuno di noi allora voglio regalare le parole di un grande scrittore, Antoine de Saint Exupéry, riportate nel libro di racconti intitolato “IL PICCOLO PRINCIPE”:
“…tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano…”
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!