SABATO XVI^ SETTIMANA DEL T.O. – Matteo 13,24-30 – Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme….

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il capitolo di Matteo 13 segue la crisi di Gesù rifiutato (cap.11-12) e gli insegnamenti in cui non è riconosciuta la sapienza di Dio (11,19).

Alla parabola del seminatore e alla spiegazione della stessa, segue questa “della zizzania”. Nella prima è protagonista il seme buono della parola del Regno; in questa invece il seme cattivo, seminato da un nemico, insidia per quello buono. Allegoria e spiegazione:

  • Il regno dei cieli come un seminatore di seme buono e il nemico.
  • Dio ha fatto bella ogni cosa (Gen 1; Qo 3,11)
  • e i frutti del suo Spirito sono quanto di più vitale e buono si possa immaginare (Gal 5,22).
  • Il regno dei cieli è Dio stesso che già in questo tempo ci permette di pregustare la festa eterna, seminando il bene.
  • La terra è l’uomo (Adam significa terra)
  • e il seme bello è il desiderio di Dio di germinare nella comunione personale e viva con tutti.
  • Il nemico tenta di somigliare a Dio, non per piacere e bellezza, ma per odio profondo verso noi.

Ma vorrei esaminare soprattutto quest’ultima affermazione alla luce del vangelo di oggi, il quale ci mostra una pianta particolarmente INSIDIOSA e sconosciuta, per lo più ai cattolici: la zizzania (zizanium, gr. ζιζάνιον), i quali pensano sia una pianta antica della Palestina del tempo di Gesù.

Perché, questa pianta delle graminacee, presente dappertutto in Italia, nota come “lolium”, loglio, è insidiosa?

  • Innanzitutto per il suo aspetto, che ricorda lontanamente il grano, anche delle sue stesse dimensioni (da 30 a 50 cm, sormontata da una infiorescenza costituita da spighe, che mai però si reclinano in basso, come avviene per il grano).
  • Ne esistono specie usate come foraggio, della specie Lolium multiflorumpresente in prati di grano e prati di erbe miste.
  • È infestante e uccide il grano buono, prendendo il suo posto
  • NE ESISTE UNA SPECIE ALTAMENTE VELENOSA, NON DISTINGUIBILE, che si chiama Lolium temulentum, famoso col nome di Loglio ubriacante o zizzania a causa di un tipo di intossicazione da esso causata. In realtà la responsabilità è da ascrivere all’infestazione delle spighe da parte di funghi del genere Claviceps, produttori di alcaloidi tossici, esattamente come avviene nella segale con la Segale cornuta.

E già qui LA SIMBOLICA SI METTE A BRILLARE.

Esistono tutti i riferimenti:

  • difficile da riconoscere come satana
  • è invasiva come satana
  • è essenzialmente male e morte per il grano
  • è a volte letale come lo è satana


Ci racconta il vangelo di Matteo al capitolo 13,37-42, riportando le parole di Gesù «…Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del diavolo, e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!»

Simile menzione ne fa il vangelo apocrifo di Tommaso, al capitolo 57, riportando anch’egli le parole di Gesù «…Gesù disse: Il regno del Padre è come un uomo che aveva [buon] seme. Il suo nemico venne di notte e piantò zizzania in mezzo al buon seme. L’uomo non permise che togliessero la zizzania. Disse loro: Che non andiate a togliere la zizzania, e togliate con essa il grano. Poiché il giorno del raccolto la zizzania sarà palese; saranno presi e bruciati

Certamente, presi dal sacro furore evangelico –peraltro sconsiderato– noi vorremmo fare come i contadini della parabola: pieni di zelo vorremmo estirpare le erbacce dal buon campo di grano, ammirare il biondeggiare delle spighe pensando già al raccolto.

Ma non è così: il contadino sa bene che richiede fatica e costanza LA COLTIVAZIONE. CHE BISOGNA SEMPRE COMBATTERE CONTRO UNA NATURA OSTILE CHE VUOLE RIPRENDERSI QUANTO LE STRAPPIAMO PER IL NOSTRO FABBISOGNO.

Così nella nostra vita spirituale; come vorremmo presentarci a Dio circonfusi di santità e di ogni virtù!

L’uomo vecchio, invece, continua ad abitare accanto a noi e spesso facciamo l’esperienza di un combattimento interiore che ci spinge a fare ciò che non vorremmo e che ci fa del male, ANZICHÉ’ COME DICE PAOLO, FARE IL BENE CHE VORREMMO.

Scrivendo ai Romani, l’Apostolo delle genti, afferma (Rm 7,18-25):

  • “18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.  21 Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22 Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23 ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato”.

È SAGGIO, DIO, E CI INVITA A NON VOLER ESSERE TROPPO PRECIPITOSI: ZIZZANIA E GRANO CONVIVONO, IN NOI E NEL MONDO. QUANDO SARÀ IL MOMENTO, QUANDO LE SPIGHE SARANNO SUFFICIENTEMENTE GRANDI, POTREMO FARE LE OPPORTUNE SEPARAZIONI.

Impariamo il discernimento dalla SAPIENZA DI DIO!

Ma vediamo anche un altro aspetto.

Il male e gli interrogativi che causa (versetti 27-28a). Il male nella vita è sempre sconcertante.

Tutti cerchiamo la felicità (dice Sant’Agostino, Vescovo di Ippona) e quando vogliamo il male è perché ci siamo illusi, CONVINTI e affascinati CHE QUEL MALE SIA UN BENE.

Satana ci ha ingannato. Ce lo ha presentato come quel LOLIUM che ha una spiga, è pressoché uguale, è facile farlo crescere perché NON SI SEMINA, ma NON è IL GRANO!!!

Per comprendere la dinamica del male, che avvinghia, come il Lolium al grano, spacciandosi per bene, ci basta leggere i versetti precedenti a questa parabola: il seme tra le spine cresce insieme a quelle, ma poi ne è soffocato come colui che alto, robusto e orgoglioso, ma poi cede alle seduzioni della mondanità e alle preoccupazioni passeggere.

Come eliminare allora il male e soprattutto ci colpisce un’altra domanda, antica quanto l’uomo: Se Dio è buono, da dove e perché viene il male?

E subito vediamo che la diminuzione o la scomparsa del bene a causa del male ci fa sospettare di Dio, e gli chiediamo “ma…Signore…Non hai seminato del buon seme?” (v. 27).

Perché noi sappiamo che se il frutto cattivo avvinghia il frutto buono, due sono le cose:

  • il seminatore è cattivo o assente
  • o il seminatore è indifferente o distratto.

Ma noi sappiamo che il seminatore di seme buono ha lavorato di giorno. Il nemico invece di notte.

Il Maligno è astuto e senza sosta semina perché odia la salvezza e la vita di ciascuno.

Il padrone non vuole che si ricorra alla violenza, ma che sia lasciato tutto al suo giudizio finale.

Nel tempo e nel frattempo:

  • costruiamo il bene senza farci scoraggiare, ferventi (1Pt 3,13),
  • ricevendo e offrendo la misericordia del Padre che ama i giusti e gli ingiusti (Mt 5,43-48)
  • mostrando a tutti un amore “eccessivo” (Mt 5,20).

Un’ultima riflessione: questa parabola non può essere separata dalla precedente e dal discorso di Matteo sulla misericordia e la giustizia.

Perché:

  • AL MALE NEL MONDO IL SIGNORE RISPONDE CON LA CROCE…
  • ALLA TENTAZIONE DI DIVENTARE LUPO E ARMARSI DI SPADA E SPINE, RISPONDE FACENDOSI AGNELLO, PATENDO LA SPADA E SOPPORTANDO UNA CORONA DI SPINE: È IL CHICCO CHE MUORE E PORTA FRUTTO (GV 12,24).

!!!!! CHE GRANDE DIO, CHE ABBIAMO !!!!!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!