SABATO 5^ SETTIMANA DI PASQUA – Gv 15,18-21 Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore

Mediti…AMO

Il vero martire (dal lat. cristiano martyr -ĭris, dal gr. mártys -yros ‘testimonio’) è colui che soffre semplicemente perché è cristiano: È TESTIMONE DI CRISTO.

Il nostro secolo è stato davvero il secolo del martirio, con innumerevoli martiri, come i cristiani armeni in Turchia, i cattolici in Messico, nella Germania nazista, nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est, in Cina, in Corea, in Vietnam, in Sudan…

Ma non basta. Ci sono molti che affrontano un martirio “bianco”, ovvero senza spargimento di sangue, tentando semplicemente di vivere la fede in un mondo sempre più ateo o predicando le esigenze integrali dell’insegnamento della Chiesa nel campo della morale, avendo per fondamento la rivelazione di Cristo.

Per questo oggi Gesù ci parla di odio. Un odio feroce rivolto verso i discepoli, un odio violento e omicida che proviene dal “mondo”, cioè da chi non accoglie la luce e preferisce dimorare nella tenebra. È un mistero che sperimentiamo anche in noi stessi: davanti alla scelta della luce, spesso, preferiamo la tenebra. È un istinto radicato in noi che, nella prospettiva biblica, riconosciamo che ci deriva dal “peccato delle origini”, che ha generato in noi quella “parte oscura” che nasce insieme a noi e contro cui dobbiamo lottare per tutta la vita. La tenebra che è in noi lavora, opera, scardina, incanta, seduce, uccide.

Gesù stesso ne fa esperienza: la sua morte è conseguenza dell’odio davanti al giusto, di quell’iniquità che sceglie di cancellare la luce piuttosto che cambiare la propria vita. Ed avviene un fatto che ci disorienta. Più ci avviciniamo alla luce e più le tenebre lottano in noi e attorno a noi: e ci fa dimenticare che quando siamo lontani dalla luce siamo meno bersagliati, perché già siamo nelle mani di Satana, ed egli non ha alcuna necessità di accanirsi contro di noi. Quando ci avviciniamo alla LUCE DI DIO, satana sa che sta per perderci e allora scatena la sua rabbia contro di noi.

MA NOI DOBBIAMO CONTINUARE AD ANNUNZIARE IL VANGELO”, Con onestà e passione, dobbiamo annunciare il regno di Dio. E se abbiamo in noi queste caratteristiche VISIBILI, veniamo accolti e non derisi, perché chi ci ascolta, che non ha ancora conosciuto il Signore Gesù, NE RIMANE AFFASCINATO, dalla Sua Vita e dal Suo Esempio.

Perché quando il nostro cuore si apre all’accoglienza dell’infinita tenerezza del Dio di Gesù, allora tutto cambia. E ciò è immediatamente visibile! Solo allora quella PAROLA che ci era stata annunziata il giorno del nostro Battesimo e che abbiamo ascoltata e messa in pratica, è divenuta in noi una esperienza bruciante e FINALMENTE PRODUCE QUEI FRUTTI CHE IL REGNO DI DIO ATTENDE DA NOI.

Ce lo ricorda Paolo nella 1^ Lettera ai cristiani di Corinto al capitolo 9,16c “guai a me se non predicassi il vangelo!”

Capite bene quanto ciò farà arrabbiare satana contro di noi. Ma questa sarà la nostra prova!

A questo non ha mai fatto paura agli uomini. Vediamo alcuni documenti:

  • Uno degli scritti dei primi cristiani, LA LETTERA A DIOGNETO 5,11-12 e 6,9-10 “I cristiani Amano tutti, e da tutti sono perseguitati. Non sono conosciuti e sono condannati; si dà loro morte, ed essi ne ricevono vita. (…) Maltrattata nei cibi e nelle bevande l’anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare”.
  • Testo degli Atti dei martiri di Abitène: “Il proconsole Anulino vorrebbe gli fossero consegnati i libri sacri per bruciarli. Unanimemente essi rispondono che custodiscono la Scrittura nei loro cuori e che essa è scritta «non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivo, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne del cuore» (cap. XI; cfr 2 Cor 3,3); Vittoria ribadisce che i veri fratelli non sono quelli della carne, ma, risponde, «quelli che osservano i precetti di Dio» (cap. XVI; cfr Mt 12,50); Emerito dichiara che l’Eucaristia è l’essenza stessa della loro vita, la linfa che scorre dalla vite ai tralci, per cui senza di essa «non possono essere» (cap. XI; cfr Gv 15,5). Tutti concordemente dichiarano che vivono la Scrittura e l’Eucaristia NEL PERDONO DEI NEMICI: «ben ricordando l’insegnamento del vangelo, il martire chiedeva perdono per i suoi nemici» (cap. VI, cfr Mt 5,44; Lc 23,24) e pregano, come Stefano (cfr At 7,60): «O Dio altissimo, non imputare loro questi peccati». Vivono Scrittura e Eucaristia NEL CONTINUO RENDIMENTO DI GRAZIE, E ANCHE TRA I TORMENTI NON CESSANO DI RENDERE LODE A DIO: «Ti rendo grazie, o Dio». La loro vita, il loro martirio, la loro morte, tutto è “rendimento di grazie”, Eucaristia”.
  • Nel 2’ Libro dei Maccabei al capitolo 7,34-38 era già stato prefigurato ciò che oggi dice Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato»”. I 7 fratelli maccabei saranno ferocemente uccisi dal terribile seleucide Antioco IV Epìfane (175 a.C.-164 a.C.), nel II secolo a.C. che, sconfitto dai romani, fece, tra le sue orribili malefatte, persino sconsacrare il TEMPIO DI GERUSALEMME. “34 Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo; 35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell’onnipotente Dio che tutto vede. 36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l’eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 37 Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio; 38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe»”.

Non dobbiamo mai dimenticare che Dio non priva mai l’uomo della conoscenza di sé, ma in ogni istante si rivela. E le vie della rivelazione sono diversificate per ognuno. Ad ogni persona parla in modo speciale, unico.

E parla sempre: ha parlato prima del peccato originale e dopo il peccato; nel Giardino dell’Eden e fuori di esso. Mai Dio ha abbandonato l’uomo alla sua coscienza, alla sua mente, al suo cuore, alla sua razionalità, al suo discernimento. Non lo aveva fatto neanche quando l’uomo viveva nello stato di giustizia originale, perché anche lì Dio gli aveva rivelato il bene e il male, tracciandogli la via da seguire. Ma a nulla è servito.

E questo perché Il peccato ha reso l’uomo sordo e cieco e non gli fa più vedere Dio che continua ad essere sempre accanto a sé. Non ascolta il suo Signore che gli parla. Così l’uomo non conosce Dio. E adora un Dio, ma non conosce. Ma ecco la Misericordia e l’AMORE: a quest’uomo che non conosce il vero Dio, il Padre manda il suo Figlio Unigenito, nella carne.

Ma di male in peggio, come non lo aveva ascoltato nell’Eden, IN NOME DI DIO LO TRAFIGGE, LO UCCIDE INCHIODANDOLO SU UNA CROCE.

Da qui deriverà la sorte dei credenti che saranno inviati nel suo nome, nello scorrere dei secoli eterni, in un mondo che non conosce Dio.

Quanti sono umili e si lasceranno ammaestrare sul vero Dio, li accoglieranno. Ma quanti sono superbi, arroganti, prepotenti, li uccideranno in nome dei loro falsi Dèi.

Ma è sempre in nome di Dio che si uccide e si distrugge chi annunzia e rivela il vero Dio.

I falsi adoratori del falso Dio uccidono gli adoratori del vero Dio. Per contro i veri adoratori del vero Dio mai uccideranno un solo seguace dei falsi Dèi. Non lo uccideranno, perché essi sono mandati per offrire Dio, non per costringere ad accoglierlo. La loro è solo un’offerta.

Infatti se la loro fosse un’imposizione, anch’essi lavorerebbero per un loro falso Dio.

Ma la Lettera “A Diogneto”, capitoli 5, 9-14 e 17; 6, 3 ci ricorda il nostro status “(I cristiani) passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti sono perseguitati. Non sono conosciuti e sono condannati; si dà loro morte, ed essi ne ricevono vita…. I Giudei fanno loro guerra come razza straniera e gli Elleni li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire il motivo del loro odio. […] L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo: anche i cristiani abitano nel mondo, ma non provengono dal mondo”.

Sia Lodato Gesù, il Cristo!