NUOVO MESSALE ROMANO – 3^ Edizione C.E.I. 2020
MESSALE ROMANO 3 “cliccare per leggerne il testo”
Il 28 agosto 2020, il Cardinale Presidente della CEI – con una delegazione di persone in rappresentanza delle oltre 50 che hanno messo mano a quest’opera, ha presentato al Santo Padre la prima copia della terza edizione del Messale Romano in lingua italiana. Questa terza edizione rappresenta, infatti, l’ultima tappa di un cammino di Chiesa che – fedele alla via indicata dalla riforma conciliare, riconosce alla liturgia una importanza decisiva nella vita delle comunità e un ruolo determinante nel suo impegno di evangelizzazione. Papa Francesco in un incontro con i partecipanti alla 68ª Settimana Liturgica Nazionale così si è espresso: “…Non basta riformare i libri liturgici per rinnovare la mentalità.
I libri riformati a norma dei decreti del Vaticano II hanno innestato un processo che richiede tempo, ricezione fedele, obbedienza pratica, sapiente attuazione celebrativa da parte, prima dei ministri ordinati, ma anch
e degli altri ministri, dei cantori e di tutti coloro che partecipano alla liturgia”. Le parole del Santo Padre confermano e rilanciano l’insegnamento conciliare che invita a una specialissima cura nella formazione di tutto il popolo alla piena e attiva partecipazione alla liturgia (cf SC 14) e chiedono quindi alle nostre comunità diocesane e parrocchiali di affrontare la sfida che si presenta con questa nuova edizione del Messale.
Nella lettera del Consiglio Permanente che accompagna la pubblicazione del libro liturgico, si afferma che “la terza edizione italiana del Messale Romano… è un dono prezioso: con gioia lo affidiamo a ogni comunità, invitando ciascuno a riscoprire la bellezza e la fecondità della celebrazione dell’Eucaristia”.
Si tratta quindi di cogliere responsabilmente questa pubblicazione come una vera opportunità, perché le nostre comunità riscoprano nella liturgia la “prima e indispensabile fonte dalla quale… possano attingere il genuino spirito cristiano” (SC14), consapevoli che la partecipazione piena, consapevole, attiva e fruttuosa della celebrazione dell’Eucaristia è garanzia per una formazione integrale della personalità cristiana.
Per promuovere una adeguata accoglienza della nuova edizione del Messale e per sfruttarne appieno le potenzialità pastorali, si possono indicare dei punti di riferimento che – utilizzati con equilibrio e sapienza – potranno risultare utili alla causa. Poiché “la miglior catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata” (Benedetto XVI), il libro del Messale è il primo e indispensabile strumento da utilizzare, non solo per i testi eucologici e per la strutturazione delle sequenze rituali, ma per i preziosi documenti che lo arricchiscono: l’Ordinamento Generale, le Premesse e le Precisazioni, testi di principi e norme di carattere teologico, rituale e pastorale. Se l’uso della nuova edizione del Messale Romano non sarà accompagnato da una attenta e corretta lettura di queste premesse, la semplice applicazione delle rubriche e il solo cambiamento di qualche parola non solo non renderanno più attiva e fruttuosa la partecipazione, ma rischieranno di far apparire vuota tutta l’attesa che ne ha preceduto la nuova edizione Con la prima domenica di avvento, nelle nostre comunità si inizierà ad usare il nuovo messale, troviamo in esso alcune novità che vediamo: – l’inserimento di alcuni nuovi Santi nel calendario romano generale e qualche altra variazione. – Importante è l’uso della recente traduzione della Sacra Scrittura (del 2008), come nei Lezionari, per le antifone e gli altri testi biblici. –
Si è provveduto inoltre a un’accurata e più attenta traduzione di molti testi (saluto iniziale, orazioni, prefazi, preghiere eucaristiche, ecc.). – Interessante e anche la revisione delle collette domenicali ABC, proprie del Messale. – Tutte nuove le brevi biografie per i Santi e i Beati o di presentazione delle varie feste del Santorale. – Per ogni giorno della Quaresima (feriale e festivo) si troverà la proposta dell’Orazione di benedizione sul popolo. – Ci sono, inoltre, nuovi prefazi (uno in più per i Martiri, due per i Pastori e due per i Dottori/esse della Chiesa). – Anche nella Prece Eucaristica II si potrà ricordare il Santo o Beato del giorno o il Patrono (“con San…”). Il termine “clero” diventa più chiaro dicendo “presbiteri e diaconi”. – Nella prece eucaristica V ora denominata “per varie necessità” è possibile dire il nome del defunto. – Ci sono altri nuovi testi per le Messe della Madonna e dei Santi, della Divina Misericordia, “per chiedere la castità” e sono stati riordinati quelli ad diversa. – Inoltre sono state inserite nel rito stesso le melodie per il canto del celebrante per aiutare a cantare non solo nella Messa, ma a cantare la Messa, almeno nelle sue parti più importanti e destinate al canto di chi presiede, dei vari ministri e dell’assemblea. – Interessano particolarmente i nostri fedeli alcune modifiche nelle parole e nei gesti: – il Confesso (con l’aggiunta di “sorelle” per due volte) – il Kyrie, eleison: come risposta normale al posto del Signore, pietà sia per la terza forma dell’atto penitenziale sia per le Invocazioni a Cristo Signore. – l’inizio del Gloria: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore”, secondo il testo biblico di Lc 2, 14. – il Padre nostro (con 2 varianti nella seconda parte, secondo il testo evangelico di Mt 6, 12-13): “Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male”. –
L’invito alla comunione variato nella sua introduzione e così formulato: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”; a cui segue la solita tradizionale e nota risposta: “O Signore, non sono degno…”. – L’alzarsi in piedi per la preghiera, al termine della Presentazione dei doni dopo il “Pregate fratelli…” e prima dell’Orazione sulle Offerte. Queste alcune sottolineature sul nuovo messale, nei prossimi articoli cercheremo di coglierne la ricchezza ed il bene spirituale di una liturgia celebrata e vissuta.