… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,35-40
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore
Mediti…AMO
Quanto è grande il Dio che ci rivela Gesù! Quanto è diverso dalla brutta copia che a volte ci siamo fatti di lui! Gesù, in un momento intenso e drammatico del suo ministero, mentre tenta di convincere la folla a cercare Dio non per il pane che nutre solo il corpo ma per quello che riempie il cuore, come abbiamo visto ieri, CI SVELA DEFINITIVAMENTE IL VERO VOLTO DI DIO. UN DIO CHE NON HA NULLA A CHE FARE CON L’ESSERE SUPREMO E ANNOIATO CHE SCRUTA I DESTINI DEL MONDO DALL’ALTO, MA È UN PADRE TENERISSIMO E DISCRETO CHE HA UN UNICO DESIDERIO: LA PIENEZZA DI VITA DEI PROPRI FIGLI, CHE VUOLE CONCEDERGLI ATTRAVERSO IL DONO DELLA VITA ETERNA PER CIASCUNO DI LORO.
La vita eterna è la vita dell’Altissimo, la vita di Dio che dona alle nostre piccole esistenze dimensioni e respiro di immortalità. Tutti (io compreso) cerchiamo Dio per avere dei benefici, protezione e se serve, perché no, un aiuto. Gesù, invece, propone di alzare lo sguardo per vedere che quel Dio che ha donato al popolo di Israele la manna, in realtà gli ha dato molto di più: GLI HA DATO LA LIBERTÀ DI ESSERE FIGLI, LA DIGNITÀ ASSOLUTA DI ESSERE A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, IN MODO SEMPRE PIU’ PIENO.
Tutta la fame che portiamo nell’anima, tutto il bisogno di felicità che ci troviamo addosso, tutta la delusione che sperimentiamo nello scontrarci con i nostri limiti e con la durezza del mondo hanno una soluzione, un pane che nutre: la presenza di Cristo. Reale, possibile, intensa, discreta, quotidiana. Gesù si propone come un pane che sazia, come l’unico nutrimento dell’anima.
Perché, allora, non accettare la sfida, non osare, non credere, non fidarsi di lui e delle sue parole?
Parole che svelano il volto di un Dio misericordioso e paterno, che desidera la salvezza di ogni uomo, che lavora finché la salvezza di realizzi.
Ancora troppi hanno in testa l’idea di un Dio da tenere a bada, un Dio scostante e imprevedibile da non far arrabbiare. E troppi, anche fra i cristiani, pensano di convertire le persone minacciando catastrofi e apocalissi.
Torniamo all’essenziale, come sa fare papa Francesco, torniamo a dire alle persone che incontriamo che Dio è pane che sazia e che solo in Lui troviamo la pace, QUELLA CHE SOLO LUI PUO’ DARE, e solo in Lui troviamo un senso per la nostra vita.
“IO SONO ” è “il Nome” con il quale Dio si è rivelato a Mosè (Es 3,14). Qui il esso rivela chi è e cosa fa questo Nome: È IL PANE CHE COMUNICA LA SUA VITA A CHI LO MANGIA. Siamo al livello più alto della comprensione del segno. IL PANE, LA VITA CHE DESIDERIAMO E RICEVIAMO È GESÙ STESSO. Il Figlio che dà la vita per noi per obbedire alla Volontà del Padre ci dice chiaramente qual è questa Volontà: QUELLA DI COMUNICARCI LA SUA VITA, IL SUO AMORE, PERCHÉ L’ULTIMO GIORNO SIA PER TUTTI VITA E NON MORTE.
CREDERE NEL FIGLIO! Ecco il nocciolo del problema. Papa Paolo VI’ pregava dicendo “O Signore, FA’ CHE LA MIA FEDE SIA UMILE E NON PRESUMA FONDARSI SULL’ESPERIENZA DEL MIO PENSIERO E DEL MIO SENTIMENTO; MA SI ARRENDA ALLA TESTIMONIANZA DELLO SPIRITO SANTO, E NON ABBIA ALTRA MIGLIORE GARANZIA CHE NELLA DOCILITÀ ALLA TRADIZIONE E ALL’AUTORITÀ DEL MAGISTERO DELLA SANTA CHIESA. Amen”.
E Spirito, Tradizione e Magistero ci insegnano che la vita eterna È LA VITA CHE DIO STESSO DONA ALLA NOSTRA ESISTENZA TERRENA, CHE CI PREPARA A QUELLA IMMORTALE NEL CIELO, QUELLA CHE GIÀ QUI SULLA TERRA CI RENDE FIGLI DI DIO. La condizione per ottenere questo grande dono è la Fede, CHE CI FA CONTEMPLARE IN CRISTO IL FIGLIO DI DIO E ORIENTA TUTTA LA NOSTRA VITA TERRENA ALLA PERSONA DI GESÙ.
Cerchiamo di saziare la nostra sete di infinito. Uno scrittore e filosofo moderno, Soren Kierkegaard diceva bene “Nulla di finito, nemmeno l’intero mondo, può soddisfare l’animo umano che sente il bisogno dell’eterno”.
Possiamo saziarla se iniziamo a credere che la vita eterna inizia già qui sulla terra: credendo in Dio, acquistiamo un sguardo nuovo anche per noi stessi, per le realtà terrestri e per la storia dell’umanità. Gesù ci toglie dalla fragilità e incertezza delle cose per trasportarci nella pienezza della vita spirituale e ci fa ritrovare l’eternità, partecipando alla vita stessa di Dio.
Ed a credere che Gesù vive di eterna relazione di obbedienza con il Padre. Lui è dal Padre, ma anche del Padre. La creazione è dal Padre, per mezzo del Verbo, ma rimane del Padre. Anche il gregge è del Padre. Il Padre lo dona a Cristo perché lo nutra di vita eterna e lo conduca alla beatitudine eterna. Tutto è del Padre, ma il Padre tutto ha posto nelle mani del Figlio. Nulla il Padre compie se non per mezzo del Figlio. È verità eterna. Senza questa verità non c’è fede evangelica. Essa va affermata con ogni forza.
E qual è la condizione perché il Figlio possa nutrire di vita eterna coloro che il Padre gli dona? Lo abbiamo detto. È la fede nella PERSONA, nella PAROLA, nelle OPERE DEL FIGLIO. L’uomo deve credere che Gesù è dal Padre, che le opere sono del Padre, che la Parola è del Padre. Devono credere che, se vogliono la vita eterna, se vogliono essere risuscitati nell’ultimo giorno, devono dimorare in questa fede e da essa mai uscire. È condizione essenziale eterna.
È contro il Vangelo operare una separazione tra il Padre e Cristo Gesù.
È contro la volontà del Padre dichiarare Gesù inutile al dono della vita eterna e della risurrezione.
È contro la verità rivelata volere andare a Dio escludendo Cristo dalla sua mediazione universale.
È peccato contro lo Spirito Santo se alla non fede si aggiunge la volontà di togliere Cristo Gesù dal processo della salvezza eterna e della risurrezione.
Facciamo nostra la preghiera di San Bonaventura da Bagnoregio, Fratelli e Sorelle, invocando lo Spirito Santo perché AUMENTI E PURIFICHI LA NOSTRA FEDE NEL CRISTO:
“Gesù, Pane degli angeli, cibo degli eletti, nostro pane quotidiano, più di ogni altro nutriente e fragrante di dolcezza (…). In te sempre siano fissi, sicuri e fermamente radicati il mio cuore e la mia mente”.
Sia Lodato Gesù, il Cristo!