MARTEDI’ XII^ SETTIMANA T.O. – Mt 7,6.12-14 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione…; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita!”. Lui è la via, via angusta verso la morte, ma per la vita; lui è la porta stretta del distacco, dell’abnegazione, che si apre sulla felicità.

E la storia darà ragione ad Abramo: la via larga portava a Sodoma e Gomorra, simboli della perdizione; la via angusta e stretta portava invece alla terra di Canaan, la terra promessa

Ma la storia CONTINUA A NON ESSERE MAESTRA DI VITA e il mondo, manipolato ben bene da satana, non vuole sentire L’ANNUNZIO DELL’AMORE DI DIO.

Matteo al capitolo 7,6 scrive con chiarezza “….non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.

I cani, siccome selvatici e randagi nella Scrittura sono figura degli immorali. Ovvero di oloro che hanno votato la loro vita ad ogni dissolutezza, ogni impurità, che fanno del loro corpo uno strumento di peccato, vivendo come selvaggi.

Non profanare le cose sante è allora un invito a usare prudenza e discernimento. Nell’AT le cose sante sono la carne per il sacrificio (Lv 22,14; Es 29,33ss; Nm 18,8-19). Anche l’accostamento con il divieto di gettare le perle ai porci è incomprensibile. Per gli Ebrei i maiali sono animali impuri, ripugnanti. Al contrario le perle sono quanto di più prezioso si possa avere.

Il monito di Gesù riguarda:

  • chi sfama i cani randagi con la carne consacrata destinata al sacrificio, evidenziando un comportamento imprudente, perché a causa della loro fame insaziabile potevano tornare indietro e assalire i loro «benefattori»
  • le perle, che a livello metaforico indicavano gli insegnamenti dei sapienti e le interpretazioni sulla «toràh». Nel vangelo di Matteo, al capitolo 13, la perla è immagine del regno di Dio e l’interpretazione del primo evangelista è soprattutto teologica: è un monito ai missionari cristiani a non predicare il vangelo a chiunque.

Contro la logica di coloro che vivono malamente e non vogliono assolutamente sentir parlare di Dio, l’Apostolo Pietro, nella sua 2 Lettera al capitolo 2,10-22, DICE PAROLE DURISSIME contro il loro peccato che è di distruzione di Cristo e del suo Vangelo e fa di loro la negazione vivente della verità di Dio:

  • <<Ma costoro, irragionevoli e istintivi, NATI PER ESSERE PRESI E UCCISI, bestemmiando quello che ignorano, andranno in perdizione per la loro condotta immorale, subendo il castigo della loro iniquità. Essi stimano felicità darsi ai bagordi in pieno giorno; scandalosi e vergognosi, godono dei loro inganni mentre fanno festa con voi, hanno gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato, adescano le persone instabili, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia, FIGLI DI MALEDIZIONE! COSTORO SONO COME SORGENTI SENZ’ACQUA E COME NUVOLE AGITATE DALLA TEMPESTA, E A LORO È RISERVATA L’OSCURITÀ DELLE TENEBRE. Con discorsi arroganti e vuoti e mediante sfrenate passioni carnali adescano quelli che da poco si sono allontanati da chi vive nell’errore. Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L’uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina. MEGLIO SAREBBE STATO PER LORO NON AVER MAI CONOSCIUTO LA VIA DELLA GIUSTIZIA, PIUTTOSTO CHE, DOPO AVERLA CONOSCIUTA, VOLTARE LE SPALLE AL SANTO COMANDAMENTO CHE ERA STATO LORO TRASMESSO. Si è verificato per loro il proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango>>.

Non è meno tenero nei loro confronti l’Apostolo Giuda, che nella sua Lettera ai capitoli 20-23, avverte i cristiani perché stiano lontani da quanti potrebbero inquinarli con la loro immoralità, impudicizia, vita consegnata al male, al peccato, alla falsità:

  • <<Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; DI ALTRI INFINE ABBIATE COMPASSIONE CON TIMORE, STANDO LONTANI PERFINO DAI VESTITI, CONTAMINATI DAL LORO CORPO. CI SONO FINALMENTE QUELLI CHE SONO GIÀ TANTO INFETTI DAL CONTAGIO CHE NON LI SI PUÒ AVVICINARE SENZA PRECAUZIONI; conviene, sì, aver pietà anche di quelli e far quanto è ancora possibile per salvarli; ma con timore, COL TIMORE CIOÈ DI CONTRARRE NOI STESSI IL MALE CHE LI DIVORA E D’ESSER TRAVOLTI DAI LORO ERRORI E DALLE LORO DISSOLUTEZZE. ALLA PIETÀ PER I PECCATORI VA UNITO UN ODIO PROFONDO PER IL PECCATO: ODIANDO PERFINO LA VESTE MACCHIATA DALLA CARNE>>.

Cristo Gesù, PAROLA ULTIMA E SANTISSIMA DI DIO, per la Chiesa, per ogni cristiano, deve essere dato secondo la sua verità, la sua Parola, il suo Vangelo. Senza Parola Cristo non mai va donato, perché merita rispetto, onore, santità. Va dato per la creazione di cuori veri, giusti, misericordiosi, operatori di giustizia e di pace. Darlo per il peccato è distruggerlo.

Certo, mi direte voi, questo brano, letto così, non è facile affatto da comprendere e da porgere all’uomo che non è nella verità. E io allora vi ricordo che l’Annunzio del Vangelo non comincia dall’Eucaristia e neanche dal dono del Battesimo.

Inizia dal mostrare –A TUTTI- con il nostro esempio di vita, COME VIVE IL CRISTIANO E SPIEGANDO LA VERITÀ CHE LO SPINGE A COMPORTARSI IN UN DETERMINATO MODO ANZICHÉ IN UN ALTRO.

Solo dopo si potrà parlare della vita pubblica di Gesù Cristo, delle sue parole, dei suoi miracoli, del suo amore, della sua croce. E solo dopo aver visto che vi è adesione a Cristo e alla sua Parola, SOLO ALLORA si potrà procedere con l’invito perché ci si lasci battezzare e ci si lasci condurre all’Eucaristia.

MA OCCORRE UN VERO PERCORSO DI FEDE NELLA VERITÀ DELLA PIÙ PURA CONOSCENZA DI GESÙ SIGNORE.

Ma se si vede che una persona NON VUOLE CONOSCERE CRISTO, il cristiano deve allora percorrere la propria vita.

Non può dare sé stesso, cosa santa, agli altri. Si venderebbe Cristo Gesù e la sua verità. Lui e Cristo sono una cosa sola. Chi non vuole Cristo non potrà avere lui. Sarebbe vero rinnegamento del suo Maestro, con il quale il cristiano forma un solo corpo. Non può chi disprezza Cristo amare il cristiano.

Questo il cristiano deve pensare: lui e Cristo sono una cosa sola, un solo corpo, una sola verità, una sola vita, una sola luce. SE CRISTO NELLA SUA VERITÀ DI UNICO E SOLO SALVATORE DEL MONDO NON È ACCOLTO, NEANCHE IL CRISTIANO POTRÀ ESSERE ACCOLTO.

Ricordiamo che se il cristiano si sveste di questa sua verità, per il mondo non vi sarà più salvezza, per questo mai dovrà separarsi dal suo Signore. Se lui, cosa santa, si dona a chi sbrana Cristo, si dona perché è stato già lui a sbranare la verità di Cristo e a calpestarla.

È vero che Gesù ci propone la via angusta, ma in premio ci donerà la felicità eterna se l’avremo intrapresa e “cento volte tanto” adesso, secondo il bene che facciamo.

La nostra vita è come un cammino che ha termine in Dio, un breve cammino. Quel che importa è che, al nostro arrivo, ci venga aperta la porta e ci facciano entrare nel Santuario di Dio. Ricordiamoci che ogni scelta che faremo, SARA’ STATA UNA NOSTRA SCELTA, PIU’ O MENO RESPONSABILE, che produrrà una diversa destinazione eterna.

Possiamo cercare quel che non richiede fatica, che risulta piacevole, accontentare il corpo e fuggire il sacrificio e la penitenza; oppure, cercare la Volontà di Dio benché costi, custodire i sentimenti e dominare il corpo.

Siamo veri pellegrini solo se scegliamo di seguire un sentiero spirituale “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Mt 7,13).

I non credenti non avvertono assolutamente la necessità di mettere in pratica le virtù, che richiedono sempre sacrificio personale e non trovano alcuna ragione per compiere quelle rinunce che purificano dai vizi ed esaltano i talenti.

Questa è la vita dei pellegrini che portano quanto basta per il viaggio e si soffermano poco nelle cose perché vanno di fretta, evitando di rimanere invischiati nella comodità, nel piacere, nei beni temporali utilizzandoli come fini e non come semplici mezzi.

Una strada conduce al Cielo, l’altra conduce alla perdizione. Io voglio chiedermi spesso su quale via mi sono incamminato e dove sono diretto, per avere sempre contezza della mia situazione. Mai dimenticare che è la morte spirituale che genera la morte eterna. Occorre saper scegliere tra i due diversi modi di vita è decisivo per entrare nel regno dei cieli. Chi sceglie la via stretta, deve sapere che è piena di afflizioni. Perché stretta vuol dire provata nella sofferenza per la fede.

Sia Lodato Gesù, il Cristo!