Martedì 19 gennnaio – Seconda settimana PA – Mc 2,23-28

Il Vecchio Fariseo… Pietro Saltarelli

 

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Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28

 

Avvenne che, in giorno di sabato, Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: “Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?” Ma egli rispose loro: “Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatar, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?”

E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”. Parola del Signore

Mediti…AMO

I discepoli trasgrediscono il riposo sabatico cogliendo delle spighe per sfamarsi. Gesù li difende e che si usava allora adduce alcuni episodi biblici che annullano il ragionamento dei farisei. In più conclude la discussione dichiarando che egli è il Signore del sabato.

Ma noi stamattina dobbiamo entrare in quel campo di grano con Gesù in giorno di sabato per capire più chiaramente la domanda di quelli che avevano criticato le azioni dei suoi discepoli.

Premetto però due dati fondamentali per comprendere meglio:

  1. Sabato è il giorno scelto dal Signore per riposare e vedere compiersi il capolavoro della sua creazione: come prescritto dalla Legge mosaica (vedi Es 20,11; Dt 5, 12-13), anche l’uomo è chiamato a contemplare e ringraziare, fermandosi e cessando ogni attività.
  2. Tutto nella creazione è stato fatto per l’uomo, compreso il sabato. La gloria di Dio è nel vedere realizzata, in pienezza, LA SOMIGLIANZA DELLA CREATURA CON IL CREATORE. La legge aiuta l’uomo in questo, ma non può sostituirsi all’offerta dell’amore di Dio per noi.

In Matteo 12,1 si dice che i discepoli avevano fame e presero a raccogliere le spighe; il Vangelo di Luca sottolinea anche il modo in cui ciò avvenne “sfregandole con le mani”.

Facendosi scudo della Bibbia, i farisei criticano l’atteggiamento dei discepoli, invocando una trasgressione della legge del Sabato (Es. 20,8-11). Gesù citando le SCRITTURE, indica gli argomenti che giustificano il loro atteggiamento:

  1. Durante più di cinquecento anni, fin dal tempo della schiavitù a Babilonia fino all’epoca di Gesù, i giudei avevano osservato la legge del sabato, che aveva dato loro un forte segnale d’identità. E il sabato era rigorosamente osservato.
  2. All’epoca dei Maccabei, verso la metà del 2’ secolo a.C., questa osservanza giunge ad un punto critico. Attaccati dai greci un giorno di sabato, i ribelli Maccabei preferirono lasciarsi uccidere piuttosto che trasgredire il sabato usando le armi per difendere la propria vita. Per questo, morirono MILLE persone (1Mac 2,32-38). Riflettendo sul massacro i capi Maccabei conclusero che dovevano resistere e difendere la propria vita, anche in un giorno di sabato (1Mac 2,39-41).

Gesù ebbe lo stesso atteggiamento:

  1. spiegò il valore della legge del sabato a favore della vita, poiché la legge esiste per il bene della vita umana, e non viceversa. Non si può morire per la Legge!
  2. E ricorda ai farisei che anche il Re Davide stesso fece una cosa proibita, perché prese i pani sacri del tempio e li dette ai soldati che avevano fame (1 Sam 21,2-7). Davide si prese cura dei suoi compagni, ben conscio che LA CARITÀ FRATERNA, che scioglie qualunque osservanza, È PIÙ IMPORTANTE DELLA LEGGE.
  3. E Gesù termina con due frasi importanti:
  • Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato. Il Signore osserva il sabato, dunque, e però non è il sabato a essere il signore del Signore, perché è il più grande che benedice il più piccolo e non viceversa.
  • il Figlio dell’Uomo è signore del sabato! Di fronte a Lui la Legge DEVE ASSUMERE IL GIUSTO SIGNIFICATO E NON ESSERE PIU’ ESTREMIZZATA. orse il precetto è signore dell’uomo perché l’uomo osserva il precetto? Il precetto è al servizio dell’uomo poiché il precetto non può essere un idolo posto accanto al Creatore del mondo! Inoltre Egli possiede autorità sovrana sopra l’uso che si fa del sabato, perché è DIO!
  • Gli evangelisti Matteo e Luca ci raccontano Gesù nel deserto per quaranta giorni e quaranta notti e poi ebbe fame. E redarguì il demonio dicendogli “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. FU VINCITORE IRREMOVIBILE.

Eppure di fronte al bisogno dei suoi discepoli, Gesù lascia che si sfamino, TRALASCIANDO L’OSSERVANZA ESTERIORE DEL SABATO CHE AVREBBE IMPEDITO SIA IL CAMMINO CHE IL LAVORO.

Gesù sa imporre a sé grandi SACRIFICI, MA VERSO GLI ALTRI SI MOSTRA PIENO DI MISERICORDIA, E NON CHIEDE SACRIFICIO.

Così hanno fatto i santi, capaci di essere esempio di grande ascesi, e capaci di cura materna nei confronti dei loro fratelli e delle loro sorelle, DONANDO LORO NON SOLO IL PANE, MA ANCHE IL MOTIVO PER MANGIARNE SENZA VERGOGNARSENE.

La vita dei santi è come un commento vivente al vangelo, e oggi vorrei ricordare un episodio della vita di Francesco d’Assisi narrato nella Leggenda Perugina, al capitolo 1:

“All’inizio, quando Francesco cominciò ad avere dei fratelli dimorava con essi presso Rivotorto. Una volta, sulla mezzanotte, mentre tutti riposavano sui loro giacigli, un frate gridò all’improvviso: “Muoio! muoio!”. Tutti gli altri si svegliarono stupefatti e atterriti. Francesco si alzò e disse: “Levatevi, fratelli, e accendete un lume. Accesa la lucerna, il Santo interrogò: ‘Chi ha gridato: Muoio?’. Quello rispose: ‘Sono io’. Riprese Francesco: ‘Che hai, fratello? Di cosa muori?’. E lui: ‘Muoio di fame’. Francesco, da uomo pieno di bontà e gentilezza, fece subito preparare la mensa. E affinché quel fratello non si vergognasse a mangiare da solo, si posero tutti a mangiare insieme con lui. Sia quel frate sia gli altri si erano convertiti al Signore da poco tempo, e affliggevano oltremisura il loro corpo. Dopo la refezione, Francesco parlò: ‘Cari fratelli, raccomando che ognuno tenga conto della propria condizione fisica. Se uno di voi riesce a sostenersi con meno cibo di un altro, non voglio che chi abbisogna di un nutrimento più abbondante si sforzi di imitare l’altro su questo punto; ma, adeguandosi alla propria complessione, dia quanto è necessario al suo corpo. COME CI DOBBIAMO TRATTENERE DAL SOVERCHIO MANGIARE, NOCIVO AL CORPO E ALL’ANIMA, COSÌ, E ANCHE DI PIÙ, DALLA ECCESSIVA ASTINENZA, POICHÉ IL SIGNORE PREFERISCE LA MISERICORDIA AL SACRIFICIO’”.

Ma a quel tempo la Legge sullo SHABBÀT era davvero ferrea. Imponeva «Per sei giorni lavorerai, ma nel settimo riposerai; dovrai riposare anche nel tempo dell’aratura e della mietitura» (Es 34,21). Si trattava dunque di un’azione ammessa dalla legge (Dt. 23,25) ma i farisei la consideravano mietitura, quindi un lavoro che era proibito di sabato (Es 34,21), così chiesero a Gesù una spiegazione.

I discepoli avrebbero trasgredito questa norma “mietendo” quelle poche spighe per così mettere a tacere la loro fame.

Non tenendo presente che la tradizione rabbinica enumerava ben 39 azioni da non porre in essere nel giorno di sabato. La numero 5, riguardava appunto il “Trebbiare” e comprendeva «ogni attività mediante la quale un prodotto naturale, solido o liquido, viene separato dal guscio o da altro contenitore naturale»

Sia Lodato Gesù Cristo!

 

Diacono Pietro Saltarelli