LUNEDI’ XVI^ SETTIMANA T.O. – Mt 12,38-42 La regina del Sud si leverà contro questa generazione

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore

Mediti…AMO
Salomone dalla Scrittura è presentato come la persona più sapiente della terra, non per effetto dello studio, ma per DONO DI DIO. Il Signore gli aveva fatto dono della sua sapienza al di là dell’umanamente pensabile.
Questa ricchezza di sapienza però non lo salvò, perché lui di essa ne fece un fine a sé stesso e non la indirizzò per conoscere meglio il Signore Iddio. Una sapienza usata per le cose della terra alla fine si trasforma in stoltezza e Salomone alla sera della vita divenne stolto, divenendo idolatra.
E abbandonò Dio che lo aveva reso celebre su tutta la terra, ricolmandolo di grandissima fama e lode.
Non c’è paragone con Gesù, che è assolutamente più grande di Salomone, perché il Cristo è la Sapienza Eterna del Padre. E, del Padre, Lui è la Luce e la Vita, la Verità e la Grazia, la Conoscenza e l’Intelligenza, ma è anche la Salvezza, la Redenzione, la Giustificazione, il Sacramento eterno.
Gesù ha trasformato la sua Sapienza, facendola divenire olocausto e sacrificio d’amore per il Padre suo. A questo serve la sapienza: a far sì che tutta la nostra vita diventi un’offerta DI RENDIMENTO DI GRAZIE, BRUCIATA SULL’ALTARE DELL’AMORE ETERNO DI DIO.
Dinanzi ad una sapienza così alta, che è il segno dei segni, farisei e scribi chiedono un segno a Gesù. Dimenticando che è somma stoltezza chiedere alla sapienza un segno. E Gesù non da nessun segno, se non il segno della sua morte, della sua sepoltura, e della sua gloriosa risurrezione. Perché è una generazione perversa adultera, cioè perversa vuol dire che “è versa”, ovvero rivolta di qua e di là, fuorché nella direzione giusta.
Non solo siamo perversi, ci dice Gesù, ma anche adulteri. Qui è inteso in senso figurato.
Essere adulteri vuol significare che il nostro cuore è volto ad altri dei o idoli, invece di essere indirizzato verso L’UNICO E SOLO AMORE NOSTRO CHE È LUI: INFATTI SOLO LUI SIAMO CHIAMATI AD AMARE CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA MENTE, CON TUTTA LA NOSTRA ANIMA.
Invece il nostro cuore e la nostra mente sono girati da tutte le parti, fuorché verso Dio. Non solo, chiediamo anche dei segni che ci confermino nelle nostre scellerate direzioni. E non pensiamo nemmeno lontanamente che Dio non approva il male perché fa male a noi innanzitutto. E poi, perché è contro la sua essenza.
E anche noi siamo perversi e adulteri, come tutte le generazioni che si sono susseguite e che si susseguiranno sotto il sole. Siamo come i bambini capricciosi che non credono se non vedono. Corriamo a destra e a sinistra, dietro ai miracoli, alle apparizioni, alle Immagini che sanguinano o piangono sangue o olio, o lacrime, PERO’ CI GUARDIAMO BENE -AHIMÈ- DAL “CORRERE DIETRO ALLA PAROLA DI CRISTO”, PER FARNE L’UNICA RAGIONE DELLA NOSTRA VITA.
Gesù è irritato dalla durezza di cuore dei giudei: nonostante la sua predicazione e i segni che l’accompagnano, nonostante la testimonianza di molte persone che parlano delle guarigioni, interiori e fisiche ottenute, chiedono ancora segni. Il profeta, a malavoglia, per tre giorni percorse le strade di Nìnive minacciando la fine di tutto e, meraviglia delle meraviglie, i niniviti gli diedero retta, CONVERTENDOSI.
Nessun segno sarà dato. Dio tace. Siamo di fronte al silenzio di Dio. Il silenzio di Dio è la sua rivelazione più precisa:
• ha taciuto davanti al Sinedrio;
• ha taciuto davanti a Pilato e quel suo silenzio è la grande rivelazione di Dio.
• Se avesse parlato ci avrebbe condannato, il suo silenzio è il non volerci condannare.
Amos (8, 4-11), ci parla della più grande maledizione biblica, dicendo che:
“Voi cercherete il Signore da Oriente a Occidente, da Nord a Sud e non lo troverete”, cioè il silenzio sottrae Dio alla ricerca, perché? “Perché voi operate l’ingiustizia e volete che Dio confermi la vostra ingiustizia”, è chiaro che tace.
Quindi il silenzio di Dio va letto con molta attenzione. Quando Dio non dà nessun segno è perché i segni stanno dall’altra parte. Mi spiego: quando una strada vedete che è finita, spero vi venga il sospetto che magari bisogna girarsi e cominciare il cammino in una direzione diversa.
Quindi il silenzio di Dio è un segno grandissimo, è il segno che in quella direzione non ci sono segni perché è sbagliata la direzione. E c’è esattamente nella direzione opposta, cioè è segno di conversione, di misericordia sua.
L’unico segno che viene dato a questa generazione è il segno di Giona, un profeta che non voleva annunciare Dio e per questo finì tre giorni nel ventre della balena, nell’abisso, nella morte. Un episodio posto all’inizio delle peripezie del profeta che fugge da Dio, naufraga e viene inghiottito e risputato da una balena, prefigurazione anticotestamentaria della morte e della risurrezione del Signore.
È lì è il luogo dove il Cristo si rivelerà solidale con ogni generazione perversa e adultera. È la risposta di Dio al male. Dio viene dove ci porta il nostro male; si carica sulle spalle i nostri peccati e le nostre colpe, come fossero colpe sue. E la croce diventa la risposta di Dio alla provocazione del male dell’uomo.
E LA CROCE È UNA RISPOSTA SOLO DIVINA. SOLO DIO INFATTI DÀ QUESTA RISPOSTA.
E in questa prospettiva si comprendono le oscure parole di Giovanni “…Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. Il guardare Colui che è stato trafitto, trafigge anche me perché l’ho trafitto io. Egli s’è fatto trafiggere a causa del mio peccato.
QUINDI È PROPRIO GUARDANDO IL CRISTO CROCIFISSO CHE CESSA LA PERVERSIONE E L’ADULTERIO. Giovanni al capitolo 8, 28 dice ancora “Quando sarò innalzato da terra, dice il Figlio dell’uomo, saprete che io sono”, cioè lì conosciamo Dio () “e attirerò tutti a me”. Finalmente non fuggiremo più. Quindi il segno di Giona è l’astuzia di Dio, è come risposta alla nostra adesione al male.
E DAVANTI A TUTTO IL MALE DIO RISPONDE ESPRIMENDO TUTTO IL BENE CHE È IL SEGNO DI GIONA, CIOÈ LA SUA CROCE.
E infine, sue parole sulla REGINA DEL SUD.
• “42La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall’estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora più di Salomone qui!”
Si parla della Regina di Saba che rappresenta i pagani ben disposti, i lontani ben disposti, come sarà anche nel Nuovo Testamento, Candace, discendente da questi.
Anche qui il pagano ben disposto, il lontano che è vicino, cercano con cuore sincero la sapienza del cuore.
La ricchissima REGINA “MALEKKAT SHEB’A” meglio nota come LA REGINA DI SABA (di cui si parla nella Bibbia e nel Corano –che la chiama col nome di BILQIS e nel Kebra Nagast, ovvero la Gloria dei Re, che è un antico testo etiope di grande importanza storica, religiosa e archeologica, del IV’’ secolo d.C.) appartiene a coloro che ricercano la sapienza del cuore, partendo sin dai confini della terra per recarsi a Gerusalemme per ascoltare la sapienza di Salomone. La Regina di Saba, venuta per acquisire sapienza, era stata mossa dallo Spirito.
Gesù ci sta ricordando che una regina pagana mossa dallo Spirito Santo andò ad ascoltare Salomone, invece, gente perversa (Scribi, Farisei e NOI TUTTI) abbiamo davanti il Messia, e non solo non lo ascoltiamo anzi, troppo spesso lo diffamiamo. Invece la REGINA DEL SUD si era messa in viaggio da lontano per ascoltare Salomone che parlava LA LINGUA DI DIO.
Ecco perché, in dono, anche lei sorgerà, il Giorno del Giudizio, il grande “Yom Ha Din”, e condannerà questa generazione adultera e perversa che si è rifiutata di ascoltare la sapienza.

 

È da notare che in data 11 maggio 2008 sono state scoperte nei pressi di Axum (o Aksum) in Etiopia le rovine dell’antico palazzo regale risalente al X secolo a.C. e probabilmente appartenente alla leggendaria Regina di Saba. Interessante seguire le future ricerche archeologiche sulle tracce dell’Arca dell’Alleanza. L’antico testamento fa riferimenti alla Regina di Saba ed al suo viaggio per conoscere Salomone (1 Re 10,4), ed anche il vangelo di Matteo (12,42): «Ecco ora qui c’è più di Giona! La regina del Sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall’estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ecco ora qui c’è più di Salomone!».

Il Cristo è la Parola stessa di Dio che si incarna per offrire il banchetto della sapienza, cioè della conoscenza tra Padre e Figlio, cioè la vita dell’uomo nuovo.
Amo questa conclusione dura di Gesù con Ninive E LA REGINA DI SABA CHE CI CONDANNA, perché anche noi commettiamo lo stesso peccato della sua generazione, un peccato più grande di quello di Ninive. CIOÈ IL PECCATO DELL’INCREDULITÀ, DELLA RICERCA DI SEGNI.
Mirabile pedagogia di Cristo, il quale, ci vuole convertire dal nostro peccato dicendoci “… state tranquilli c’è un segno anche per voi, è il segno di Giona. Questo come entra nel cuore della terra entrerà anche nel vostro cuore”.
Ancora due parole sul libro di Giona. È un testo scritto molto probabilmente dopo l’esilio, in cui l’ignoto autore descrive la sua esperienza di dubbio e di travaglio interiore che sfocia nella felice soluzione che Dio infine gli rivela (qualcosa di molto simile avviene nel libro di Giobbe).
A questo pio e saggio israelita riesce molto difficile pensare che le genti, i popoli di cui ha fatto terribile esperienza, in particolare a Babilonia, possano essere amati da Dio e addirittura da Lui salvati. Si chiede infatti “È mai possibile che ci sia salvezza anche per questi farabutti?”.
Allora compone un libro rifacendosi ad un profeta vissuto qualche secolo prima (di cui ci parla il secondo Libro dei Re: 2Re 14,25) che è un racconto, non storico ma profetico. Dio manda Giona, assolutamente riluttante, a predicare a Nìnive, annunciando la sua distruzione (tra 40 biblici giorni).
NÌNIVE PERÒ SI CONVERTE E IL CASTIGO ANNUNCIATO NON AVVIENE.
Il profeta ci rimane assolutamente male e soffre di questo perdono, finché Dio non gli fa capire la grandezza della sua misericordia.
Questo è il “segno di Giona” che Gesù compie con la sua vita, con la sua morte e resurrezione, che sono il suo Vangelo.
In questo tempo intermedio tra le due venute del Signore siamo invitati ad accogliere con umiltà l’invito alla conversione che ci è proposto, come gli abitanti di Nìnive.
La conversione non ci cade addosso, Fratelli e Sorelle, ma richiede la nostra accoglienza, che produrrà la Salvezza o la Condanna. SE CHIUDIAMO IL NOSTRO CUORE, NON SARÀ LUI A CONDANNARCI, MA LA PAROLA DI VERITÀ USCITA DALLA SUA BOCCA.
Perché Dio non dà un segno assolutamente evidente ed inequivocabile che garantisca ora, adesso, la sua rigorosa giustizia? Perché aspetta?
Perché «Dio è Amore» (1Gv 4,8.16) e l’amore non si impone.
Ricordiamoci sempre che per chi sa vedere, tutto è segno di Dio e Gesù è «il Dio con noi». Ma per chi non sa vedere c’è la paziente scuola di lettura della Scrittura. E per chi non vuole imparare, nessun segno è sufficiente.
Anche Israele nel deserto chiede un segno a Massa e Meriba («Prova» e «Protesta») con la domanda: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Non vogliate allora tentare sempre il Signore nostro Dio…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!