LUNEDI’ 4^ SETTIMANA DI PASQUA – Gv 10,1-10 Io sono la porta delle pecore
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nella Bibbia la figura del pastore è una tipologia di figura e di parabola molto comune.
Infatti il Signore Dio, è chiamato il “Pastore d’Israele” (Sal 80,2) e il suo popolo è il “SUO gregge” (Sal 78,52; 95,7; 100,3). Le diverse situazioni in cui si trovano il pastore e il gregge servono a descrivere spesso delle condizioni storiche, che determinano i rapporti tra Dio e il suo popolo.
Dio è il Pastore, e invia al suo gregge dei pastori scelti “perché la comunità dei credenti non sia un gregge senza pastore” (Nm 27,17). Spesso però questi pastori diventano infedeli alla loro missione e diventano “cattivi pastori”. Ma ci sono anche altri che non sono stati inviati da Dio, che “si fanno pastori”, ma per cattivi scopi. I profeti hanno più volte denunciato situazioni, nelle quali il popolo del Signore geme e soffre, annunciando però allo stesso tempo la venuta di Dio o del suo Messia, che saranno i veri pastori delle sue pecore (Ger 23,1-6; 31,10; Ez 34,1-31):
«Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione.» (Libro di Ezechiele, capitolo 34, vv. 10-13) |
Nel vangelo di Giovanni, al capitolo 9, Gesù è a Gerusalemme per celebrare la festa della Dedicazione del tempio, ed avviene come al solito, uno scontro con alcuni farisei, in quanto aveva guarito in giorno di sabato un cieco nato. Questi grazie alla fede ora poteva vedere, mentre le guide religiose di Israele erano cieche. Il Signore, pur essendo venuto per guarire chi è cieco, nulla può in favore di chi vede, ma resta nell’incredulità, perché NON VUOLE giungere alla luce (Gv 9,40-41).
Cerchiamo di capire la tipologia di insegnamento di Gesù, che è un finissimo oratore:
- costruisce un enigma attraverso le immagini (Gv 10,1-6)
- segue la spiegazione preliminare che lo risolve rivelandolo come MISTERO DI FEDE (Gv 10,7-18)
- e infine dà un insegnamento (Gv 10,19-21).
Ecco dunque l’enigma: “Amen, amen io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante”.
Gesù di dice che:
- ci sono individui che entrano nel recinto del gregge, scavalcando il recinto: ESSI SONO I LADRI E I BRIGANTI. Sono ladri perché rubano e sono briganti, che possono entrare nel recinto solo con l’inganno, perché evitano chi è a guardia del gregge; sono in realtà lupi (At 20,28-30). SONO IMMAGINE DI FALSI PASTORI CHE NON SI CURANO DEI BISOGNI DELLE PECORE MA PENSANO SOLO AL LORO PROFITTO.
- Invece “il pastore delle pecore entra attraverso la porta” e il guardiano posto all’ingresso del recinto lo riconosce e gli apre e solo allora “le pecore ascoltano la sua voce. Egli le chiama ciascuna per nome, perché le conosce una ad una, e le conduce fuori”.
Ecco la spiegazione:
- GESÙ È IL PASTORE BUONO ED ETERNO E IL PADRE È IL GUARDIANO CHE GLI APRE.
- È infatti il Padre che gli ha dato le pecore (Gv 17,6-8), che lo ha inviato (Gv 8,16.42), che gli ha messo tutte le pecore nelle sue mani (Gv 3,35; 5,22).
- Dunque il Padre riconosce Gesù come pastore unico del gregge, e così fanno anche le pecore: esse riconoscono la sua voce, LA ASCOLTANO ED ESULTANO, sentendosi da lui chiamate ciascuna con il proprio nome.
- Gesù ha un compito preciso: chiamando le pecore per nome, le fa “uscire”, fa compiere loro un esodo dal recinto ai pascoli erbosi e alle acque tranquille, verso la libertà, SOTTO LA SUA ATTENTA GUIDA.
- In queste poche parole è delineato tutto il cammino del discepolo, pecora del gregge di Gesù: deve ascoltare la voce del pastore, deve riconoscerla come parola per sé, deve dunque conoscere il pastore e quindi seguirlo verso i pascoli della libertà, in vista di una “vita in abbondanza”.
Ecco l’INSEGNAMENTO finale, che spiega l’enigma mediante due affermazioni:
- “io sono la porta” (Gv 10,7.9) Si faccia attenzione: Gesù non dice di essere LA PORTA DEL RECINTO, ma la porta delle pecore! Egli non è una porta che fa accedere a un recinto, a un’istituzione: ma È LA PORTA A SERVIZIO DELLE PECORE. Nell’Antico Testamento L’IMMAGINE DELLA PORTA È RIVELATIVA DI UN PASSAGGIO VERSO IL CIELO (Gen 28,17), di un passaggio per accedere alla presenza del Signore (Is 60,11; Sal 118,19-20). Qui Gesù è una porta piccola e stretta (Mt 7,13-14; Lc 13,24), unica via di entrata e di uscita verso Dio Padre. Venuta la pienezza dei tempi, quando “si adora Dio in Spirito e Verità” (Gv 4,23-24), GESÙ È ORMAI L’UNICO ACCESSO A DIO, L’UNICA VIA PER FAR PARTE DEL GREGGE DEL SIGNORE: È UNA PORTA APERTA SU UNO SPAZIO SENZA LIMITI. Negli ultimi discorsi ai suoi discepoli dirà “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), parole che esplicitano l’affermazione “Io sono la porta”, che esprimono e sono il cammino che conduce alla conoscenza di Dio e dunque alla vita per sempre (Gv 17,3).
- e “io sono il buon pastore” (egò eimi o poimen o kalos) (Gv 10,11.14). L’altra spiegazione dell’enigma consiste nella sua autorivelazione, con la quale Gesù di definisce “pastore bello e buono”: “Io sono il pastore bello e buono, che dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11). LA MANIFESTAZIONE DELLA VENUTA “PASTORALE” DI GESÙ NON CONSISTE NELLE IDEE, NELLA DOTTRINA, NEL SOLO INSEGNAMENTO, MA NEL DEPORRE E SPENDERE LA VITA PER LE PECORE. E SE DIO ERA CANTATO NEL SALMO QUALE PASTORE DEL CREDENTE AL QUALE NULLA MANCA (Sal 23,1), GESÙ DÀ LA SUA VITA PER LE PECORE. E se nei vangeli sinottici il pastore della parabola era pieno di amore, fino ad andare a cercare la pecora smarrita per riportarla a casa (Mt 18,12-14; Lc 15,4-7), QUI IL PASTORE DÀ LA SUA VITA SIA PER LA PECORA SMARRITA SIA PER QUELLA CHE RESTA NEL RECINTO.
Viene così SPIEGATO il rapporto tra il pastore e le pecore: UNA CONOSCENZA RECIPROCA CHE DIVENTA AMORE, attraverso una esperienza meravigliosa, nella quale si ascolta la voce del pastore, E CI SI SENTE AMATI, COMPRESI, PERDONATI DA UN AMORE CHE È SEMPRE ANCHE MISERICORDIA.
E la Chiesa è il gregge del Signore, è una realtà viva, UN CORPO NEL QUALE DEVE BRILLARE L’AMORE DI DIO.
UNA CHIESA CHE DEVE ESSERE A SUA IMMAGINE.
Perché la sua missione di dare e spendere la vita –CON AMORE- deve essere indirizzata a tutti gli esseri umani, ANCHE SE APPARTENGONO AD ALTRI OVILI, non solo ai cristiani.
PERCHÉ VERRÀ IL GIORNO IN CUI ANCHE QUESTE PECORE PROVENIENTI DALLE GENTI POTRANNO ASCOLTARE LA VOCE DI CRISTO E COSÌ DIVENIRE PECORE CHE FARANNO PARTE DEL SUO GREGGE (Gv 10,16).
ED EGLI SARÀ COSÌ IL SOLO PASTORE, BUONO ED ETERNO, DELL’UMANITÀ E DI TUTTA LA CREAZIONE.
Sia Lodato Gesù, il Cristo!