GIOVEDI’ XXXIII SETT. T.O. SAN MARTINO TOUR 11.11.2021 – Luca 17,20-25 “Quando verrà il regno di Dio”

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

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Dal Vangelo secondo Luca 17,20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà “Eccolo qui”, oppure “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno “Eccolo là”, oppure “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

LA VITA E IL PENSIERO DEL SANTO

Martino di Tours (316–397) vescovo cristiano del IV secolo. Originario della Pannonia, nell’odierna Ungheria, esercitò il suo ministero nella Gallia del tardo impero romano.

Tra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa cattolica, è venerato anche da quella ortodossa e da quella copta.

Si celebra l’11 novembre, giorno dei suoi funerali avvenuti nell’odierna Tours. È considerato uno dei grandi santi della Gallia insieme a Dionigi, Liborio, Privato, Saturnino, Marziale, Ferreolo e Giuliano.

In Italia vi sono oltre 900 chiese a lui dedicate, tra cui il Duomo di Lucca. È uno dei fondatori del monachesimo in Occidente.

Egli rivelò, ancora soldato e catecumeno, la sua carità evangelica dando metà del mantello a un povero assiderato dal freddo.

Dopo il Battesimo si mise sotto la guida di sant’Ilario (nel 339) e fondò a Ligugè, presso Poitiers, un monastero (nel 360), il primo in Occidente.

Ordinato sacerdote e vescovo di Tours (nel 372), si fece apostolo delle popolazioni rurali con l’aiuto dei monaci del grande monastero di Marmoutiers (Tours).

Unì alla comunicazione del Vangelo un’incessante opera di elevazione sociale dei contadini e dei pastori.

La sua figura ha fondamentale rilievo nella storia della Chiesa in Gallia, sotto l’aspetto pastorale, liturgico e monastico. Santo molto popolare, è il primo confessore non martire ad essere venerato con rito liturgico. La sua «deposizione» l’11 novembre è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI).

ESAME DEL TESTO EVANGELICO

Nel Vangelo di Luca gli studiosi hanno ritagliato due brani che sembrano affacciarsi su quell’ orizzonte estremo che sta alla fine della storia: è quella che tecnicamente viene chiamata “escatologia”, cioè “discorso sulle realtà ultime”, e che è espresso in un linguaggio denominato come “apocalittico”, cioè “rivelazione” di qualcosa di misterioso.

Si parla quindi di “piccola apocalisse” di Luca, presente in 17,20-37, e di “grande apocalisse” di Luca, che si legge in 21,5-36.

Il brano di oggi parla proprio della prima “piccola” rivelazione che Gesù fa del “regno di Dio”.

Questo discorso, centrale nella predicazione di Gesù, designa il progetto che Dio vuole attuare, con la libera collaborazione dell’umanità, nei confronti del creato e della storia.

La pienezza di questo disegno di salvezza si raggiungerà alla fine della vicenda di tutto l’essere creato quando, come si legge nell’ Apocalisse, si avranno «un cielo nuovo e una terra nuova e il cielo e la terra di prima scompariranno» (21,1).

Sorgerà, allora, un mondo di giustizia, bellezza, amore e verità, e questa sarà “l’escatologia” in senso stretto.

In questo contesto Gesù invita i suoi interlocutori a non perdere tempo a domande inutili sulla venuta del regno di Dio, ma ad accoglierne la presenza attuale, seppur modesta, ma già in azione.

Non per nulla il suo primo discorso era stato limpido e netto «…Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Marco 1,15).

Gesù ribadisce, nel Vangelo di Luca, che «il regno di Dio è in mezzo a noi». Cioè, è già presente, e la sua presenza lo annunzia e lo testimonia.

L’ espressione greca entòs hymôn, “in mezzo a voi”, può anche significare “dentro di voi”, cioè nell’intimità dei cuori.

Questa idea, che pure ha un suo valore, non è però direttamente intesa da Gesù, che getta lo sguardo piuttosto su tutta la storia e la creazione, come appare nell’insieme del suo discorso detto appunto “la piccola apocalisse”, la “rivelazione” sul senso globale e profondo della realtà

Ma veniamo alla domanda “…quando verrà il regno di Dio?”, rivolta dai farisei a Gesù. Domanda che molti ancora oggi si pongono: verrà nel 2021? In fondo molti lo aspettano da 2021 anni, sarà pure ora che arrivi!

Ma il Regno di Dio È GIÀ in mezzo a noi, dice il Signore, il Regno di Dio è impastato col nostro mondo, ne fa parte integrante.

Ne fa parte, non è altro, non è qualcosa di diverso.

Molti, ci ammonisce il Signore, pensano di incontrarlo altrove, negli eventi eclatanti, correndo dietro a miracoli e alle apparizioni. Non è così.

È il nostro sguardo che lo deve riconoscere, è il nostro cuore che è chiamato ad accorgersene.

Povera quella fede che ha bisogno di miracoli per poter crescere! Ancor più misera quella fede che ha bisogno di conferme per poter andare avanti!

E Gesù chiarisce: il Regno di Dio non irrompe nella storia a suon di tuoni, fulmini e bagliori.

Ma in maniera discreta e affatto evidente, tanto che È GIA’ IN MEZZO A NOI!

Gesù ci obbliga alla Conversione e alla Fede.

Lo stupore e gli effetti speciali dobbiamo viverli nel nostro cuore, quando, gioendo, riconosciamo l’opera mirabile di Dio nelle cose di tutti i giorni, nella nostra quotidianità spesso dimessa e quasi mai esaltante.

Il problema è che non siamo capaci di vederlo e di riconoscerlo.

Certo, è presente, ma non è ancora compiuto. E cresce giorno per giorno fino al ritorno glorioso del Signore alla fine della Storia della Salvezza.

Ma, qui e adesso, sta a noi costruirlo, giorno dopo giorno. Tenendo sempre a mente che il Regno è là dove Dio regna, dove alcuni discepoli si riuniscono per vivere il Vangelo, dove alcuni annunciano e testimoniano il Signore della Vita.

I farisei, contemporanei di Gesù, da sempre sognatori di potere, pensavano che il Regno di Dio potesse arrivare solo quando la gente fosse giunta alla perfetta osservanza della Legge di Dio.

La loro attesa è fortemente legata a criteri umani, sperano quindi che la manifestazione divina sia accompagnata da bagliori di grandezza e dal ripristino di glorie passate.

Da un altro canto, per loro, la venuta del Regno, sarebbe stata la ricompensa di Dio al buon comportamento della gente, e il Messia sarebbe venuto in modo solenne, come un re, nella gioia del suo popolo.

La loro era la tipica pretesa dell’uomo di ogni tempo, di avere un controllo sul tempo, quasi a volerlo possedere.

Ma Gesù dice loro il contrario e sconfessa le loro assurde attese.

La venuta del Regno non può essere osservata come si osserva la venuta dei re della terra.

Anche i discepoli attendevano l’arrivo del Regno di Dio in modo spettacolare e per questo facevano le stesse domande che facevano i farisei.

Gesù rivela loro che il Regno è già qui ed ora, indipendentemente dai nostri sforzi o meriti, e che dobbiamo solo attendere il ritorno del Figlio di Dio.

La presenza del Cristo HA GIÀ DETERMINATO L’AVVENTO DEL REGNO.

L’accoglienza del suo vangelo e il vivere in conformità ad esso fa sì che il Regno arrivi dentro di noi.

Occorre però tenere limpido lo sguardo della FEDE per «vedere» il giorno del Signore, per accorgersi dell’evento salvifico che egli porta a tutti noi, per godere della sua salvezza ed essere certi della sua e nostra risurrezione.

Il Regno di Dio è nella santità di tutti i giorni, nella santità della vita ordinaria, nella semplicità e nella croce quotidiana di tante persone che portano avanti la famiglia; nei genitori che curano i figli, nei giovani e nei bambini che scoprono la bellezza della vita

È già presente nel cuore di tanti uomini e donne che lottano con la forza della Fede per costruire una cultura di vita e di pace. Nel cuore di tanta gente coraggiosa che, nonostante la sofferenza, continua a sorridere e a camminare seminando vita.

Il Regno di Dio, per dirla ancor più esplicitamente è la Presenza stessa del Signore, il “Dio con noi”: lo stesso Gesù, il Verbo che si è rivestito della nostra debolezza, che ha vissuto tutto della nostra identità di uomini, tranne il peccato.

Nella Sacra Scrittura Egli viene chiamato “Emanuele” che significa “Dio con noi”.

Gesù parla spesso del suo regno, del regno di Dio, del regno dei cieli, e non si tratta di un termine di sua invenzione. L’Antico Testamento parla abbondantemente del regno di Dio, della sua venuta in opposizione ai regni umani e del fatto che JHVH regna! È una promessa e un’affermazione allo stesso tempo.

Il SIGNORE regna per sempre; il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.” (Sl 146,6)

Questa stessa espressione viene ripresa da Gesù che afferma sia la presenza del regno di Dio, come in questo passo che dice che il regno c’è già ed è sempre esistito, nel senso che il mondo non è abbandonato a sé stesso, ma è nelle mani di Dio.

I regni umani possono fare ciò che vogliono, ma l’ultima parola sul mondo è di Dio, ecco come regna.

Tuttavia questo regno si realizzerà totalmente e pienamente solo con il ritorno definitivo di Cristo, quando verrà a giudicare il mondo e a creare nuovi cieli e una terra nuova. Il regno è una di quelle realtà che si vivono nella dimensione del “già e non ancora”, come anche LA SALVEZZA, che solo in parte sono realizzate ed in parte.

I farisei pensavano che il regno di Dio si manifestasse in un modo grandioso. Tuttavia, il figlio di Dio, fin dalla sua nascita a Betlemme, ci ha mostrato che la Redenzione seguirà altre rotte, ben diverse da quelle da loro immaginate.

Il regno di Dio è arrivato con una semplicità e una normalità disarmante. Tanto che, molti non possono credere che sia già presente in mezzo a noi. Ritengono troppo scandaloso che la Verità più profonda irrompa in un modo tanto semplice e discreto.

Gesù ci ha insegnato che la Fede è un dono che Dio concede ai semplici di cuore: a quelle persone che sanno trovarla in mezzo alle normali occupazioni e con le persone con le quali coltivano una relazione.

È sufficiente che abbiano un cuore pronto ad accogliere e giovane tanto da voler imparare quello che Egli ci insegna.

Dio ci parla attraverso lo Spirito. E lo fa quando vuole e dove vuole. Così ne parlava santa Teresina «Il Dottore dei dottori insegna senza tanti discorsi. Non l’ho mai sentito parlare, però so che è in me. In tutti gli istanti mi guida e mi ispira; ma è proprio nel momento opportuno che scopro chiarezze fino allora sconosciute. Regolarmente non brillano ai miei occhi nelle ore di orazione, ma in mezzo alle occupazioni della giornata».

A noi compete mettere il desiderio e l’attenzione nell’ascoltarlo. Dobbiamo lasciargli il timone della nostra anima e lottare per seguire in ogni istante le sue ispirazioni.

San Bernardo di Chiaravalle, in un sermone del tempo di Avvento, parla di tre venute di Gesù.

  1. La prima venuta, quando s’incarnò; l’ultima, quando verrà come giudice.
  2. C’è una venuta intermedia, che è quella che ha luogo adesso nel cuore di ciascuno di noi.
  3. È lì dove si fanno presenti, a livello personale e di esperienza, la prima e l’ultima venuta.

La sentenza che Gesù pronuncerà il giorno del Giudizio, sarà quella che risuoni adesso nel nostro cuore. Ciò che non è ancora arrivato, è già fin d’ora una realtà.

Il Papa San Leone Magno, ha detto:

  • Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). Ma qual è il tesoro dell’uomo, se non la messe delle sue opere e il raccolto delle sue fatiche? “Infatti, ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Gal 6,7) e, qual’ è la prestazione di ciascuno, tale sarà anche il compenso che riceverà.

Mentre Papa Francesco, ha detto:

  • “Il Regno di Dio è come una madre che cresce e feconda. Dona sé stessa perché i figli abbiano un pasto e una abitazione, secondo l’esempio del Signore.

Oggi è un giorno per chiedere la GRAZIA DELLA DOCILITÀ ALLO SPIRITO SANTO. Tante volte noi siamo docili ai nostri capricci, ai nostri giudizi. Ma io faccio quello che voglio…’…

Così non cresce il Regno, non cresciamo noi. Sarà la docilità allo Spirito Santo che ci farà crescere e trasformare come il lievito e il seme. Che il Signore ci dia a tutti la GRAZIA di questa docilità”.

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!