DOMENICA SS. TRINITA’ B – Mt 28,16-20 Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

Dal Vangelo secondo Matteo 28,16-20

In quel tempo, gli undici

discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Dice l’autore del Deuteronomio “Interroga pure chi vuoi e fammi sapere se si è mai sentito dire che una divinità si sia occupata degli uomini, abbia udito il loro grido, sia intervenuta e abbia agito”:

  • bene lo sanno i greci e i romani, con il loro Pantheon fatto di divinità umorali e capricciose.
  • bene lo sanno gli assiri, li egiziani, ai medi e i parti, che giungono ad immolare le persone per saziare i loro dei e hanno costruito le tombe più grandi della storia umana. Una fede di morti creata per un paese di morte.

Ma se chiediamo anche noi, alle persone che incontriamo, superando la superficialità di chi crede di credere e di sapere, o a noi a noi stessi, senza la Grazia, forse abbiamo grandi difficoltà nel capire qual è il Dio in cui crediamo, di cui ci fidiamo, che certamente:

  • non è quello che benedice i ricchi e i vincenti.
  • non è quello inamovibile di chi si crede sempre dalla parte dei giusti.

No, non si è mai sentito parlare di un Dio che si è sporcato le mani, che ha avuto compassione e ha agito per aiutare l’uomo… non scherziamo. Mette i brividi.

Il popolo d’Israele ha vissuto un’esperienza totalmente unica: ha udito la voce di Dio, è quasi riuscito a contemplarlo faccia a faccia e a rimanere vivo. E gli è stato chiesto di:

  • rendersene conto
  • domandarsene il senso
  • e riconoscere che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: e non ve n’è altro

Al di là di quanto l’uomo possa immaginare o concepire, limitato come è dalla sua esperienza, DIO DESIDERA ENTRARE IN RELAZIONE CON UN POPOLO, VUOLE ENTRARE NELLA SUA STORIA E FARSI VICINO. Si china sui figli dell’uomo, ci dice il Salmo 14,2, perché è un Dio che:

  • ha amato i nostri padri nella Fede,
  • ha scelto la loro discendenza dopo di loro (Dt 4,37),
  • si è innamorato del capolavoro delle sue mani da impegnarsi nel futuro, nella discendenza che verrà nella storia: Dio è fedele a sé stesso.

La storia non è terminata, IL DIO GELOSO È PRONTO A FARE MISERICORDIA, A ONORARE IL SUO PATTO E NE CHIEDE MEMORIA.

Questi avvenimenti passati hanno un grande rilievo sulla vita dell’uomo di tutti in tempi. Proprio per questo nella passata Domenica di Pentecoste avevamo contemplato lo Spirito della verità che coniuga il passato col presente e il futuro: dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future, CI AVEVA DETTO Giovanni al capitolo 16,13.

E nel Libro del Deuteronomio al Capitolo 4,32-34.39-40 leggiamo infatti l’esperienza di Mosè con Dio, col quale “parlava faccia a faccia”:

  • Mosè parlò al popolo dicendo «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?

O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre”.

È motivo costante nella rivelazione divina la richiesta di fare memoria del passato, non per una mera nostalgia di ciò che non è più, piuttosto PERCHÉ NEL PASSATO DIO HA SEMINATO CIÒ CHE ANCORA DEVE ESSERE.

E quest’invito: medita bene nel tuo cuore cosa DIO ha fatto per Israele, TROVA IN MARIA UNA COSTANTE ATTENZIONE PERCHÉ, DA PARTE SUA, CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE, MEDITANDOLE NEL SUO CUORE (Lc 2,12).

È assolutamente necessario meditare, custodire, interrogarsi, fare memoria, perché l’uomo è talmente immerso nella dimensione storica, come lo è nell’aria che respira, da non distinguerla e non comprendere come il tempo sia l’occasione data da Dio per l’incontro con Lui.

Noi infatti non incontriamo Dio in un luogo che Lui ha scelto per incontrarci. Ma è nel tempo, nella dimensione storica che Dio si lascia incontrare.

Ora, alla luce di quanto sin qui illustrato, per quanto possibile, cerchiamo di balbettare qualche parola per scoprire questa domenica, UN GRANDE MISTERO DI DIO, che ci è proposto dalla Liturgia…

La Chiesa fa memoria della SOLENNITA’ DELLA TRINITA’ SANTISSIMA e nella confessione della vera fede riconosce la gloria della TRINITÀ e adora L’UNICO DIO IN TRE PERSONE, PERFETTAMENTE UGUALI, SEPARATE E DISTINTE…

Dicevamo è una grande Solennità, ma un argomento molto poco conosciuto a causa della sua estrema complessità, in quanto insieme a quello DELL’UNICITÀ DI DIO è UN DOGMA FONDAMENTALE NELLA RELIGIONE CRISTIANA, AL PUNTO CHE, NÉ LA CHIESA CATTOLICA, NÉ LE ALTRE CHIESE CHE CONFESSANO TALE MISTERO, CHIAMANO GENERICAMENTE CRISTIANI QUANTI INVECE NON LO PROFESSANO.

Il termine Trinità indica ciò che la rivelazione portata da Cristo ha fatto conoscere: OVVERO IL MISTERO DI DIO, che pur essendo UNO e Unico (lo professiamo infatti “in una sola natura o sostanza divina”), sussistono in questo mistero, TRE PERSONE UGUALI E DISTINTE.

Le tre persone (o, in greco ipostasi), sono conosciute come:

  • DIO PADRE: l’origine prima della vita trinitaria e il creatore dell’universo;
  • DIO FIGLIO: generato dal Padre prima della creazione del mondo, è colui per mezzo del quale tutto è stato creato; fatto uomo nel seno della Vergine Maria nella persona di Gesù Cristo, è il redentore degli uomini;
  • DIO SPIRITO SANTO: procede dal Padre e dal Figlio, ed è inviato dal Padre nel nome di Cristo. La Persona dello Spirito Santo è meno definita di quella di Gesù, ma non mancano testi che ne asseriscono la condizione divina: Rm 8,11; 1Cor 3,16; Ef 6,19. In Tt 3,5 si dice che lo Spirito è mandato a noi dal Padre per mezzo del Figlio. La mutua relazione delle tre Persone divine è espressa in Gal 4,4-6.

Il termine Trinità è sconosciuto alla Scrittura e nemmeno appartiene al primitivo kerigma apostolico. Ma è stato coniato alla fine del II secolo d.C., utilizzando una derivazione dalla radice greca trias, “triade”, a cui corrisponde il latino trinitas.

La CONFESSIONE DELLA FEDE TRINITARIA investe tutta la vita dell’uomo, dall’inizio fino al suo compimento. Ce lo hanno insegnato e testimoniato con l’effusione del proprio sangue I MARTIRI, insegnandoci con l’ESEMPIO, COME È POSSIBILE TRADURRE LITURGIA IN VITA e LA VITA IN LITURGIA.

Significative sono le ultime parole del santo Martire Policarpo, teologo e Vescovo, posto dagli Apostoli stessi alla guida dell’Asia, nella Chiesa di Smirne. Nacque nel 69 d.c. a Smirna –Turchia- e fu martirizzato a Roma il 23 febbraio 155. Nel suo testo: Il Martirio di Policarpo, 14, scrive:

  • “Padre del tuo amato e benedetto Figlio Gesù Cristo, per mezzo del quale ti abbiamo conosciuto, Dio degli angeli e delle potestà, ti benedico per avermi ritenuto degno di questo giorno e di questo momento, rendendomi partecipe, nel numero dei martiri, del calice del tuo Cristo per la risurrezione dell’anima e del corpo nella vita eterna e nell’incorruttibilità dello Spirito Santo. Possa io oggi essere accolto fra loro innanzi a te in un sacrificio pingue e gradito, quale tu stesso mi hai preparato e manifestato e porti ora a compimento, Dio verace e leale. Perciò io ti lodo anche per tutte le cose, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo dell’eterno gran sacerdote Gesù Cristo tuo Figlio diletto, e per mezzo suo sia gloria a te in unione con Lui nello Spirito Santo ora e sempre nei secoli venturi, Amen”.

Ma riprendiamo il testo. È in quel momento, che è il vertice della permanenza in terra del Signore, che avviene l’ultima sua consegna ai discepoli:

  • quella di annunciare il lieto messaggio di salvezza
  • di battezzare chiedendo che la vita del battezzato si esprima nell’osservanza degli insegnamenti contenuti in quel messaggio di salvezza e di gioia.

Il Signore Gesù sta per tornare al Padre e responsabilizza i suoi discepoli circa un insegnamento che è vita nuova e serve a far cristiane le genti, NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO, DELLO SPIRITO SANTO.

È come se, nella sua infinita tenerezza, Gesù svelasse ai suoi il Mistero più alto, quello del Padre, Onnipotenza Creatrice, che ama talmente il Figlio, che questo Amore, infinitamente ricambiato dal Figlio, è la Persona dello Spirito Santo.

Si, il Mistero altissimo ora sappiamo che esiste, ma sappiamo anche che “come dice la grande mistica S. CATERINA DA SIENA, è “un mare senza fondo” dove, se vivi gli insegnamenti di Gesù nella sintesi dell’amare Dio facendoti dono ai fratelli, sei vivificato, consolato e allietato.

Perché Gesù, promettendo di rimanere con noi tutti i giorni e per sempre, ci aiuta a vivere alla Presenza dei TRE-UNO: TRE che si amano talmente da essere un UNICO DIO, appunto infinitamente AMORE AMANTE.

E chiudo questa lunga riflessione, della quale vi chiedo perdono, regalandovi le parole della Beata Elisabetta della Trinità “…Tutta la Trinità: abita nell’anima che ama nella verità, cioè custodendo la sua parola”.

Sia Lodato Gesù, il Cristo!