“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).
Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”
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Dal Vangelo secondo LUCA 17,1-6 |
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Parola del Signore
Mediti…AMO Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa”. |
Martino nasce in Pannonia c. nel 316 e muore a Candes, Francia, nel 397.
Il suo temperamento è umile e generoso e quando può aiuta il prossimo.
Fin da bambino si reca in chiesa, di nascosto dai suoi genitori pagani, e ascolta la storia della vita di Gesù.
IL PADRE, UN COMANDANTE DELLA CAVALLERIA ROMANA CHE CHIAMA IL FIGLIO MARTINO IN ONORE AL DIO DELLA GUERRA MARTE, E LO ARRUOLA NELLA GUARDIA IMPERIALE PER FARNE UN SOLDATO.
Martino ha solo quindici anni e non vorrebbe pensare alle armi, ma ubbidisce all’autorità paterna e si trasferisce in Francia.
Un giorno d’inverno nevica e il giovane soldato, in sella al suo cavallo, è nei pressi della città di Amiens, quando incontra un vecchio vestito di stracci, rannicchiato su se stesso, intirizzito, che sta morendo di freddo.
Martino non esita un attimo, si ferma, prende la sua spada e, con un taglio netto, divide a metà il suo prezioso, caldo mantello rosso porgendone una parte al povero sfortunato.
Si narra che all’istante sia uscito un sole che scaldava come se fosse estate.
Da qui nasce il detto “estate di San Martino”.
La stessa notte Martino sogna Gesù sorridente con indosso la metà del suo mantello e al suo risveglio si racconta che il mantello sia tornato integro.
Il soldato si fa battezzare e abbandona la carriera militare per servire Dio, combattendo nel suo esercito di “soldati di Cristo”.
Diventa monaco e nel 360 fa erigere il primo monastero d’Europa, a Ligugè, dove conduce una vita di preghiera.
Nel 372 viene proclamato vescovo di Tours.
Viaggia a piedi o a dorso di un asino, in visita ai villaggi di campagna dove parla di Gesù e aiuta poveri e indifesi.
Martino comunica con animali e piante, compie guarigioni miracolose e converte al Cristianesimo, cambiando il cuore indurito delle persone.
Dopo il Battesimo si mise sotto la guida di sant’Ilario (339).
Ordinato sacerdote e vescovo di Tours (372), si fece apostolo delle popolazioni rurali con l’aiuto dei monaci del grande monastero di Marmoutiers (Tours).
Unì alla comunicazione del Vangelo un’incessante opera di elevazione sociale dei contadini e dei pastori.
La sua figura ha fondamentale rilievo nella storia della Chiesa in Gallia, sotto l’aspetto pastorale, liturgico e monastico.
Santo molto popolare, è il primo confessore non martire ad essere venerato con rito liturgico.
Ma veniamo al testo evangelico odierno, che riporta tre parole diverse di Gesù:
- una su come evitare di scandalizzare i piccoli, perché Gesù si identifica con i piccoli, i poveri. (Mt 25,40.45). Sono i suoi preferiti, i primi destinatari della Buona Novella (Lc 4,18). Di conseguenza, chi tocca loro, tocca Gesù.
- l’altra sull’importanza del perdono. La GRAZIA di poter perdonare le persone e riconciliarle tra loro e con Dio, fu concessa a Pietro (Mt 16,19), agli apostoli (Gv 20,23) ed alla comunità (Mt 18,18). La parabola sulla necessità di perdonare il prossimo non lascia dubbi: se non perdoniamo i fratelli, non possiamo ricevere il perdono di Dio (Mt 18,22-35; 6,12.15; Mc 11,26).
- ed una terza sulla fede in Dio che dobbiamo avere. Solo con molta fede nel Signore Iddio è possibile giungere al punto di avere un amore così grande che ci renda capaci di perdonare fino a settanta volte sette, in una giornata, il fratello che pecca contro di noi. Umanamente parlando, agli occhi del mondo, perdonare così è una pazzia e scandalo, ma per noi questo atteggiamento è espressione della saggezza divina che di perdona infinitamente di più. Paolo diceva “Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei e follia per i pagani (1Cor 1,23) .
Tante volte il buon Dio ci fa sperimentare la nostra incapacità nell’aver FEDE, proprio per insegnarci a confidare in Lui.
Siamo così invitati a rivolgerci a Lui, con una “preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante”.
È questo il consiglio del compianto Papa Benedetto XVI, che invitava a dare alla preghiera “un posto centrale nella nostra vita cristiana” perché è il mezzo indispensabile per ricevere “la forza di Cristo” (Benedetto XVI, 14 settembre 2008).
FRATELLI E SORELLE, CERTAMENTE NON BASTA CHIEDERE LA FEDE, MA UNA VOLTA OTTENUTALA, LA DOBBIAMO NUTRIRE.
E allora, consapevoli dei nostri limiti, chiediamo LA GRAZIA di non lasciarci assorbire dalle molteplici attività della vita, E DI FARE DELLA PREGHIERA, LA TAVOLA CHE NUTRE E RAFFORZA LA NOSTRA FEDE.
- “Un uomo può ricevere il perdono dei peccati solo se ad essi rinuncia e si slancia verso l’Altissimo e verso Dio con una vera conversione del cuore” (San Fulgenzio di Ruspe).
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!