“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 5,1-11
+ In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore
Mediti…AMO
La scena evangelica che ci viene proposta, inizia con un’immagine opposta a quella di domenica scorsa, quando Gesù venne cacciato da Nazareth dai suoi concittadini, perché non aveva fatto miracoli.
Ma noi abbiamo visto che il problema non stava in Gesù, bensì nell’incredulità dei nazaretani.
Infatti l’evangelista Matteo annotò che Gesù non «poté» operare miracoli (13,58), non che «non volle».
Mancava la fiducia in quel loro concittadino, che aveva sorpreso tutti, poiché per trent’anni si era confuso con loro, senza distinguersi in nulla.
Ragion per cui restarono di stucco, quel sabato pomeriggio in sinagoga, al sentirlo parlare, ma non vollero accettare che fosse diverso da loro.
Noi ben sappiamo che i diversi, com’è noto, non sono mai accolti, ecco perchè Gesù fu cacciato.
Ora la scena è completamente diversa, siamo sulla riva del lago e Gesù sta in mezzo alla gente, quasi assediato («la folla faceva ressa intorno», nota il testo).
E’ forse un’immagine scomposta, ma bella.
Finalmente quegli uomini e quelle donne «stanche e sfiniti, come pecore senza pastore», avevano trovato uno che sapeva parlare alla loro vita e accorrevano, cercando di farsi vicini, di toccarlo, al punto da spingerlo pericolosamente verso il mare.
Il Sdignore vide lì due barche ormeggiate, i cui pescatori erano sulla riva e riassettavano le reti.
Gesù si avvicinò a Simone, uno dei pescatori, e gli chiese di salire sulla sua barca e lo invitò a scostarsi un poco dalla riva, per mettersi a parlare alla folla.
Grazie al simbolismo, non è difficile immaginare perché l’evangelista mostri Gesù che sale sulla barca di Pietro e di lì, da quel pulpito, ammaestri la folla.
Luca non ci fa sapere il contenuto della predicazione, come fece per Nazareth, ma gli è sufficiente sottolineare l’evento della predicazione.
E’ chiaro che vuol presentare l’immagine di Gesù maestro (Christós didàskalos) come l’icona cardine della vita cristiana.
Nei secoli futuri questa immagine riempirà le chiese cristiane.
E’ SOLO DOPO LA PREDICAZIONE DI GESÙ CHE LA «BARCA DI PIETRO» PUÒ «PRENDERE IL LARGO», ADDENTRANDOSI NEL MARE ALTO DELLA VITA.
In effetti, la forza di questa barca (come pure di ogni componente il suo equipaggio) NASCE DA QUELLA PAROLA: È SULL’ORDINE DI GESÙ CHE PRENDONO IL LARGO.
Non importa che l’ordine dato sia umanamente inconcepibile, e comunque strano «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola – aggiunge Pietro – getterò le reti».
L’obbedienza alla parola di Gesù provoca la straordinaria pesca «Avendolo fatto (avendo obbedito), presero una quantità enorme di pesci».
Cambiano le prospettive, i punti di vista e le ottiche di sempre; cambia il tempo per la pesca e le usanze del tempo sono rinnovate dal tempo propizio della sua presenza.
Non solo pesci, ma uomini per gli uomini vengono pescati.
Non solo pesci, ma sentimenti: si viene ripescati dalla paura, dalla sfiducia.
Con Gesù entrano in gioco tutte le nuove opportunità dello Spirito.
Prima tra tutte la riposta alla chiamata.
Seconda, il lasciare tutto di noi.
Prima di essere la pietra su cui Cristo avrebbe fondato la sua Chiesa, Pietro-Simone è stato colui che ha percorso per intero il cammino pieno di passione impulsiva ed insieme di incertezze verso il suo Signore.
Egli è stato in questo modo colui che ha percorso, prima di noi, l’itinerario che a ciascuno di noi è chiesto di percorrere.
Simone era un pescatore: ciascuno ha il suo lavoro e a ciascuno può capitare di faticare nel buio di tante notti e di non prendere nulla.
Ma interviene quella Presenza che chiede di lavorare sulla sua parola, cioè di vivere la propria esistenza all’interno di quell’avvenimento potente che è Cristo Signore e allora il nostro lavoro e la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima conosciuta.
In questo stesso momento ciascuno di noi percepisce la propria distanza da quell’abbraccio misericordioso ed insieme la propria estrema vicinanza.
Non saremo chiamati a fare altre cose, ma a farle per un altro scopo.
Così Pietro continuerà ad essere pescatore, MA DA ALLORA IN POI SARÀ PESCATORE DI UOMINI.
“Ma sulla tua parola getterò le reti”.
E si compì il miracolo di una pesca inattesa, o meglio di una trasformazione, di un cambiamento radicale della vita di questi rudi pescatori della Galilea.
“D’ora in poi sarai pescatore di uomini”, un imperativo categorico che significa il passaggio da una vita a misura d’uomo, A UNA VITA A MISURA DI DIO.
Dall’orizzonte umano si passa all’orizzonte divino, perché Dio nutre sempre più ambizioni sull’uomo di quanto l’uomo possa nutrire sulla sua esistenza.
“Sulla tua parola”, bellissima questa affermazione, perché da ADESIONEA QUELLA PAROLA INCARNATA DI DIO.
Quale forza dovevano avere le parole di Gesù? E il suo modo di pronunciarle? E il suo tono di voce?
Quanta intensità e credibilità dovevano contenere i suoi discorsi se le folle si accalcavano, facevano ressa per poterlo ascoltare?
Quanta verità le persone coglievano nelle sue parabole, nei suoi insegnamenti, nei suoi giudizi per lasciare le proprie occupazioni, percorrere decine di chilometri e fermarsi ad ascoltarlo?
Quella stessa Parola, ora, ci appartiene, ci è affidata e siamo chiamati a raccontarla.
Prendiamo il largo, allora, iniziamo la nostra giornata gettando le reti: è Dio che ha il potere di moltiplicare i nostri sforzi e renderli fecondi.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!