“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 19,16-22
+ In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore
Mediti…AMO
L’episodio narrato in questo brano del Vangelo secondo Matteo, presente in tutti i sinottici (in Mc 10,17-20 e Lc 18,18-23), cerca di dare una risposta alle seguenti domande:
- Come essere veri discepoli?
- Quali ostacoli si incontrano?
e vediamo che il Signore Gesù si mette in cammino verso la regione della Giudea e incontra uno sconosciuto, che Matteo dice essere un “giovane ricco” (Mt 19,20).
Nel passo parallelo di Marco si dice che “un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17).
Ecco UNA COSA CHE MI TOGLIE IL RESPIRO TANTO E’ TERRIBILMENTE BELLA: questo giovane arriva “CORRENDO”.
Secondo l’etimologia della parola, correre è un’azione che si compie con gioia desiderando ardentemente raggiungere uno scopo, un fine, una meta, o una vocazione per cui vivere.
Essere in corsa è anche un gesto che esprime entusiasmo di chi non si accontenta di quello che ha già tra le mani e desidera incontrare la “ricchezza vera”. E noi sappiamo che questo giovane va in cerca della fonte della felicità.
E il giovane del vangelo è un pio ebreo, che fin da ragazzo ha sempre osservato la legge e possiede molte ricchezze. Insomma dovrebbe avere una pace interiore, che però non possiede, ed ecco perchè è insoddisfatto.
Ecco perchè cerca di trovare qualcos’altro, ovvero vuol sapere la verità su se stesso, e cerca una luce per orientare la sua vita futura, tanto che si chiede “…che cosa mi manca per avere una vita di qualità, e come si ottiene?”
E il Signore gli indica il cammino della povertà, che il giovane non accetta, perché è molto ricco, essendo una persona protetta dalla sicurezza della ricchezza che possiede.
Ha difficoltà ad aprire la mano della sua sicurezza, perché essa è prigioniera dei vantaggi che derivano dai suoi beni, e che vive preoccupata in difesa dei suoi interessi.
Ma noi sappiamo bene che una persona povera non ha questa preoccupazione, pur se ci sono poveri con la mentalità di ricchi, in quanto, molte volte, il desiderio di ricchezza crea in loro una grande dipendenza e rende il povero schiavo del consumismo, poiché ricerca la ricchezza dappertutto.
E a questo giovane Gesù ricorda solo i Comandamenti che dicono rispetto per la vita “accanto al prossimo!”
Certamente non menziona i tre primi Comandamenti che definiscono la relazione con Dio, perché il Signore sa che staremo bene con Dio solo se sapremo stare bene con il prossimo.
Ma non c’è nessuna possibilità che ci inganniamo: la porta per giungere a Dio, È IL PROSSIMO.
Ecco allora che la domanda su come raggiungere la vita eterna, è la domanda di ognuno di noi, che siamo figli di un mondo ricco, o comunque attaccati alle nostre cose, ci dobbiamo rivolgere.
E Gesù, per evitare ogni equivoco, dice subito che solo Dio è buono, non noi.
Però, quel giovane risponde subito che non ha mancato di osservare i Comandamenti, per cui si sente a posto.
Cos’altro gli manca? Egli pensa di “meritare” la vita eterna, ma non aveva compreso che non la si acquista con i propri meriti.
Perché la vita eterna È SCEGLIERE GESÙ PRIMA DI OGNI COSA, prima ancora di se stessi e delle proprie ricchezze.
Gesù non replica aggiungendo un undicesimo Comandamento, ma si limita a dire solamente “…se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo: poi vieni e seguimi“.
Il Signore ci propone un ideale alto “…se vuoi essere perfetto”.
Non è un consiglio riservato ad alcuni, ai migliori o ai più coraggiosi, perché la perfezione è per tutti, ma è anche alla portata di ciascuno, PERCHÉ RIGUARDA IL CUORE.
II cuore è perfetto quando è tutto di Dio, E NON È DIVISO CON ALTRI IDOLI.
Ne discende che l’uomo perfetto e la donna perfetta sono coloro che hanno compreso che non si può servire Dio e mammona (Mt 6,24), per cui, se si ama Dio sopra ogni cosa, è logico ed è consequenziale distribuire le proprie ricchezze ai poveri.
Mentre per i farisei, la vita eterna era la ricompensa per avere ben operato e, in particolare, per avere osservato la Legge (Sal 35,13-14).
Mi piace osservare che il giovane ricco, nel vangelo di Marco, in Mc 10,21, viene guardato dal Signore, con uno sguardo carico di amore (“…e Gesù, fissatolo, lo amò”), pur se vide che l’ostacolo principale era la sua grande ricchezza.
Il rabbinismo considerava le miserie della povertà peggiori di tutte quante le piaghe d’Egitto e chiedeva, al massimo, che ogni uomo consacrasse una parte dei propri beni a Dio (Mc 7,11).
Ma Gesù desiderava suscitare una generosità più grande in risposta al suo più grande amore.
Nel caso dello stesso evangelista Matteo, questa risposta vi fu (Mt 9,9 “…Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì”).
Ma io credo, davvero, che la tristezza del rifiuto del giovane ricco possa essere capita solo da chi ha provato la stessa sconfitta e l’angoscia del rimorso.
Ma attenzione, Fratelli e Sorelle, va anche detto, però, che tendere alla perfezione è un dovere di ogni cristiano, ciascuno nel suo stato di vita, perchè discende da un comando del Signore “…Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
È invece mentalità comune che la perfezione che coincide con la santità sia una meta riservata a pochi.
Ciò deriva dal fatto che solo alcuni la chiesa elenca nella schiera dei santi e li propone a modello e protezione nostra, anche se resta però sempre vero che tutti dobbiamo conseguire la meta.
Possiamo quindi fare la nostra la richiesta di questo anonimo giovane, che chiede a Gesù «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?».
La risposta di Gesù si articola in due momenti: prima egli ricorda e detta ciò che è essenziale per avere la vita eterna, l’osservanza cioè dei dieci Comandamenti, poi indica una via privilegiata che può condurre alla perfezione della santità, che implica il distacco totale ed incondizionato da tutti i beni e le umane sicurezze per seguire Cristo povero, casto ed obbediente.
Nel proseguo della conversazione emerge un grosso ostacolo alla sequela di Cristo.
È l’attaccamento ai beni di questo mondo o forse ancor più il dubbio circa le garanzie che Gesù stesso offre a coloro che lo seguono.
Le ricchezze e le sicurezze di questo mondo per quanto fragili e passeggere possano apparire, esercitano sempre un grande fascino e una grande tentazione per l’uomo.
Non ci stupisce più di tanto perciò che quel giovane, che aveva potuto affermare con verità di aver osservato tutti i comandamenti sin dalla sua infanzia, che anelava ai beni celesti, che voleva scoprirne la via migliore per raggiungerli, se sia poi andato “triste perché possedeva molte ricchezze”.
Sì, davvero i beni di questo mondo, ci posseggono talvolta e ci appesantiscono vietandoci di volare verso Dio.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!