“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 19,13-15
+ In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore
Mediti…AMO
Questo brano sull’accoglienza dei bambini illumina ulteriormente il brano precedente sull’indissolubilità del matrimonio.
Per entrare nel regno dei cieli bisogna diventare come bambini (Mt 18,3-4), ma i discepoli non l’hanno capito perché respingono i bambini con la stessa incomprensione con cui altri ripudiano la propria sposa.
Solo Gesù può donare L’AMORE FEDELE E ACCOGLIENTE, ma per accoglierlo bisogna diventare piccoli, entrando nella logica della fede.
È incredibile, Fratelli e Sorelle, ci voleva Dio per spiegarci chi sono i bambini.
Ai tempi di Gesù tutte le culture, quella giudaica, quella romana, quella greca, non tenevano in nessun conto le donne e i bambini.
In fondo il bambino era “un non ancora uomo”, un essere ancora compiuto.
E c’era una certa insofferenza verso i bambini, ma anche un vero e proprio sfruttamento sul lavoro, come ancora accade ai nostri giorni.
È si! Nulla di nuovo sotto il sole!
I bambini erano proprietà dei genitori che li usavano a proprio vantaggio.
Ma arriva il Signore Gesù e ribalta la situazione, al punto tale che i bambini sono presi a modello di ogni discepolo, perché di essi è il regno dei cieli.
L’amore di Gesù per i bambini ci deve far riflettere, soprattutto in un’epoca in cui, spesso, li si trascura o li si rifiuta in molti modi.
Si richiede una grande generosità soprattutto ai genitori, ma anche a tutti noi nel nome di Cristo, perché si desideri di avere bambini, a cui dedicare tutto il tempo che abbiamo per pensare di più alla loro educazione umana, spirituale e religiosa.
Potrebbe essere questo un modo di compiere ciò che piacque tanto al Signore, quando le madri gli portarono i loro bambini perché imponesse su di loro le mani.
Ciò implica il fatto che i bambini possano ricevere il Sacramento del Battesimo molto presto e che vengano ben preparati per ricevere i Sacramenti successivi.
Bisogna insegnare ad essi l’amore di Dio e la necessità dell’uomo di riconoscerlo come UNICO SIGNORE, RICCO DI MISERICORDIA, DELLA PROPRIA VITA.
Affinchè approfittino presto nella loro vita del Sacramento della confessione e, soprattutto, della santa Eucaristia, mentre assimilano a poco a poco la dottrina cristiana che viene loro insegnata.
Affinchè siano in grado di rispondere alla vocazione che hanno ricevuto da Dio.
“LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME…”
Fratelli e Sorelle, se il regno di Dio è mancante della dimensione della piccolezza, non è adeguato alla nostra umanità.
Lasciare che i bambini vengano da Gesù non è solo un fatto, ma l’indicazione di uno stile che per Gesù è importante nella scelta e nella distinzione del Regno di Dio.
Scacciare le piccolezze e le futilità, pensando CHE IL REGNO DI DIO PASSI SOLO ATTRAVERSO REALTÀ UMANAMENTE GRANDI, POTENTI E RISPETTABILI, non è una realtà consona allo stile di Gesù.
Gesù afferma che non si entra nel regno dei cieli da adulti, ossia con il proprio orgoglio e la propria autosufficienza.
E’ necessario essere come i piccoli che si affidano in tutto al Signore per essere accolti nel regno.
La piccolezza e il piccolo evangelico per Gesù è importante perché rappresenta la famigliarità, la vicinanza e la più adeguata identità che può rappresentare Gesù stesso e il suo Regno.
Spesso anche noi oggi privilegiamo nella Chiesa le azioni e le realtà che passano ATTRAVERSO LA SERIETÀ E LA MODALITÀ “ADULTA” E “MATURA” DEL REGNO IN ATTO NELLA STORIA, dimenticando che Gesù sceglie quelle realtà della piccolezza e dei bambini come privilegio del suo cammino e delle sue benedizioni.
Il bambino viene preso seriamente come interlocutore di Dio. L’essenza dell’essere bambini sta in questo: soltanto l’amore fornisce al bambino il criterio di misura di ciò che gli è vicino e di ciò che gli è estraneo. “Anche se gli si mostrasse una regina con il suo diadema, egli preferirebbe la sua mamma anche se fosse vestita di stracci” (san Giovanni Crisostomo).
I bambini si aprono con spontaneità alla benedizione di Dio che Gesù dona loro. Con ciò viene comunicata loro, già ora, una felicità sincera.
Non sta bene che un commentatore parli di se’ stesso, ma questa volta ritengo sia utile.
Da 45 anni svolgo l’attività di Catechista Sacramentale, alla quale non voglio e non intendo rinunciare, per l’arricchimento che mi dà, oltre a corsi per fidanzati, per catecumeni e di preparazione al Sacramento della Cresima per adulti e sulla Scrittura Sacra.
Ma è una meraviglia con la quale ogni volta, con i miei collaboratori ci troviamo in difficoltà, per la profondità e la complessità delle domande e delle intuizioni stupende che hanno, sui temi trattati, alle quali a volte è difficoltoso rispondere.
E voglio raccontarvi una piccola storia della quale sono stato testimone.
Guidavo, anni fa, un Pellegrinaggio Parrocchiale di Preghiera al Santuario di San Francesco di Assisi, con i bambini dei nostri corsi di catechismo.
E nel Santuario inferiore, un frate francescano, con grande enfasi, dava davvero una spiegazione molto bella della volta del santuario inferiore, in cui sono dipinte le virtù.
Lo faceva in modo avvincente e cercava di scuotere il distratto uditorio, DICENDO APPOSTA COSE INESATTE, PER VEDERE CHI FOSSE ATTENTO, mentre illustrava il riquadro che parlava della CASTITÀ.
Alla fine dell’esposizione, chiamò una piccola bambina del 1’ anno di Cresima, della mia Parrocchia, e le chiese se avesse capito.
Premetto che, dovendo iniziare il 1′ anno di catechesi in preparazione alla Cresima, ancora non conosceva nulla dell’argomento.
Grande Dio! Come sempre, in agguato, per scuotere le coscienze!
Questa minuscola bambina, in un silenzio generale, lo guardò e disse “…è esattamente il contrario di quello che hai detto tu”.
In quel momento, come sempre, mi torna alla mente, Gesù che prega estasiato il Padre Suo e Nostro, in Mt 11,25-30: “..Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza“.
Io credo davvero che la Rivelazione DELLA SAPIENZA DI DIO, INCONTRA L’UOMO NON NELLA SUA SAPIENZA E ASSENNATEZZA, MA DOVE L’UOMO SMETTE DI FARE AFFIDAMENTO SULLA PROPRIA SAPIENZA.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!