“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 1,39-56
+ In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
Mediti…AMO
L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell’universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte’. (Conc. Vat. II, ‘Lumen gentium’, 59).
L’Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina.
La ‘dormitio Virginis’ e l’assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane.
Nell’etere del 1° novembre 1950 sono state diffuse le solenni e autorevoli parole della definizione dogmatica pronunciate da Pio XII: “L’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.
In ordine di tempo, è l’ultimo dogma definito della Chiesa cattolica, quasi un secolo dopo quello dell’Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX l’8 dicembre 1854.
Dopo l’annuncio, Maria è partita verso la montagna di Giudea per andare a trovare Elisabetta.
E ricolma dello Spirito Santo, Elisabetta l’ha benedetta, proclamandola “Madre del mio Signore”.
Fonte di gioia, beatitudine vivente della fede.
E Maria ha risposto con il cantico del Magnificat, le cui parole ispirate, lasciano intravvedere il suo cuore.
Esse sono per noi il suo “testamento spirituale”.
Identificandosi con Maria, la Chiesa di tutti i tempi continua a cantare tutti i giorni il Magnificat come suo proprio cantico.
Ma veniamo a noi…celebriamo oggi il mistero dell’Assunzione della beata Vergine Maria in Cielo, anima e corpo.
Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo.
La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo.
È bellissimo il testo tratto dal Libro dell’Apocalisse, che ci mostra “un segno grandioso del cielo”: una Donna che ha il sole per mantello, e sul capo una corona di dodici stelle.
Invincibile con la GRAZIA DI DIO di fronte al nemico primordiale.
“Figura e primizia della Chiesa”, nel dolore della maternità, al servizio della Redenzione.
Primizia nel destino della gloria.
E da lì, nel focolare della Trinità, Maria ci aspetta tutti per vivere e cantare con lei la nostra riconoscenza alla GRAZIA DI DIO.
Oggi nel Magnificat Maria continua a raccontarci la sua vicenda personale con Colui che da subito confessa per ciò che è per tutto Israele “il Signore”, ma che poi immediatamente riconosce per ciò che è per lei “mio Salvatore”.
Solo il Dio che è riconosciuto da ciascuno come “mio Salvatore” può essere confessato da tutti come “il Signore”.
La storia di questa ragazza con il suo Salvatore è iniziata quando ha sentito che il Signore ha posto su di lei il suo sguardo e ha visto la sua piccolezza: “Mi ha guardata per quella che sono, quel poco che sono”.
La sua piccolezza non è insignificanza ma marginalità, che è la condizione dei poveri del Signore nel mondo.
Maria si è sentita guardata non usata, riconosciuta non utilizzata.
L’inizio e poi il seguito del Magnificat attesta come Maria iscrive la sua intima e personalissima storia con Dio nella storia di tutto il popolo d’Israele, rivelando così come questa giovane donna sia lucidamente consapevole del significato dei fatti che la coinvolgono.
Eventi che lei “custodisce e mette insieme nel suo cuore” (Lc 2,19) e dunque avvenimento che lei non subisce passivamente ma che vive attivamente come donna di fede.
Celebrando oggi la glorificazione del corpo di Maria noi confessiamo che Dio non ha fatto del corpo di Maria uno strumento per realizzare il suo disegno.
Non ha fatto di Maria e della sua umanità un semplice mezzo per raggiungere un fine.
io non ha usato il corpo di Maria ma l’ha glorificato!
È una grande tentazione, questa, che il cristianesimo ha conosciuto fin dai primi secoli già nel confessare Gesù vero uomo.
Ma ancora oggi, nella riscoperta dell’umanità di Gesù, si corre il rischio di considerarla come un semplice mezzo scelto da Dio per rivelarsi.
Non c’è più alta forma di tradimento del cristianesimo che quella di comprendere l’umanità di Gesù come un mezzo.
L’umanità di Gesù è il modo di essere di Dio, non un espediente tra altri possibili e, tantomeno, un tramite temporaneo.
Risorgendo da morte, Gesù non ha abbandonato il suo corpo nella tomba come si abbandona uno strumento non più necessario.
La fede cristiana ci fa confessare che Gesù è un uomo risorto e asceso in cielo.
Nel suo corpo glorificato, il Gesù del cielo non è meno umano del Gesù della terra.
La sua umanità è per sempre in Dio, per dire che la sua umanità è per sempre Dio.
Ecco la nostra fede: Dio si rivela come umano nella sua divinità.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!