“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 1,29-34
+ In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel brano del vangelo di ieri, si è visto Giovanni Battista farsi testimone di una persona, una persona non ancora nota, ma che ben presto sarebbe stata riconosciuta.
Nel brano di oggi, si vede il messaggero di Dio riconoscere Gesù nascosto tra la folla.
Nascosto fra i penitenti, Gesù avanza, silenzioso, per farsi battezzare, pur essendo senza peccato.
E Giovanni è turbato da questo gesto e si interroga “Dunque Dio è così? Così umile?”
E, facendo segno col braccio alzato profeticamente, lo indica e grida:
- “Ecce Agnus Dèi! Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo!… Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.
Giovanni Battista dà questa decisa testimonianza per convincere gli uomini che Gesù è colui che “era prima”, cioè in Lui si identifica il Servo sofferente di Isaia, e la realizzazione dell’attesa apocalittica degli ebrei, che era simbolizzata dall’Agnello Pasquale.
Giovanni era comunque rimasto spiazzato.
Non immaginava in tal modo la venuta del Messia, che aveva predicato con grande veemenza, invitando tutti alla conversione per sfuggire all’ira imminente di Dio.
Nessuna vendetta, invece, SOLO IL LENTO INCEDERE DI UN DIO CHE SI FA SOLIDALE, CAMMINANDO CON CHI DESIDERA IL CAMBIAMENTO.
E Giovanni, con immensa onestà, ammette l’errore, tanto da ammettere, per ben due volte che, fino ad allora, ancora non aveva conosciuto Dio.
E lo chiama “Agnello di Dio”.
Fratelli e Sorelle, il termine “agnello” rimanda all’ “agnello pasquale” che, sacrificato nel tempio, veniva poi consumato nella cena pasquale, una festa notturna celebrata in famiglia.
Evoca, quindi, la liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto e soprattutto la redenzione messianica, di cui quella dell’Esodo era una figura.
In effetti, l’Evangelista Giovanni, nel racconto della passione di Gesù, sottolinea il particolare che non gli vengono spezzate le gambe e in questo fatto vede compiersi la prescrizione riguardante l’agnello pasquale “Non gli spezzerete alcun osso” (Gv 19,33.36 e Es 12,46).
E’ evidente il messaggio dell’Evangelista: GESÙ È L’AGNELLO PASQUALE.
Cioè col suo sacrificio ha operato la liberazione definitiva dell’umanità.
Nel termine si coglie anche un’allusione al “Servo del Signore” che Isaia, nell’annunciare in anticipo la sua passione, lo paragona a un “agnello condotto al macello“, aggiungendo anche che “portava su di sè il peccato di molti (che equivale in ebraico a “di tutti”)”.
E, l’opera che svolge nel mondo, questo “agnello” (che rimanda ad una figura quanto mai inerme e fragile) è indicibile, perchè “…toglie il peccato del mondo“.
Ma che cosa è il peccato del mondo, viene da chiedersi.
La forza del male, che è ribellione a Dio, inimicizia contro di Lui, rifiuto egoistico di Dio e del prossimo, si esprime in un cumulo crescente di colpe personali e sociali, come un fiume in piena che si ingrossa sempre più e che nulla sembra poter arginare: questo è il “peccato del mondo”, soprattutto la sua incredulità di fronte alla rivelazione di Gesù.
“L’agnello di Dio” – che cioè appartiene a Dio (e non un agnello che l’umanità offre a Lui) e che Dio stesso dona all’umanità – elimina, distrugge, fa scomparire il “peccato del mondo” e quindi tutte le colpe dell’umanità che la separano da Dio.
E come fa a farlo?
Con la sua PAROLA rivelatrice, cioè con la forza del suo Evangelo, e soprattutto col sacrificio della sua vita.
Il verbo che è tradotto con “togliere” significa pure “caricarsi, prendere su di sé“.
GESÙ È L’UNICA PERSONA CHE TOGLIE IL PECCATO E QUINDI RICONCILIA CON DIO, RIPORTA CIOÈ ALLA PERFETTA COMUNIONE CON LUI E DONA LA FORZA NECESSARIA PER NON PECCARE PIÙ.
NON ESISTE NESSUNA SITUAZIONE DI COSÌ TRAGICA LONTANANZA DA DIO, NESSUN PECCATO COSÌ GRAVE, CHE GESÙ NON POSSA CANCELLARE E TRASFORMARE.
EGLI È LA RIVELAZIONE DELLA MISERICORDIA DI DIO CHE È PIÙ FORTE DI OGNI PECCATO E RIGENERA L’UOMO COL PERDONO.
Ma c’è anche un particolare importante da analizzare e che è utile per quanto sin qui detto.
Il Quarto vangelo non ci dice nulla di più sulla figura di Giovanni Battista, di quanto già sappiamo dai sinottici.
Ci presenta però alcuni aspetti particolari.
Giovanni, ad esempio, non è conosciuto dal Quarto vangelo con l’appellativo che invece era noto anche allo storico Giuseppe Flavio, quello del “battezzatore” (o del “Battista”, che dir si voglia).
Ma la differenza più significativa è che nel vangelo di Giovanni non appare esplicitamente la scena del battesimo di Gesù.
È stato fatto per dare importanza al fatto che la funzione del Battista è qui principalmente quella di RENDERE TESTIMONIANZA a Gesù.
In Giovanni il Battista non battezza il Messia, però lo INDICA: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29).
Il termine “ecco” nel greco è praticamente un imperativo “guarda!” – “vedi!”.
E, INFATTI, QUESTO È IL DONO CHE IL BATTISTA HA AVUTO: POTERLO RICONOSCERE E INDICARE.
Mentre gli altri vangeli registrano i dubbi del Battista (Gesù sarà o non sarà il Messia?), il Quarto Evangelo ci dice CHE NON SOLO GESÙ È IL CRISTO, MA CHE EGLI ESERCITERÀ LA SUA FORZA CON LA LIBERAZIONE DEL MONDO DAL PECCATO.
Dirà Origene, nel suo “Commento al Vangelo di Giovanni”:
- “Fino a quando tutti i suoi nemici non siano annientati – e l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte (1 Cor 15,26) – l’Agnello di Dio continua a prender su di se stesso il peccato per ciascun uomo che è nel mondo, fino a che il peccato sia rimosso da tutto il mondo e il Salvatore possa consegnare al Padre un regno preparato, in grado di essere governato dal Padre”.
Fratelli e Sorelle, ma io sono anche affascinato dal modo di contemplare l’arrivo del Signore, di Giovanni Battista.
Il contemplare di Giovanni è come quello descritto dal santo monaco cristiano, detto della Scala, detto Scolastico, detto Il Sinaita, GIOVANNI CLIMACO (579-649), il quale, nella sua opera la “Scala celeste”, nota anche come “Scala della divina ascesa”, quando dice «…l’esicasta è colui che si sforza di circoscrivere l’incorporeo nel corpo».
Quello che Giovanni contempla È LO SPIRITO.
Nella Bibbia lo Spirito Santo È LA FORZA DI DIO, LA VITA DI DIO, È LA FORZA CON CUI DIO HA CREATO IL MONDO, È LA RICCHEZZA DI AMORE CON CUI DIO AMA ETERNAMENTE DI UN AMORE INFINITO.
Ebbene, questo Spirito viene donato a Gesù e rimane sul Signore, tanto che fu soltanto quando battezzò Gesù che il Battista, vedendolo su di LUI, lo riconobbe come il Messia.
Qui l’evangelista presuppone il racconto sinottico del battesimo di Gesù (Mc 1,9-11 e paralleli sinottici) senza tuttavia parlarne.
Possiamo notare che la discesa dello Spirito Santo “è come una colomba”, NON NELLA FORMA FISICA DEL VOLATILE, MA DEL SUO MODO DI VOLARE CHE INFONDE FIDUCIA ED È BELLO A VEDERSI.
San Giovanni insiste su questa parola “…si è fermato su Gesù”, come a dire che tutta la vita di Gesù è stata animata interiormente dalla forza dell’amore.
Al Re messianico era promessa la dimora dello Spirito, la sua pienezza sapienzale; sul virgulto di Jesse infatti «riposa» lo Spirito di Dio (Is 11,2), in modo permanente, «poiché Dio sta con lui» (At 10,38).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!