«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 21,12-19
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il capitolo 21 di San Luca presenta la profezia dei segni premonitori, cioè indica la fine dei tempi dominati dall’odio e dalla violenza di satana.
Il Vangelo di ieri, riportava sia le modalità dell’inizio di questi tempi di sofferenza causati dagli uomini, sia la risposta di Dio:
- “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo”.
Fratelli e Sorelle, la persecuzione, quindi, non è una fatalità, né può essere motivo di scoramento o di disperazione, ma deve essere considerata come una possibilità, offerta da Dio, in modo che le comunità svolgano la missione di testimoniare la Buona Novella di Dio.
Gesù dice “…questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere“.
Per mezzo di questa affermazione, Gesù incoraggia i cristiani perseguitati che vivevano nell’angoscia.
Fa loro sapere che, anche se perseguitati, loro avevano una missione da svolgere, cioè: rendere testimonianza della Buona Novella di Dio ED ESSERE COSÌ SEGNO DEL REGNO (At 1,8).
La testimonianza coraggiosa porterebbe la gente a ripetere ciò che dicevano i maghi in Egitto davanti ai segni e ad avere coraggio come Mosè e Aronne “Qui c’è il dito di Dio” (Es 8,15).
Conclusione: se le comunità non devono preoccuparsi, se tutto sta nelle mani di Dio, se tutto era già previsto da Dio, se tutto non è altro che un dolore da parto, ALLORA NON C’È MOTIVO DI PREOCCUPARSI.
E noi sappiamo bene che, chi appartiene pienamente al Signore, vive già in questo tempo immerso nel mistero di risurrezione del Cristo.
PARTECIPA DELLA SUA MORTE, E PROPRIO IN ESSA VEDE RILUCERE IL BAGLIORE DELLA RINASCITA, IL SEGRETO INEFFABILE DI UN ETERNO RIGENERARSI A NOVITÀ, CHE SI SPERIMENTA NEL CORPO E NELLO SPIRITO.
Nessuno aveva mai promesso, prima di Gesù, tanti guai e sventure ai suoi discepoli.
MA IL SIGNORE NON CI NASCONDE LA VERITÀ, E CI PROPONE UN MODELLO DI AMORE CHE SA SFIDARE LA MORTE, MA ANCHE IL TERRORE DI PERDERE GLI AFFETTI PIÙ CARI.
E, invece della felicità esultante di un banchetto, ci consegna alla sorte misera di chi è braccato come i criminali, a causa della PROPRIA FEDE IN GESÙ.
Ma, se la nostra sensibilità può essere sconvolta, nel profondo del cuore,se siamo cristiani, se abbiamo iniziato a vivere lo spirito del Vangelo, saremo tranquilli, nella pace.
E se saremo trascinati davanti ai tribunali, non dovremo nemmeno preoccuparci di preparare la nostra difesa, perchè Gesù ci ha promesso “…Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere” (Lc 21,15).
E lo abbiamo visto tra gli avversari di santo Stefano, che “…non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava” (At 6,10).
Infatti, quando dice “… Consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”, l’evangelista sta anticipando la scena che poi presenterà negli Atti degli Apostoli, del martirio di Stefano, che avrà parole verso le quali i suoi avversari non sapranno resistere.
Anche Stefano aveva “toccato” il tempio di Gerusalemme, l’istituto nevralgico di questa istituzione religiosa.
Perché tutta questa avversione verso Gesù e i suoi?
È elementare, Fratelli e Sorelle.
L’avversione trova la sua radice nel fatto che, il messaggio universale, annunziato da Gesù, del regno di Dio, ANNULLA IL PRIVILEGIO DI ISRAELE DI ESSERE LA PRIMA TRA LE NAZIONI E IL SOGNO DEL SUO REGNO.
Purtroppo tutto questo non sarà indolore.
PERCHÈ LA CROCE CHE ASPETTA LUI, ASPETTA ANCHE NOI, MA NON CI LASCIA SOLI AD AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ, SARÀ CON NOI IN QUESTA LOTTA E SE CI AFFIDEREMO A LUI, NON NE SAREMO DELUSI.
Ma è bellissimo sapere questo: “Io sarò con voi”, ha detto Gesù.
Non sarete soli, ma avrete con voi il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
E, poiché la sapienza viene dallo Spirito Santo, il Cristo pregherà lo Spirito Santo che vi darà la sapienza per vedere con chiarezza la situazione e trovare la soluzione per ogni problema.
Penso al povero Giobbe, che fu provato fino all’ inverosimile, MA SI MANTENNE FEDELE, e con la sua testimonianza ci insegna che, la persecuzione, non va intesa solo come un atto di violenza, MA SOPRATTUTTO COME UN PERSEVERARE NELLA FEDE ANCHE DI FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ.
La cosa che ci stupirà, andando avanti nel nostro cammino di fede, sarà proprio scoprire come questa sfida, al fianco del nostro Dio, può essere rassicurante, sapendo di essere dalla parte giusta.
E ci farà sentire forti, proprio quando ci sentiremo deboli, perché abbiamo la certezza che non saremo mai soli, sapendo che Gesù vivrà con noi e guiderà ogni nostra battaglia.
Quindi, quello che ci dà il Cristo non è un messaggio di disperazione, ma è un messaggio di speranza.
LA SOLA COSA IMPORTANTE, QUINDI, È CHE LA NOSTRA RELAZIONE PERSONALE CON CRISTO SIA AUTENTICA.
Mai dobbiamo dimenticare che lo sguardo di Gesù, nei Vangeli, non si limita mai a constatare ciò che sta accadendo, ma invita ad andare in profondità, per farci trovare e dare un senso al nostro vivere.
Laddove uno sguardo superficiale vede soltanto sconvolgimenti e violenze, Gesù invita a vedere la propria vita, la creazione, il mondo intero che va, non verso “la fine”, ma verso “il fine”.
Ciò che c’aspetterà, non sarà dunque la fine di tutto, ma raggiungere quell’incontro, quell’amore eterno, che è il nostro ‘fine’.
«Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine» dice Gesù (Ap 22,13).
La nostra vita, anche se attraverso tempeste e sconvolgimenti, alla fine, conoscerà una meta e un porto sicuro:
“Se pure corressi per mari stranieri, tornerò sempre, Signore, a far naufragio nel tuo” (Mario Pomilio, Natale del 1833).
La nostra meta, abbiamo detto, è un Amore che ha già riportato la vittoria e che ora getta luce sul come e dove, dobbiamo camminare.
Allora impareremo che la ‘fine del mondo’, non accadrà quando la violenza e la cattiveria raggiungeranno l’apice, e quando l’ultima bomba deflagrerà in tutta la sua potenza distruttrice, MA QUANDO, IN OGNI ATTIMO DEL NOSTRO VIVERE, AVREMO OCCHI PER SCORGERE IL SEGNO DI UN AMORE, DI UN GESTO DI BONTÀ, DI PERDONO GRATUITO.
LA ‘FINE’ NON SARÀ UN FATTO TERRIBILE, MA UN EVENTO DI BELLEZZA.
Noi possiamo anticipare la ‘fine del mondo’ ogni volta che contribuiamo contemplare un gesto di bontà e di bellezza.
Anche l’ultimo libro della Scrittura, l’Apocalisse, ci rassicura che il mondo non finirà nel fuoco di una conflagrazione planetaria, MA NELLA CONTEMPLAZIONE DELLA BELLEZZA:
- «Vidi la terra nuova, bella come una sposa, scendere dal cielo pronta per lo sposo» (Ap 21,2).
Alla fine, quindi, non trionferà il male, anche se ora è presente.
Non sarà il male ad avere l’ultima parola: QUESTA APPARTERRÀ A CRISTO, che è “LA PRIMA E L’ULTIMA PAROLA DI DIO”.
Un Santo Padre e Dottore della Chiesa, AURELIO AGOSTINO, vescovo di Ippona, nel suo “COMMENTO AI SALMI”, scrive:
- “Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere”
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!