«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 12,1-7
+ In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!» Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi ci presenta un’ultima critica di Gesù contro le autorità religiose del suo tempo.
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“Gesù cominciò a parlare, prima ai suoi discepoli: “Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.”
È un rinvio al brano precedente, che abbiamo commentato ieri sull’ipocrisia dei farisei e al quale rimandiamo.
Il clima di ostilità nei confronti del falegname che si è fatto profeta è cresciuto a dismisura, dopo le invettive contro i farisei e i dottori della Legge.
Finché Gesù puntava il dito contro le storture di chi non crede poteva andare ma, ora, Gesù accusa esplicitamente coloro che erano visti come i più ferventi e devoti del popolo di Israele.
Gesù non condanna in blocco i farisei, ha molti punti in comune con il loro zelo, ma l’ipocrisia che li anima, cioè la falsità, il voler apparire a tutti i costi diversi da quello che sono, il loro indossare una maschera davanti a Dio e davanti agli uomini.
Anche l’Evangelista Marco parlava già del lievito dei farisei e degli erodiani, e suggeriva che si trattava della mentalità o dell’ideologia dominante dell’epoca, CHE ASPETTAVA UN MESSIA GLORIOSO E POTENTE. (Mc 8,15 e 8,31-33).
In questo contesto, nessuno riconosce Gesù come profeta, anzi, tutto lascia supporre che con lui faranno come i loro padri hanno fatto con altri profeti: prima li hanno uccisi, poi i loro figli hanno dedicato loro dei bei monumenti.
Ma nessuno è perduto, nessuno è escluso: anch’essi possono convertirsi, ascoltare la Parola vibrante del Nazareno e cambiare.
Ma per cambiare occorre abbandonare l’ipocrisia, la maschera che hanno indossato e ammettere con onestà il proprio limite.
E, in questo testo, Luca identifica il lievito dei farisei con l’ipocrisia.
L’ipocrisia è un atteggiamento che rovescia i valori, perché nasconde la verità, mostrando una bella maschera che nasconde e trucca ciò che di putrido c’è dentro.
L’ipocrisia è un po’ come il serpente, si muove in una maniera che sembra non minacciare nessuno, ed ha il fascino del “chiaroscuro”.
Essa ha il fascino di non dire le cose chiaramente; il fascino della menzogna, il fascino delle apparenze.
Lo stesso Gesù, nei vangeli, aggiunge alcune notazioni sul comportamento dei “farisei ipocriti”, dicendo che sono “pieni di se stessi, di vanità” e che gli piace “passeggiare nelle piazze” per far vedere che sono importanti.
In questo caso, l’ipocrisia era la maschera apparente della fedeltà massima alla PAROLA DI DIO che nascondeva la contraddizione della loro vita.
Ma il Signore Gesù vuole il contrario. Vuole la coerenza non ciò che rimane nascosto.
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“Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.”
E’ la seconda volta che Luca parla di questo tema (Lc 8,17).
Invece dell’ipocrisia dei farisei che nasconde la verità, i discepoli devono essere sinceri e non devono aver paura della verità.
Gesù li invita a condividere con gli altri gli insegnamenti che impararono da lui.
I discepoli non possono custodirli per sé, ma devono divulgarli.
E dice loro che un giorno, le maschere cadranno completamente e tutto sarà rivelato con chiarezza, e sarà proclamato sui tetti. (Mt 10,26-27).
Fratelli e Sorelle, facciamo bene attenzione a ciò, su cui il Vangelo di oggi ci fa riflettere.
Innanzitutto il Signore Gesù DEVE ESSERE IL NOSTRO ESEMPIO.
Lui parla in pubblico, non si nasconde, la verità che proclama, anche se per molti è molto cruda, la dice apertamente ed è rivolta a tutti, nessuno escluso.
Gesù NON CONOSCE IL “POLITICALLY CORRECT”.
E, con il suo atteggiamento, ci invita a fare altrettanto.
Ma, il punto sul quale siamo chiamati ad interrogarci è questo: quanti di noi hanno veramente il coraggio di proclamare con tanta tranquillità che amano Gesù?
Quanti di noi hanno il coraggio di parlare di Gesù quando si trovano in compagnia di persone che dicono di non credere o peggio ancora dicono di credere ma il loro comportamento dice tutto il contrario?
Quanti di noi hanno il coraggio di riprendere, FRATERNAMENTE, una persona che non ha un atteggiamento consono o che offende il buon Dio?
E quanti di noi, invece, ADDOMESTICANO LA VERITA’, per paura di rimanere soli?
Quante cose cambierebbero se quello che ci portiamo nel cuore fosse visibile a tutti.
SICURAMENTE MOLTI DI NOI PERDEREBBERO, SIA LA FACCIA, CHE LA BUONA FAMA.
E QUESTO PERCHÉ IL CUORE DELLE VOLTE È COME UN TAPPETO SOTTO CUI METTIAMO TUTTA LA SPORCIZIA CHE PER IL “POLITICALLY CORRECT” NORMALMENTE NON VOGLIAMO FAR VEDERE AGLI ALTRI.
Dobbiamo imparare invece ad alzare sistematicamente il tappeto del nostro cuore e a fare, GIORNALMENTE, una sana pulizia.
In ogni istante della nostra vita, IL VANGELO CI CHIAMA A FAR RICONCILIARE CIO’ CHE ABBIAMO DENTRO, CON CIO’ CHE MOSTRIAMO AL DI FUORI.
Ovvero a far coincidere quello che pensiamo con quello che diciamo.
A far coincidere SEMPRE, quello che ci portiamo dentro con le decisioni che prendiamo pubblicamente
L’IPOCRISIA DI CUI PARLA GESÙ È QUEL FINGERE CHE ALLA FINE MIETE COME UNICA VITTIMA NOI STESSI.
E, CHI INDOSSA TROPPO UNA MASCHERA, ALLA FINE DIMENTICA CHI È DAVVERO E VIVE CON LA PAURA CHE QUALCUNO POSSA SCOPRIRLO, FARGLIELA CADERE, E MAGARI FAR EMERGERE TUTTO QUEL VUOTO CHE CI SPAVENTA.
Gesù chiede ai discepoli di non nascondersi e di non tacere.
Di mescolarsi in mezzo alla folla, come lievito che fa crescere la pasta, tenendo presente che questo non farà perdere o sminuire la propria identità.
Non bisogna aver paura di proclamare la nostra fede, anche se questo può avere delle conseguenze gravi che vanno dalla critica all’emarginazione sociale e giungono fino al martirio.
Non molto tempo dopo, dinanzi ad un sinedrio che li minacciava di morte, Pietro e Giovanni testimoniarono con coraggio “SILERE NON POSSUMUS” “…Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20).
Sono loro che hanno scritto le prime pagine di quel libro della fede che in ogni tempo si arricchisce di nuove e luminose testimonianze.
Sant’Agostino scriverà che la Chiesa “…compie il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”.
Chi cerca e trova l’amicizia di Gesù, deve mettere in conto l’ostilità del mondo.
Colui che opera il male non si arrende.
Una proposta come questa può spaventare i più deboli e allontanare quelli che cercano una vita comoda.
A coloro che si trovano dinanzi ad un compito difficile e ben più grande delle proprie forze, San Basilio, un vescovo del IV secolo, scrive: “
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Non lamentarti per il peso che supera le tue forze. Se infatti dovessi portarlo da solo, non sarebbe soltanto pesante, ma addirittura insostenibile” (Lettera 161,2).
In merito alla nostra riflessione, il Vescovo e Martire di Antiochia, IGNAZIO DI ANTIOCHIA, ebbe a dire nella Lettera ai Magnesii, al n.10,2-3:
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«Eliminate perciò il lievito cattivo, invecchiato e inacidito e trasformatevi in un nuovo lievito, che è Gesù Cristo…. È fuor di luogo professare Gesù Cristo e giudaizzare».
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!