«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 8,16-18
+ In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore
Mediti…AMO
L’ascolto della PAROLA DI DIO è una luce che accende il discepolo perché faccia luce a chi è ancora nelle tenebre.
Chi ha realmente accolto LA PAROLA, la trasmette agli altri e chi è luminoso, illumina.
L’essere missionario per la Chiesa è un fatto naturale come per la luce illuminare. Se non illumina, non è luce; se non evangelizza, non è la chiesa di cristo.
LA LAMPADA SIMBOLEGGIA IL VANGELO, CHE NON PUÒ ESSERE TENUTO NASCOSTO, MA DEVE ESPANDERSI E ILLUMINARE IL MONDO.
Ogni cristiano ha preso in mano la fiaccola del vangelo e deve tenerla in alto, in modo che sia più visibile a coloro che vogliono entrare nella comunità cristiana.
La comunità cristiana è la casa sul monte, ben visibile anche ai lontani, è la casa della luce.
Il comportamento insensato di chi pone la lampada sotto il vaso o sotto il letto, non è assolutamente fuori luogo.
La luce del vangelo può essere tenuta nascosta per non lasciarsi coinvolgere nel suo chiarore, per dormire sonni tranquilli, per non alzarsi dalle situazioni di pigrizia spirituale o di peccato.
QUANDO LA LUCE CHE PROMANA DAL CRISTO E DAL SUO VANGELO ILLUMINA, RISVEGLIA, METTE A NUDO SITUAZIONI DI PECCATO, SI PREFERISCE NASCONDERLA O, ADDIRITTURA, SPEGNERLA.
San Giovanni ha scritto “…la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19).
Quando la Parola abbondantemente seminata germoglia e porta frutto, anche chi gli è attorno beneficia della sua bontà e se ne nutre.
Se davvero la Parola ci abita e orienta le nostre scelte, non siamo solo noi a gioire e godere della vita nuova in Cristo ma anche chi ci sta attorno.
Accade come se nella nostra vita si accendesse una luce che ci rischiara e rischiara anche l’ambiente che ci sta attorno.
Ma, perché ciò accada, ci ammonisce Gesù, occorre mettere la lampada sul lampadario, in alto.
Se la nostra fede, le nostre scoperte, la nostra vita interiore resta nascosta, abitualmente perché ci vergogniamo del giudizio altrui, pensiamo di non essere pronti o capaci nel difendere le novità che abbiamo scoperto, difficilmente riusciremo a portare luce.
Gesù non ci chiede di girare con pesanti croci appese al collo come dei profeti apocalittici, ma di lasciare che la compassione e la tenerezza del vangelo emergano dalle nostre scelte.
Fratelli e Sorelle, il cristiano è qualcuno che porta nel suo cuore la luce di Cristo, quella “…luce vera, quella che illumina ogni uomo.” (Gv 1, 9).
Il cristiano può illuminare con la sua vita i luoghi oscuri di questo mondo.
Affinché questo potere non gli sia tolto deve perseverare nel prestare attenzione, nell’”ascoltare” bene, nell’aprire le orecchie della sua anima alla parola di Dio e nell’essere sempre pronto a essere una luce per gli altri, per non diventare una lampada non accesa.
E questa luce è stata seminata già nel nostro BATTESIMO.
Quel giorno Dio ci ha dato LA LUCE DELLA FEDE, siamo stati resi “figli della luce”.
È stato il giorno più luminoso della nostra vita.
Il celebrante ha detto ai nostri genitori e padrini, mentre consegnava loro una candela accesa “…Ricevete la luce di Cristo“.
UN GESTO E DELLE PAROLE CON CUI LA CHIESA CI INVITA A DIFFONDERE QUELLA LUCE.
NON AVREBBE SENSO CHE QUALCUNO, COSÌ LUMINOSO PER IL MONDO COME DIO STESSO FATTO UOMO, RIMANESSE NASCOSTO, SCONOSCIUTO ALLA GENTE.
Quanti di noi cristiani brilliamo ancora troppo poco con la nostra vita, con l’esempio delle nostre buone opere, con le nostre parole di amicizia.
Dobbiamo chiedere a Dio ogni giorno di aumentare la luce della fede affinché il nostro esempio sia d’ispirazione e le nostre parole efficaci, senza essere sopraffatti dalle tenebre dello scoraggiamento.
Diceva San Giovanni Crisostomo, nelle sue Omelie sul Vangelo di San Matteo, al n.15:
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«È più facile che il sole non scaldi e non dia luce che un cristiano cessi di dare luce; più facile di questo sarebbe che la luce fosse tenebra».
Dio ha fatto del cristiano una torcia per illuminare la Via, per mostrare la Verità, per indicare dov’è la vera Vita.
Spetta a lui corrispondere per eliminare dalla sua vita ogni ostacolo che diminuisce la luminosità del Vangelo.
Certo che è veramente strano il linguaggio di Gesù…
A chi verrebbe in mente di mettere una lampada accesa sotto un letto, col rischio di dare fuoco al materasso o di coprirla con un vaso e non vedere più niente?
A nessuno!
Ma allora, a cosa si riferisce Gesù quando usa il termine vaso o letto?
Forse si riferisce a tutti gli ostacoli che noi mettiamo e che fanno buio alle Sue innumerevoli Azioni di Grazie… i nostri peccati, la nostra pigrizia, il nostro “io”, sono le nostre paure.
I cristiani che hanno deciso di seguire Gesù, sanno che non è facile camminare da soli.
Come la torcia è indispensabile in una grotta buia, così è la luce di Cristo.
Infatti, Gesù sulla Croce, in cima al Golgota, è la nostra lampada, indispensabile per illuminare la nostra vita e il cammino verso di Lui…
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“Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118, 105).
Le Sue braccia spalancate fanno pensare a un candelabro… e che luce fanno.
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“E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14).
La Parola di Dio è la lampada che deve rimanere sempre accesa nel nostro cuore, e l’unico modo per alimentarla è la preghiera costante e fiduciosa insieme ai sacramenti che Gesù ha affidato alla sua Chiesa.
Il dono della Parola dunque non può e non deve essere nascosto: ma perché dia luce è necessario che bruci, che arda continuamente nel cuore.
Proviamo a diventare anche noi, con l’aiuto del Signore, una piccola fiaccola, proviamo ad essere un punto di riferimento per gli altri non solo con le labbra…
Il nostro comportamento e le nostre parole possono essere o luce o tenebra, sta a noi decidere cosa vogliamo diventare, sta a noi decidere se guardare con amore l’Amore Crocifisso o crocifiggere l’Amore.
Tanto grande è l’amore di Dio per noi, tanto grande e grave è la nostra responsabilità nel rispondere o non rispondere al suo amore.
Gesù deve diventare la nostra Luce,il nostro rifugio, la nostra forza,
Fratelli e Sorelle, chi ascolta con cura la parola di Gesù, chi l’accoglie come un tesoro, il più prezioso, riceve LA GRAZIA di comprenderla in tutta la sua ricchezza e di annunciarla in modo efficace.
E SE QUELLA PAROLA SI FA CARNE NELLA SUA VITA, EGLI STESSO DIVENTA UNA LUCE PER I FRATELLI, COME UNA LAMPADA POSTA SUL CANDELABRO (8,16).
Gesù parla nell’intimità ma non vuole che la sua parola resti nascosta.
Egli la consegna come un segreto, una confidenza che si fa solo agli amici, ma chiede che sia fatta conoscere a tutti.
NON PERÒ COME UN’ASTRATTA DOTTRINA, MA COME UNA PAROLA VIVA, UN’ESPERIENZA CHE VESTE, DI GIOIA E D LUCE, I NOSTRI GIORNI.
I santi hanno ben compreso il valore della testimonianza.
SANTA TERESA DI LISIEUX appartiene a questa categoria: “ero decisa a raggiungere il mio scopo: dissi anche che sarei andata perfino dal Santo Padre” (Ms A, 52r).
E SI È FATTA LUCE, NEL NOME DI DIO!
E vorrei chiudere con una bellissima omelia di Benedetto XVI, tenuta nella
Veglia Pasquale nella Notte Santa, 7 aprile 2012
“Mediante il Sacramento del battesimo e la professione della fede, il Signore ha costruito un ponte verso di noi, attraverso il quale il nuovo giorno viene a noi. Nel Battesimo, il Signore dice a colui che lo riceve: Fiat lux – sia la luce. Il nuovo giorno, il giorno della vita indistruttibile viene anche a noi. Cristo ti prende per mano. D’ora in poi sarai sostenuto da Lui e entrerai così nella luce, nella vita vera. Per questo, la Chiesa antica ha chiamato il Battesimo “photismos” – illuminazione. Perché? Il buio veramente minaccioso per l’uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale. Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo. Oggi possiamo illuminare le nostre città in modo così abbagliante che le stelle del cielo non sono più visibili. Non è questa forse un’immagine della problematica del nostro essere illuminati? Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare. Per questo è la fede, che ci mostra la luce di Dio, la vera illuminazione, essa è un’irruzione della luce di Dio nel nostro mondo, un’apertura dei nostri occhi per la vera luce”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!