«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 3,13-17
+ In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia INNALZATO il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti HA TANTO AMATO il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia SALVATO per mezzo di lui». Parola del Signore
Mediti…AMO
La Chiesa cattolica, molte Chiese protestanti e la Chiesa ortodossa celebrano la festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, anniversario del ritrovamento della vera Croce da parte di sant’Elena (14 settembre 320), madre dell’imperatore Costantino, e della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro in Gerusalemme (335).
Secondo la tradizione, Sant’Elena avrebbe portato una parte della Croce a Roma, in quella che diventerà la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, e una parte rimase a Gerusalemme. Bottino dei persiani nel 614, fu poi riportata trionfalmente nella Città Santa.
Nella celebrazione eucaristica di questo giorno il colore liturgico è il rosso, il colore della Passione di Gesù che richiama appunto la Santa Croce e che viene utilizzato anche il giorno del Venerdì Santo durante il quale i fedeli cattolici compiono l’adorazione della Croce. In Oriente questa festa, per importanza, è paragonata a quella della Pasqua.
La croce, già segno del più terribile fra i supplizi, è per il cristiano l’albero della vita, il talamo, il trono, l’altare della nuova alleanza.
Dal Cristo, nuovo Adamo addormentato sulla croce, è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa.
La croce è il segno della signoria di Cristo su coloro che nel Battesimo sono configurati a lui nella morte e nella gloria.
Nella tradizione dei Padri la croce è il segno del figlio dell’uomo che comparirà alla fine dei tempi. La festa dell’esaltazione della croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo (Messale romano).
La stessa evangelizzazione, operata dagli apostoli, è la semplice presentazione di “Cristo crocifisso”.
Il cristiano, accettando questa verità, “è crocifisso con Cristo”, cioè deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando ingiurie e sofferenze, come Cristo, gravato dal peso del “patibulum” (il braccio trasversale della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio dov’era conficcato stabilmente il palo verticale), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota.
Le sofferenze che riproducono nel corpo mistico della Chiesa lo stato di morte di Cristo, sono un contributo alla redenzione degli uomini, e assicurano la partecipazione alla gloria del Risorto.
Nei secoli questa festività incluse anche la commemorazione del recupero da parte dell’imperatore Eraclio della Vera Croce dalle mani dei Persiani nel 628.
Nell’usanza gallese, a partire dal VII secolo, la festa della Croce si teneva il 3 maggio.
Quando le pratiche gallesi e romane si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di Trionfo della Croce nel 1963, ed era usato per commemorare la conquista della Croce dai Persiani, e la data in maggio fu mantenuta come Ritrovamento della Santa Croce, comunemente detta Invenzione della Croce.
In Occidente ci si riferisce spesso al 14 settembre come al Giorno della Santa Croce; la festività in maggio è stata tolta dal calendario liturgico del rito romano in seguito alle riforme del Missale Romanum operate sotto Giovanni XXIII nel 1960/1962.
La Chiesa ortodossa commemora ancora entrambi gli eventi, uno il 14 settembre, rappresentando una delle dodici grandi festività dell’anno liturgico, e l’altro il 1º agosto nel quale si compie la Processione del venerabile Legno della Croce, giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città.
In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle festività mobili in cui viene fatto particolare ricordo della Santa Croce.
La chiesa cattolica compie l’adorazione liturgica della Croce durante gli uffici del Venerdì Santo, mentre la chiesa ortodossa celebra un’ulteriore venerazione della Croce la terza domenica della Grande Quaresima.
In tutte le chiese greco-ortodosse, durante il Giovedì Santo, una copia della Croce viene portata in processione affinché la gente la possa venerare.
Ma vediamo il testo odierno.
Quando noi cristiani pensiamo alla croce, vediamo in essa soprattutto un legno che è strumento di esecuzione capitale, un supplizio che racconta tortura, sofferenza, morte.
Questo, in effetti, è la croce della storia degli uomini, la croce che Cicerone e Tacito descrivono come “crudelissimo supplizio”.
Così è la croce di cui la Torah parla, luogo di morte, riservato a chi è considerato dannoso per la società umana, e dunque, maledetto da Dio e dagli uomini (“Maledetto chi è appeso al legno” (Gal 3,13 e Dt 21,23).
Proprio per questo non sempre comprendiamo nella sua verità la croce di Cristo.
Non è infatti la croce ad aver dato gloria a Gesù, MA È GESÙ CHE HA VISSUTO ANCHE LA CROCE IN MODO DA RENDERE QUESTO STRUMENTO MORTIFERO SEGNO ED EMBLEMA DI UNA VITA OFFERTA, SPESA, PERDUTA PER AMORE, UN AMORE VISSUTO “FINO ALL’ESTREMO” (Gv 13,1) NEI CONFRONTI DEGLI UOMINI, tra i quali, ANCHE I SUOI CARNEFICI.
Per far comprendere questa verità ai cristiani e per non confinare la croce all’interno di una visione dolorista, la chiesa ha sentito il bisogno di celebrarla anche in un giorno diverso dal venerdì santo, al fine di raccontare la gloria che, grazie a essa, Gesù ha mostrato: LA GLORIA DELL’AMORE.
Così nel IV secolo a Gerusalemme è sorta questa festa che la chiesa cattolica e quella ortodossa celebrano ancora oggi il 14 settembre: festa che, essendo solenne, prevale sulla 24a domenica del tempo ordinario di quest’anno.
Ma mi sembra importante analizzare anche alcuni verbi, riportati nella pericope biblica, che riassumono bene l’azione di Dio nella storia dell’umanità:
-
innalzare,
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amare
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e salvare.
Il primo verbo fa riferimento al Figlio e richiama l’evento della Croce, mistero di morte e di gloria, centro e cuore di tutta la vicenda umana.
Il secondo verbo spiega che tutto scaturisce dal Padre che governa con amore ogni cosa ed è pronto a consegnare il Figlio Unigenito.
Il terzo verbo annuncia l’opera dello Spirito compie lungo i secoli per far arrivare a tutti quella vita piena che sgorga dalla Croce.
Tutto questo è molto consolante.
Siamo nelle mani di un Dio che ci vuole bene e fa di tutto per riempire di vita i nostri giorni.
La Croce manifesta la vittoria di un amore che risplende tra le tenebre del rifiuto; e annuncia che il vero rinnovamento dell’umanità si realizza dove qualcuno è disposto a fare della sua vita un dono.
Siamo tutti chiamati a partecipare a questa storia luminosa mettendo tutte le energie e ogni nostra capacità al servizio di Dio.
La Croce ricorda che non possiamo diventare collaboratori di Dio se non siamo disposti a soffrire per Lui.
La croce gloriosa, la croce nella gloria: non uno strumento di morte può essere glorioso, ma ciò che è diventato come simbolo, ciò che Gesù ha vissuto sulla croce deve essere visto e sentito come glorioso.
“Gloria” (kabod) è un termine che nell’Antico Testamento indica la gloria di Dio, e il suo peso nella storia, è la traccia della sua azione, del suo Regno.
Gesù, che ha accettato questo supplizio da parte dell’impero totalitario romano istigato dal potere religioso giudaico, lo ha fatto mostrando tutta la sua gloria: gloria, che è peso del suo amore, PER NOI, vissuto fino all’estremo.
Sulla croce, certo, Gesù umanamente appare un reietto, un riprovato, un condannato sofferente e impotente, ma in verità egli mostra la gloria, il peso che Dio ha nella sua vita.
Quel Dio Padre che sembrava averlo abbandonato, in realtà, essendo obbedito nella sua volontà di amore da parte di Gesù, mostra nella vita del Figlio tutta la sua gloria.
L’orribile croce diventa così un segno luminoso; l’essere issato in alto, su un palo, racconta il regnare di Gesù, esaltato da Dio (Gv 8,28 e 12,32-33).
La corona di spine sul capo di Gesù rivela la sua qualità di Re che serve quell’umanità che lo rifiuta; le sue ferite nelle mani, nei piedi e nel costato mostrano come Gesù ha accolto la violenza, senza vendetta né rivalsa, interrompendo così la catena dell’odio, dell’inimicizia, della violenza (Is 53,5-6.12).
Per questo il quarto vangelo, che ha un’ottica diversa dai sinottici, LEGGE LA PASSIONE DI GESÙ COME EVENTO DI GLORIA, LEGGE LA CROCIFISSIONE COME INTRONIZZAZIONE DEL MESSIA, LEGGE LE BESTEMMIE DEI PRESENTI QUALI TITOLI CHE RICONOSCONO LA VERA IDENTITÀ DI GESÙ: EGLI È “IL RE DEI GIUDEI” (Gv 19,19), nome che viene scritto e proclamato in ebraico, greco e latino, le tre lingue dell’oikouméne, le quali affermano dunque “il suo vero Nome che è al di sopra di ogni nome” (Fil 2,9).
Santa croce. Beata croce. Così evidente e così misteriosa.
Capita e vilipesa. Stravolta e sfregiata, soprattutto da noi discepoli del Nazareno.
Croce che, pure, per noi discepoli rappresenta il punto di non ritorno dell’amore di Dio.
La parola definitiva di Dio sul mondo, il dono totale e assoluto di sé.
Questo significa, secondo le intenzioni di Gesù, il prendere la croce. Donarsi, totalmente, come Dio ha saputo fare.
Da strumento di tortura raffinato e perverso, la croce è diventata L’EMBLEMA DELLA MISURA DELL’AMORE SENZA MISURA DI DIO.
È questo amore che oggi esaltiamo, NON IL DOLORE CHE ESSA PORTA CON SÉ.
Perché amare, lo sappiamo bene anche noi uomini, spesso richiede sacrificio e incomprensione.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!