«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 5,1-11
+ In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore
Mediti…AMO
In questo giorno, nel quale accompagniamo Gesù sulle rive del lago di Gennèsaret, voglio commentare il Vangelo, prendendo in esame solo alcuni fatti, che spesso passano inosservati.
C’è tanta folla che è venuta per ascoltare l’insegnamento del Maestro, anzi, l’evangelista Luca dice chiaramente che queste persone vogliono ascoltare la Parola di Dio.
MI PIACE TERRIBILMENTE COME INIZIA QUESTO BRANO ODIERNO.
LA FOLLA FA RESSA ATTORNO A GESÙ PER SENTIRE LA PAROLA DI DIO.
Perché quella è la Parola che Gesù pronuncia: non vuoti discorsi religiosi o filippiche morali o prediche noiose.
Ma PAROLA DI DIO: e questo è ciò di cui ha bisogno la folla, ieri come oggi.
ANCHE IO, MA ANCHE NOI, FACCIAMO RESSA APPENA INDIVIDUIAMO QUALCUNO IN GRADO DI PARLARCI DAVVERO, SUL SERIO, CREDIBILMENTE, DI DIO.
Ma veniamo al nostro testo odierno.
Ci sono due cose importanti da osservare in queste poche righe di Vangelo: prima di tutto le parole di Simone che si riconosce peccatore, cioè sente tutta la distanza tra la sua povera umanità e la grandezza di Gesù che è lì, vicino a lui, su quella piccola barca.
Simone il pescatore comprende che di fronte a lui c’è qualcuno di grande, qualcuno inviato da Dio, qualcuno in cui opera lo Spirito di Dio, e allora si sente piccolo piccolo, debole, fragile.
La seconda cosa che notiamo È IL CAMBIAMENTO DEL NOME: l’evangelista Luca, che fino ad ora ha sempre chiamato il pescatore solo con il nome di Simone, ora aggiunge anche il nome Pietro.
Ed è con questo nome che lo incontreremo poi sempre nel Vangelo: Pietro, il primo degli Apostoli.
Simon Pietro il pescatore che ora sta inginocchiato nella barca, di fronte a Gesù, in mezzo ai tantissimi pesci della pesca miracolosa. Ascoltiamo che cosa dice Gesù a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini“.
Quindi, per san Pietro l’episodio della pesca miracolosa segnò un nuovo inizio, dopo il suo primo incontro con Gesù.
Ma vorrei anche sottolineare anche l’aspetto di ciò che appare chiaramente insensato, in questo brano evangelico.
Aveva appena finito di insegnare, questo misterioso maestro, la cui fama si stava diffondendo nella regione, che diventa partecipe, ancor di più, delle vite dei suoi discepoli: e lo fa ordinando loro di gettare le reti per la pesca.
Se non fossimo tanto “abituati” a LEGGERE ORMAI DISTRATTAMENTE questo episodio, non tarderemmo a notarne CIO’ CHE APPARENTEMENTE E’ POCO BUON SENSO: per dei pescatori di mestiere, pescare alla luce del giorno, DOPO AVER INUTILMENTE FATICATO NEL BUIO, ERA SICURAMENTE UNA FOLLIA.
ED ERA ANCORA PIÙ FOLLE SE LO AVESSERO FATTO, SU INDICAZIONE DEL FIGLIO DI UN FALEGNAME, PER QUANTO FOSSE UN SAPIENTE MAESTRO.
E Simone sottolinea questa insensatezza della richiesta “…Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”.
Ma è in grado di fare un passo in più, GRAZIE ALLA FEDE, e dice «…ma sulla tua parola, getterò le reti».
ED ECCO UN ATTO DI FOLLIA UMANA, MA CHE AL CONTEMPO E’ UN CAPOLAVORO DELLA FEDE: gettare le reti anche quando tutto INVITEREBBE A FARE IN CONTRARIO.
ECCO COME RAGIONA ED OPERA DIO.
E allora «…prendi il largo» è un po’ come l’invito «…esci dalla tua terra e và» rivolto ad Abramo (Genesi 12,1).
Perché accogliere l’invito che Dio ci rivolge ogni giorno, nella nostra quotidianità, richiede un salto, richiede l’abbandono delle redini della propria vita, quasi la negazione, vertiginosa, delle sicurezze che la fondano, PER METTERCI SERENI E FIDUCIOSI “…come un bimbo svezzato nelle sue mani” (Sal.131).
Questa accoglienza è IL gesto fondante e quotidiano del NOSTRO rapporto con Dio , grazie al quale la nostra vita riceve una fecondità nuova.
E, UNA VOLTA SUPERATO IL FASCINO INIZIALE, NELLA VITA DI FEDE, È NECESSARIO IL CORAGGIO DI RISCHIARE DI AFFRONTARE LA TORMENTA DEL MARE APERTO.
E questo “Sì” porterà frutti in abbondanza.
Ed ora parliamo del modo in cui parla il Maestro di Nàzareth.
Quale forza dovevano avere le parole di Gesù?
E il suo modo di pronunciarle? E il suo tono di voce?
Quanta intensità e credibilità dovevano contenere i suoi discorsi se le folle si accalcavano, facevano ressa per poterlo ascoltare?
Quanta verità le persone coglievano nelle sue parabole, nei suoi insegnamenti, nei suoi giudizi per lasciare le proprie occupazioni, percorrere decine di chilometri e fermarsi ad ascoltarlo?
Quella stessa Parola, ora, ci appartiene, ci è affidata e siamo chiamati a raccontarla, perché, anche a noi il Signore chiede di prendere il largo, di staccarci dalle rive stagnanti della mediocrità, del peccato, dell’abitudine e di osare.
E non accampiamo scuse, come fa Pietro: certo, siamo peccatori, siamo in continua conversione ma non per questo indegni di accogliere ed annunciare il Vangelo.
Anche se pensiamo di avere già fatto abbastanza, anche quando siamo esausti dopo una lunga notte infruttuosa, fidiamoci del Signore e prendiamo il largo.
E diventiamo anche noi pescatori di uomini, pescatori di umanità, chiamati a far uscire da noi e dagli altri tutta l’umanità che anima…
Perché ogni nuovo giorno per un cristiano è un nuovo inizio, una nuova opportunità di servire e amare Dio: dobbiamo sempre essere a disposizione del Signore e ogni giorno cominciare con la SUA PAROLA.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!