«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo MATTEO 8,23-27
+ In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
Mediti…AMO
Matteo scrive per i giudei convertiti del primo secolo, che si sentivano persi come una barca in mezzo al mare in burrasca, senza la speranza di poter raggiungere il porto desiderato.
Gesù sembra essersi addormentato nella barca, e per loro sembra che nessun potere divino venga a salvarli dalla persecuzione.
Non si dimentichi che per gli ebrei il mare era il grande nemico, vinto dal Signore quando fece uscire il suo popolo dall’Egitto (Es 14,15-31).
Era la residenza del Leviathan, il mostro marino (Gb 3,8 e Sal 74,14). Era il grande abisso che, quando scatenava la sua forza, impauriva i naviganti (Sal 107,23-27, che di seguito riporterò).
Ed ecco che la potenza del demonio si manifesta in una tempesta di vento, che getta le onde nella barca e tenta di affondarla.
È l’ora delle tenebre, e la paura scuote quei discepoli, che non riescono più a governare la barca. Il naufragio sembra ormai inevitabile, eppure Gesù, a poppa, dorme…
Dinanzi a questa situazione di disperazione e di angoscia, Matteo raccoglie diversi episodi della vita di Gesù per aiutare le comunità a scoprire, nel mezzo di una apparente assenza, la presenza accogliente e potente di Gesù:
-
vincitore che domina il mare (Mt 8,23-27),
-
che vince e scaccia il potere del male (Mt 9,28-34)
-
e che ha il potere di perdonare i peccati (Mt 9,1-8).
In altre parole, Matteo vuole comunicare la speranza e suggerire che le comunità non hanno motivo di temere. Ecco il motivo della narrazione della tempesta calmata del vangelo di oggi.
Ma veniamo a noi, Fratelli e Sorelle. Stare sulla barca con Gesù significa venire aiutati da Lui, anche attraverso i fratelli, a vivere gradualmente sempre più ogni cosa nella FEDE.
In questo cammino Gesù ci può liberare gradualmente dai sensi di colpa, dalle forzature, dai pensieri cattivi, dalle ansie.
Dio ci toglie gradualmente la paura profonda perché gradualmente sperimentiamo nella fede che è il Dio della vita.
Però ci sono dei momenti nella vita in cui abbiamo l’impressione di affondare. A volte a causa dei nostri sbagli, delle nostre scelte, dei nostri peccati. A volte, invece, perché travolti da eventi non previsti che ci mettono a durissima prova.
Anche per la Chiesa è così: nei vangeli, quasi sempre, l’immagine della barca si riferisce alla comunità che si trova ad attraversare il mare tempestoso della Storia, travolta dalle persecuzioni del mondo ma anche dall’incoerenza dei propri membri. Allora davvero sembra che il male e la tenebra prevalgano. Il mare, nella letteratura biblica, è un luogo misterioso, abitato da mostri terribili.
Ma, questo è lo stupendo messaggio del vangelo di oggi, anche nelle situazioni più disperate il Signore ci viene incontro.
Anche se sembra non intervenire, egli è presente sulla barca della nostra vita, sulla barca della Chiesa.
Come Pietro e Paolo, che abbiamo celebrato qualche giorno fa, come i tanti martiri uccisi dalla furia dell’imperatore romano, che celebriamo oggi, non c’è nulla che ci possa davvero allontanare da Cristo, se ci affidiamo a lui la barca toccherà riva, fidatevi.
Bisogna solo AVER FEDE! Già il Profeta Isaia (Is 43,2) diceva alla gente “…se dovrai attraversare le acque, sarò con te!”
Ma l’episodio della tempesta calmata evoca e realizza, anche la profezia annunciata nel Salmo 107,23-30:
Coloro che solcavano il mare sulle navi,
e commerciavano sulle grandi acque
videro le opere del Signore,
e i suoi prodigi nel mare profondo.
Egli parlò e fece levare un vento burrascoso
che sollevò i suoi flutti.
Salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell’affanno.
Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
Nell’angoscia gridarono al Signore,
ed egli li liberò dalle loro angustie.
Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare.
Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ecco allora, Fratelli e Sorelle, che mettersi al seguito del Signore significa esporsi all’incertezza e alla tempesta, perché il Cristo non offre una piacevole sicurezza ai suoi discepoli e alla Chiesa, ma li spinge sempre in mezzo alla tempesta.
Ma SUBITO, proprio quando i discepoli perdono la propria sicurezza, il Signore si china compassionevolmente su di loro.
IN QUESTA OTTICA, IL RACCONTO DELLA TEMPESTA SEDATA È IN REALTÀ LA STORIA DELLA FEDE.
Una Fede combattuta dalle tribolazioni, provata e purificata dalla tempesta delle persecuzioni.
E il pericolo che si presenta immancabilmente all’angolo della nostra vita, DEVE PROVOCARE IL RISVEGLIO DELLA FEDE E NON LA PARALISI NELLA PAURA.
I paurosi e la gente di poca fede, sanno comunque che possono mettersi nelle mani del Signore, perché comunque in essi c’è un piccolo barlume di Fede che siamo chiamati a non spegnere, perché essa è un esile «…lucignolo fumigante» (Mt 12,20).
E il Signore ci insegna che è di grande valore anche quella poca fede che esce nelle situazioni limite.
NEL BISOGNO IL FIGLIO SI RIVOLGE NATURALMENTE ALLA MAMMA, E L’UOMO A DIO.
La poca fede fa gridare ai credenti “…Dio dove sei? Perché dormi? Perché non intervieni?” (ce lo ricorda il salmista: Salmo 35,23 e 44,24 e 59,6, ecc.).
Dobbiamo confessarlo: anche se magari crediamo di avere una fede matura, di essere cristiani adulti, nella prova interroghiamo Dio sulla sua presenza, arriviamo anche a contestarlo e talvolta a dubitare della sua capacità di essere il nostro Salvatore.
La sofferenza, l’angoscia, la paura, la minaccia recata alla nostra esistenza personale o comunitaria ci rendono simili ai discepoli sulla barca della tempesta.
E, come sempre, ci dimentichiamo che, seguire Gesù, non vuol dire rifugiarsi nel porto sicuro della tranquillità. Ci dimentichiamo che le acque della vita terrena sono mosse, a volte agitate, perfino tempestose, ma è in esse che si sperimenta la presenza del Salvatore.
Fratelli e Sorelle, mai dobbiamo dimenticare che la vocazione cristiana chiama ad una fede coraggiosa, che deve allontanare la paura, perché “…se Dio è con noi…chi può essere contro di noi?”.
LA PAURA SOFFOCA LA SPERANZA, LA FEDE LIBERA LE ENERGIE PIÙ NASCOSTE.
LA PAURA FA MISURARE TUTTO CON LE PROPRIE FORZE, LA FEDE PERMETTE DI MISURARE OGNI COSA CON LA FORZA DI DIO.
Si tratta di due modi totalmente differenti di vedere, giudicare, agire.
La FEDE permette di fare tutto a partire da Dio, con Dio e per Dio. La paura è il grande nemico della Fede, perchè paralizza il cuore, impedisce di compiere le scelte più audaci, induce a restare sulla porta di casa. Interviene poi il calcolo, per giustificare i timori e dare la conferma razionale che non vi era altra possibilità di scelta.
MA CHI HA FEDE SI FIDA DI DIO E SA DI POTER SEMPRE CONTARE SULL’AMORE DI DIO e può vivere la vita come fosse una corsa, una ragionevole e affascinante follia.
La fede dona la certezza che “…tutto concorre al bene di coloro che amano Dio ”, come dice Paolo (Rm 8,28).
TUTTO!
Anche le difficoltà, le malattie, le incomprensioni, i tradimenti, le persecuzioni.
Dobbiamo abituarci a ripetere a noi stessi e agli altri, nelle situazioni più difficili, le parole dell’apostolo “…chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Il Signore Nostro Gesù Cristo!” (Rm 8, 35.37).
Fratelli e Sorelle, all’inizio di questo nuovo giorno, che il Signore ci ha donato di vivere, chiediamo LA GRAZIA di vivere la nostra vita UNITI A CRISTO, per imparare ad affrontare coraggiosamente tutti gli avvenimenti della vita.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!