«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 16,13-19
+ In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore
Mediti…AMO
Solennità dei santi Apostoli, Pietro e Paolo:
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SIMONE, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Fu scelto da Cristo stesso, a fondamento dell’edificio ecclesiale, clavigero del regno dei cieli (Mt 16,13-19), pastore del gregge santo (Gv 21,15-17), confermatore dei fratelli (Lc 22,32), è nella sua persona e nei suoi successori il segno visibile dell’unità e della comunione nella fede e nella carità. Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono con il martirio a Roma, verso l’anno 67, la loro testimonianza al Maestro. Morì crocifisso a testa in giù e fu sepolto in Vaticano presso la via Trionfale
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PAOLO, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco, strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli, è il più grande missionario di tutti tempi, l’avvocato dei pagani, l’apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro far risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo. Morì trafitto con la spada e fu sepolto sulla via Ostiense.
Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone, tra il 64 e il 67 d.C.:
In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.
Per capire l’azione e insieme la bellezza della narrazione del Vangelo, bisogna considerare il suo sfondo geografico.
Cesarea di Filippo si estendeva, in Fenicia, ai piedi del monte Ermon, del quale, una delle grotte era dedicata al dio Pan e alle ninfe.
Sulla sommità di una rupe, Erode aveva fatto costruire un tempio in onore di Cesare Augusto, mentre Filippo, suo figlio, aveva ingrandito questa località dandole il nome di Cesarea (appunto detta “CESAREA DI FILIPPO”).
Venerare un idolo e un uomo dagli Ebrei era considerato un’opera satanica, e perciò la grotta era considerata l’ingresso del regno di Satana: l’inferno.
Ci si aspettava che, un giorno o l’altro, gli abissi infernali scuotessero questa rupe e inghiottissero il tempio sacrilego.
In questo luogo terribilmente spaventoso, IN ZONA PAGANA, per un pio ebreo, si svolse il dialogo fra Gesù, il Figlio del Dio vivente, e Simone “il figlio di Giona”.
Qui Gesù interroga i suoi discepoli: è lui infatti che deve mettere in questione noi, non noi lui.
QUESTA È LA FEDE: LASCIARCI INTERROGARE DA GESÙ E RISPONDERGLI SECONDO LO SPIRITO.
E, in questo contesto altamente simbolico, Gesù parla di un’altra pietra sulla quale edificherà un altro tempio, la Chiesa di Dio, contro cui, nessuna potenza infernale potrà mai prevalere su di essa.
E Pietro risponde “…Tu sei il Cristo”, cioè il Messia, l’unico Messia e il Figlio unico del Padre.
Fratelli e Sorelle, questo è il PUNTO NODALE CHE DOBBIAMO SEMPRE TENER PRESENTE: IL CRISTIANESIMO NON È UNA FORMULA, NÉ UNA TEORIA: MA È UNA PERSONA.
Da notare che Pietro è l’unica persona in tutto il primo vangelo ad essere dichiarato “beato”.
Simone non ha scoperto questa verità con forze umane (carne e sangue), ma GRAZIE ALLA RIVELAZIONE DALL’ALTO.
Su di lui, come su di una roccia, Gesù fonderà la sua Chiesa, la nuova comunità che Gesù sta per costruire e di cui Pietro sarà la pietra di fondamento.
Il regno della morte (gli inferi) non potrà trattenere in suo potere i membri della comunità messianica radunata da Gesù.
Le chiavi sono l’immagine dell’autorità conferita a Pietro; è l’autorità di legare o di sciogliere, che significa: proibire o permettere, o anche ammettere ed escludere dalla comunità.
Grazie a ciò, Simone è diventato quella pietra visibile, che assicura alla Chiesa ordine, unità e forza. Una Chiesa che non potrà essere MAI VINTA, né da Satana né dalla morte, POICHÉ CRISTO STESSO VIVE ED OPERA IN ESSA.
E Gesù cambierà a Simone “figlio di Giona”, il nome in “Kephà”=Pietro. In esso si trova scritta la sua missione, e ciò che sarà chiamato a fare: DIVENTARE PIETRA SULLA QUALE CRISTO EDIFICHERÀ’ LA SUA CHIESA.
Nella simbologia biblica la roccia è Dio stesso: “Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie” (Dt 32,4).
Dicendo “tu sei”, gli comunica una nuova identità.
Ma ogni dono deve essere accolto con libera consapevolezza. Simone è chiamato a diventare Pietro.
Non è dunque un titolo di onore MA UNA GRAZIA E UN IMPEGNO.
È come se dicesse: “Resta ben radicato nella Roccia! Solo così potrai diventare la “pietra” sulla quale verrà edificata la Chiesa”.
Quanto più Pietro si riconosce umile servo e resta aggrappato a Dio, tanto più potrà svolgere il suo ministero con autorità e confermare i fratelli nella fede.
E Pietro potrà diventare “roccia”, non perché è bravo, intelligente, o perché “...la carne, e il sangue glielo hanno rivelato” (Mt.16,17), ma perché “il Padre glielo ha RI-VELATO” (Mt.16,17).
È importante anche riflettere su un particolare: è Pietro che risponde ma l’evangelista ci tiene a sottolineare che le sue parole sono il riflesso di una luce che viene dall’alto (v.16,17).
Anche Saulo si renderà conto che quando si intercetta Gesù, la vita cambia completamente e passerà da Saulo a “Paolo”, cioè “piccolo“, e comprenderà che “è stato crocifisso con Cristo, e non è più lui che vive, ma Cristo che vive in lui”.
Dirà ancora “…e questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,19b-20).
Entrambi con il loro amore appassionato e senza riserve per Gesù hanno messo la loro vita a servizio dei fratelli:
Pietro nel ministero dell’autorità a servizio della comunione e dell’unità
Paolo nell’ascolto attento dello Spirito che apre continuamente frontiere e cammini per l’annuncio del Vangelo.
Pietro e Paolo due ruoli diversi nella vita della Chiesa, ma vissuti nella comunione e nella complementarietà. Ma comunque due persone di estrema fragilità e apparente inidoneità, che la Grazia divina trasformerà da uomini deboli ed incapaci in araldi di Cristo e del suo vangelo.
Sarà lo Spirito Santo dopo una prima Pentecoste, a sostenerla nel difficile cammino, l’impronta è già segnata da Cristo e i solchi su cui dovranno spargere il seme sono ormai dissodati.
Così però la Chiesa è stata segnata sin dalle sue origini da quelle caratteristiche che diverranno poi le costanti del suo essere e della sua missione nei secoli.
“Gesù è il Cristo”, ha gridato Pietro. E, come lui, Paolo ne porta la notizia “…fino agli estremi confini della terra”, allargando gli orizzonti del vangelo al mondo e quelli del mondo alla salvezza rivelata da Gesù.
Anche al termine della sua missione, quando sente di essere vicino alla fine, la sua professione di fede raggiunge i discepoli che lo avevano seguito:
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“Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza… mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno” (Tm 4, 17-18).
Dice il Sacramentario di Verona, del VI secolo:
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“Chiamati in modi diversi all’apostolato, i due santi hanno condiviso la stessa grazia e la stessa passione. L’uno è stato il primo a confessare la fede, ma l’altro si è distinto nella sua difesa e nella sua spiegazione. Ispirato dall’alto, l’uno ha proclamato il Cristo Figlio del Dio vivente, ma l’altro è stato scelto per riconoscere in questo stesso Verbo la sapienza e la potenza di Dio. L’uno ha riunito la prima comunità fra gli ebrei, l’altro è diventato l’apostolo e il dottore delle genti. Così, essi hanno riunito l’unica famiglia di Cristo e una stessa festa e una stessa gloria li associa per sempre”.
Fratelli e Sorelle, i Signore, entrando nella nostra vita, ci mette a disposizione degli altri, ognuno per il nome che porta, perché questo servizio possa rimanere segno del nostro amore appassionato a Cristo
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!