«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo MATTEO 7,1-5
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vissuto comunitario del vangelo (Mt 7,1-12) e la prova essenziale.
É dove si definisce la serietà dell’impegno.
La nuova proposta di vita in comunità abbraccia diversi aspetti:
-
non osservare la pagliuzza nell’occhio del fratello (Mt 7,1-5),
-
non gettare le perle ai porci (Mt 7,6),
-
non aver paura di chiedere cose a Dio (Mt 7,7-11),
-
fare all’altro ciò che ti piacerebbe che l’altro facesse a te (Mt 7,12).
La prima condizione per una buona convivenza comunitaria è “non giudicare il fratello o la sorella”, ossia, eliminare i preconcetti che impediscono la convivenza trasparente.
Ecco l’ideale della nuova vita comunitaria, nata dalla Buona Novella che Gesù ci porta: Dio è Padre e Madre e, quindi, tutti noi siamo fratelli e sorelle. E’ un ideale difficile ma molto bello ed attraente come l’altro:
-
“Siate perfetti come il Padre del cielo è perfetto” (Mt 5,48).
Il rischio di passare da un eccesso all’altro è sempre presente nella vita della Chiesa.
Veniamo da un passato in cui si giudicava con severità ogni atteggiamento, e il confine fra etica e pettegolezzo era molto labile.
Una severità che, pur partendo da buone intenzioni, finiva col far diventare il cristianesimo una religione intollerante e giudicante.
Oggi, in tempi di buonismo, si è passati ad un atteggiamento uguale e contrario. Tanto che siamo ormai certi che DIO È TALMENTE BUONO DA NON OCCUPARSI AFFATTO DEL NOSTRO COMPORTAMENTO.
COME SE LA FEDE E LA VITA CONCRETA NON AVESSERO PUNTI DI CONTATTO.
Come spesso accade, la verità sta nel mezzo: Dio non è un severo e implacabile giudice.
Ma, ovviamente, non lo possiamo ridurre assolutamente a un babbo Natale.
MA, C’E’ UN “MA”…
IL CRISTIANO, A MIO AVVISO, È CHIAMATO A GIUDICARE CON AMORE FRATERNO, SEMPRE.
E QUESTO PERCHÈ IL CRISTIANO DI CUI PARLA IL VANGELO È RESPONSABILE DEI PROPRI ATTI E DI QUELLI DEGLI ALTRI.
MA SI DEVE FERMARE A GIUDICARE QUESTI.
E DEVE FARLO SECONDO LA LOGICA DI DIO CHE VEDE SEMPRE LA PARTE POSITIVA E PROPOSITIVA, CHE VA IN CERCA DELLA PECORA PERDUTA, e che richiama alle proprie responsabilità COLUI CHE SBAGLIA.
Perché il Signore ci chiederà conto della salvezza di quel fratello che ha messo sulla nostra strada, affinché lo esortassimo a camminare sulla VIA DELLA VITA.
Dice il Vangelo di Matteo in 18,15-20 “Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni”.
Ecco allora che, far finta di niente non è affatto un atteggiamento amorevole e nemmeno fraterno…
Dio riesce ad essere nel contempo accogliente ed esigente per farci uscire dalle secche in cui areniamo la nostra santità.
Ecco allora fratelli e Sorelle quale deve essere IL DISCRIMINE: dobbiamo imparare da DIO A SAPER GIUDICARCI E A SAPER GIUDICARE, LASCIANDO DA PARTE, LA MALIZIA E LA MALAFEDE, CHE INVECE METTIAMO NEL GIUDIZIO QUOTIDIANO:
-
“…perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi”
E, in questo senso,Gesù ci indica il percorso da compiere.
Il primo passo è il più esigente: ci dice che possiamo intervenire nella vita di un altro e toccarlo nell’intimo, non in nome di un ruolo o di una presunta verità o di una cattiva intenzione che ci spinge, ma solo se ha preso carne e sangue dentro di noi la parola “FRATELLO”.
Come afferma Gesù “…se tuo fratello pecca… Và…”
Solo la fraternità VERA legittima il GIUDIZIO.
Quella vera: non quella politica, in cui si misurano le forze, ma quella evangelica in cui si misura la sincerità.
E se tutto quanto ho detto è nel tuo cuore, allora va’ e parla, tu fa il primo passo, non chiuderti in un silenzio poco evangelico (perché sai che non devi giudicare, perché così hai erroneamente interpretato), e fa’ in modo che il fratello riallacci la sua relazione di amore con te e con DIO.
E, se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello.
Che verbo stupendo, Fratelli e Sorelle: guadagnare un fratello.
Il fratello è un guadagno, un tesoro per te e per il mondo. Investire in fraternità è l’unica politica economica che produce LA COSTRUZIONE, QUI ED ORA -HIC ET NUNC- DEL REGNO DI DIO.
E questo potere di giudicare correttamente, di costruire il Regno di Dio, è il potere conferito a tutti i fratelli, DI DIVENTARE PRESENZA CHE DE-CREA IL MALE, CON GESTI CHE VENGONO DA DIO:
-
esortare il fratello perché si salvi, usando il giudizio corretto che nasce dal saper discernere tra il bene e il male, che magari gli altri non vedono,
-
perdonare i nemici,
-
trasfigurare il dolore,
-
immedesimarsi nel prossimo,
…RAPPRESENTANO L’ETERNITÀ CHE IRROMPE NELLA STORIA UMANA E LA RENDE OCCASIONE DI SALVEZZA.
Don Oreste Benzi, sacerdote riminese morto alcuni anni fa, tornato alla Casa del Padre in odore di santità, soleva spesso dire che L’UOMO NON È IL SUO ERRORE.
Il non giudicare del Vangelo di oggi non significa spegnere l’intelligenza del raziocinio ed evitare di condannare il male.
QUESTO ERRORE SAREBBE PIÙ’ ATROCE DEL PRIMO. ED HA UN NOME SPECIFICO: SI CHIAMA INDIFFERENZA.
L’indifferente è colui che pensa che poiché milioni di altri fanno la loro parte è inutile che egli faccia la sua, tanto nulla cambierà, né in peggio né in meglio.
L’indifferenza annulla la responsabilità e la volontà, salvo poi accusare di tutto il destino.
No il cristiano di cui parla il vangelo è responsabile dei propri atti e di quelli degli altri.
MA SI DEVE FERMARE A GIUDICARE QUESTI.
Non può identificare il peccato con il peccatore, l’uomo con il suo errore; o meglio deve dare sempre possibilità al peccatore di riscattarsi dal peccato.
QUESTO SIGNIFICA NON GIUDICARE.
A volte c’è il rischio che i cristiani, con la loro psicologia di dottori della Legge, spengano ciò che lo Spirito Santo accende nel cuore di un peccatore, di qualcuno che sta sulla soglia, di qualcuno che comincia ad avvertire la nostalgia di Dio.
Che cosa dunque è veramente grave nella vita di un cristiano?
È grave giudicare gli altri con intransigenza e livore, è grave e ipocrita condannare con forza e severità gli altri perché commettono atti che sovente proprio chi condanna compie a sua volta.
È ancor più grave se dei comportamenti peccaminosi diventano mezzi di ricatto, di potere, di complicità, fino a condurre battaglie comuni contro “altri” sentiti come nemici.
Chi non giudica non sarà giudicato, ma io credo che chi fa atti di misericordia, otterrà misericordia da Dio, ED IL PLAUSO PER AVER GIUDICATO NEL MODO GIUSTO, FACENDO DISCERNIMENTO TRA IL BENE E IL MALE ED AVENDO SALVATO IL FRATELLO CHE CI E’ MESSO ACCANTO.
È in questa comprensione del Vangelo che papa Francesco ha detto all’episcopato brasiliano:
-
«Serve una chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia non è possibile inserirsi in un mondo di “feriti” che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore”.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!