«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA… In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 5,1-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo di oggi ci racconta una giornata vissuta da Gesù, nella quale ha curato un paralitico aspettava da 38 anni che qualcuno lo aiutasse a raggiungere l’acqua della piscina di Bethesda, per poter essere guarito.
Fratelli e Sorelle, TRENTOTTO ANNI. CERTAMENTE UN ESEMPIO DI PERSEVERANZA PER NOI.
Certamente questo fatto rivela la mancanza assoluta di solidarietà e di accoglienza agli esclusi!
IL NUMERO 38 INDICAVA LA DURATA DI UNA GENERAZIONE (Dt 2,14), CHE NON GIUNSE A SPERIMENTARE LA SOLIDARIETÀ, NÉ LA MISERICORDIA.
E, QUELLA DELL’EPOCA, ERA UNA RELIGIONE INCAPACE DI RIVELARE IL VOLTO ACCOGLIENTE E MISERICORDIOSO DI DIO.
Davanti a questa assenza totale di solidarietà Gesù trasgredisce la legge del sabato e cura questo poveretto, dicendo “…prendi il tuo lettuccio e cammina!”.
Il brano ci racconta che quest’uomo prese il suo lettuccio e cominciò a camminare in mezzo alla moltitudine.
In questo gesto, ovviamente, vi è il compimento di una antichissima prefigurazione, che troviamo nella visione del vecchio profeta Ezechiele, che annunziava ai suoi contemporanei che l’acqua che dà la salute e la vita, simboleggia LA GRAZIA CHE DIO DISPENSA IN ABBONDANZA NEL TEMPO MESSIANICO.
E, QUESTO TEMPO, È GIUNTO CON LA VENUTA DI GESÙ CRISTO.
Ed è questo il motivo per il quale Gesù NON CONDUCE IL MALATO ALLA PISCINA DI SILOE, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, MA LO GUARISCE PER MEZZO DELLA PROPRIA POTENZA.
Certamente la piscina di Bethesda non era il tempio di Gerusalemme, ma solo una gigantesca vasca che raccoglieva l’acqua necessaria alla purificazione delle pecore destinate al sacro macello.
E il fenomeno delle acque che periodicamente si muovono, ci dicono gli strudiosi, era dovuto all’improvvisa immissione d’acqua corrente dal fondo della vasca, nulla di sconvolgente.
Eppure, nonostante questo, il desiderio di guarigione aveva spinto centinaia di poveracci ad aspettare il fenomeno, gettandosi nella vasca e sperando di guarire.
Ovviamente i sacerdoti del tempio guardavano con un certo fastidio a questa evidente forma di superstizione, che attraeva ogni genere di malati.
Esso credevano che un angelo agitava le acque e che, il primo che entrava dopo l’agitazione delle acque da parte dell’angelo, guariva.
Detto in altre parole, i malati erano attratti da false e ingannevoli speranze, che al massimo offrivano la guarigione solo per un’unica persona.
Come le lotterie di oggi. Solo una persona vince un premio, mentre la maggioranza paga solo.
Ed è proprio nella desolazione di questo scenario di abbandono totale, che Gesù incontrerà i malati
L’archeologia sacra ci informa che, nello stesso recinto del Tempio, c’era un luogo dove gli scribi insegnavano la legge agli studenti.
Quindi, topograficamente:
- da un lato, l’insegnamento della Legge di Dio,
- dall’altro, l’abbandono dei poveri malati,
- e, nel contesto, c’era l’acqua purificava il Tempio, ma non purificava la gente.
INOLTRE È SABATO, per gli Ebrei giorno del tutto Sacro a Dio, in cui era obbligatoria l’astensione da qualsiasi lavoro.
Ma è proprio perché è sabato che Gesù opera, per mostrare ai Giudei la stretta relazione di questo giorno (che pur prevede un’astensione totale da ogni lavoro) con il porre comunque in essere un’attività che porti a mostrare soltanto trionfi la gloria di Dio.
E LA GLORIA DI DIO COINCIDE SEMPRE CON IL VERO BENE DELL’UOMO.
Ma c’è un particolare che mi pare davvero interessante e che quasi mai è messo in evidenza.
Il paralitico è DEFINITIVAMENTE GUARITO, MA NON È LIBERATO DAL SUO LETTUCCIO, CHE DEVE CHE DOVRA’ CONTINUARE A PORTARE PER SEMPRE CON SÉ.
E questo perché, chi segue Cristo non è immune dalle sofferenze, passate, presenti E FUTURE… che rappresentano in qualche modo QUEL LETTUCCIO CON IL QUALE DOBBIAMO CONTINUARE A CONVIVERE.
Ma LA FORZA, DONO DELLA GRAZIA DI CRISTO, ci aiuterà a portarlo sulle spalle con pazienza, anche per ricordarci sempre CHE COSA IL SIGNORE HA FATTO CON NOI, E PER NOI.
Come diceva Santa Gemma Galgani
- “…ricordiamoci sempre che siamo seguaci di quel Gesù che soffrì tanto. No, non basta avere sotto gli occhi la Croce; bisogna averla addosso”.
Aveva già detto quasi duemila anni prima S. Agostino, il Vescovo di Ippona, nel suo Commento al Vangelo di S. Giovanni, omelia 17:
- “…Prendi, dunque, il tuo lettuccio. E quando l’avrai preso, non fermarti, cammina! Amando il prossimo e interessandoti di lui, tu camminerai…Porta dunque colui assieme al quale cammini, per giungere a Colui con il quale desideri rimanere per sempre. Prendi, dunque, il tuo lettuccio e cammina.”
CURIOSITA’ STORICO-BIBLICHE
Gerusalemme, in effetti, ai tempi di Gesù c’era una porta, detta “porta delle pecore” che era situata al lato Nord-Est del muro della città, quindi era una “shaa’r” ed era chiamata così, perché attraverso questa porta entravano le pecore che venivano sacrificate nel Tempio.
Da questa porta, secondo la tradizione, sarebbe entrato Gesù all’inizio della sua passione per essere condotto dal Sommo Sacerdote e poi da Pilato.
Questa “porta delle pecore” è menzionata in Giovanni al capitolo 5:
“A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici…” (Giovanni 5,2)
Era anche detta “Piscina probatica” o “Piscina degli agnelli“, dal greco “probaton” che vuol dire gregge e pecora, in quanto, assieme ad altre piscine vicine erano utilizzate per lavare gli agnelli prima del sacrificio.
Ai tempi di Neemia (Neemia 3,1) quando i tornati dall’esilio babilonese ripararono le brecce delle mura di Gerusalemme, la prima delle porte ricostituite fu proprio la porta delle pecore, la quale, peraltro, fu l’unica a essere consacrata, forse proprio perché portava al restaurato Tempio.
Questa traccia, voluta certamente dallo stesso evangelista Giovanni, ci porta, quindi, verso il Tempio ove per l’ebraismo stava la “Shekinah” o presenza di JHWH che si riteneva risiedere nel Santo dei Santi.
Che era il luogo dove nel primo Tempio era stata sistemata, sulla roccia del sacrificio d’Isacco, l’arca delle Testimonianza su cui il Signore sedeva sui cherubini (1Samuele 4,4) come conferma anche il Salmo 99,1:
- “Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini“.
Il Signore IDDIO ti Benedica
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!