… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo LUCA 16,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Parola del Signore
Mediti…AMO
LA VITA E IL PENSIERO DEL SANTO
Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, era il secondo figlio del Conte Giberto e quindi, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni.
Studente brillante a Pavia, venne poi chiamato a Roma, dallo zio, Gianangelo de’ Medici, salito al soglio pontificio come Papa Pio IV’, e venne creato cardinale a 22 anni.
Fondò a Roma un’Accademia secondo l’uso del tempo, detta delle «Notti Vaticane».
Inviato al Concilio di Trento, nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato sulla Cattedra di sant’Ambrogio di Milano, una diocesi vastissima che si estendeva su terre lombarde, venete, genovesi e svizzere.
Un territorio che il giovane vescovo visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli.
Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi.
Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri.
Impose ordine all’interno delle strutture ecclesiastiche, difendendole dalle ingerenze dei potenti locali.
Un’opera per la quale fu obiettivo di un fallito attentato.
Durante la peste del 1576 assistette personalmente i malati.
Appoggiò la nascita di istituti e fondazioni e si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas».
Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584.
Fu un pastore buono e un dono eccellente per la Chiesa di Milano e per tutta la Chiesa.
Consacrato vescovo a soli 25 anni, questo giovane, vissuto negli agi e negli onori del suo rango, si diede tutto al servizio del suo popolo, profondendo ricchezze e salute, sostenendo fatiche e penitenze estreme, che certamente gli abbreviarono la vita.
Propugnò con energia e pazienza l’applicazione del Concilio di Trento, con la costante preoccupazione di formare sacerdoti santi e pieni di zelo.
L’amore di Gesù crocifisso era per lui modello e continuo sprone.
San Carlo è stato detto fu l’uomo della preghiera, delle lacrime, della penitenza intesa non come opera eroica ma come partecipazione misteriosa, appassionata alle sofferenze di Cristo, al suo entrare nel peccato del mondo, fin quasi allo scoppio del cuore e alla divisione dell’animo.
ESAME DEL TESTO EVANGELICO
L’evangelista presenta la condotta di un cattivo amministratore non per insegnarci ad essere ladri, ma per indicarci un comportamento pronto, diligente, astuto nel lavorare per il regno di Dio.
La parabola (vv. 1-8), infatti, riferisce il caso di un amministratore incapace che, denunciato, non cerca scusanti e, costretto a pensare al futuro della sua vita, si dà subito da fare per non restare travolto.
Per questo, si converte un poco anche all’amore del prossimo, ma perché gli conviene, non per altruismo.
E lo mette in atto con mezzi assai discutibili, condonando debiti ingenti, e pure imbrogliando il suo padrone.
Il padrone passa sopra alla disonestà del suo dipendente e ne loda invece la scaltrezza.
Mi ha sempre lasciato perplesso la lettura di questa parabola inusuale.
E fin da quando ero bambino pensavo …ma davvero Gesù sta lodando chi è disonesto?
Nel tempo attuale, siamo travolti dal malcostume che ha ridotto l’Italia ad un paese in una crisi senza scampo, dove chi può approfitta del bene comune e pensa solo ai propri interessi.
Ma allora, Gesù intende in qualche modo, forse avvalorare tale orribile pratica?
No, Gesù non ci invita certo alla corruzione o alla collusione.
Per capire bene occorre cogliere la profondità del testo: L’AMMINISTRATORE DISONESTO SI INGEGNA PER TROVARE UNA SOLUZIONE, CERCA DI OTTENERE DEI FAVORI AVVANTAGGIANDO I DEBITORI DEL PADRONE SPERANDO SI RICORDINO DI LUI.
E, incredibilmente, il padrone loda la scaltrezza dell’amministratore, LASCIANDO INTENDERE CHE SE L’AVESSE USATA PIÙ ONESTAMENTE QUAND’ERA RESPONSABILE DEI SUOI BENI SAREBBE STATO MEGLIO PER TUTTI.
Questa è la chiave di lettura della parabola: nelle cose della terra, nelle cose pratiche, nella gestione dei nostri denari mettiamo, giustamente, molta energia e scaltrezza.
Ci facciamo consigliare, cerchiamo i migliori investimenti, cerchiamo di fare il possibile per superare la crisi.
Ecco allora che il Signore ci invita a mettere almeno altrettanta scaltrezza nel coltivare la nostra anima.
Gesù constata con amarezza che l’energia che mettiamo nelle cose della terra sono molte di più rispetto a quelle che mettiamo nelle cose dello spirito.
Nel momento della crisi, questo amministratore anzitutto dimostra capacità di accettazione della realtà, della nuova situazione che si è creata.
Dunque, l’esemplarità di quest’uomo corrotto non sta certo nel suo agire senza scrupoli, MA NEL SUO DISCERNERE REALISTICAMENTE LA SITUAZIONE CRITICA IN CUI SI VIENE A TROVARE E NEL SAPER AGIRE DI CONSEGUENZA.
Anche per Gesù costui è un «figlio di questo mondo» (Lc.16,8).
La domanda di Gesù però riguarda i figli della luce: COME MAI NON SANNO DISCERNERE L’ORA, LA VICINANZA DEL REGNO E METTERE IN ATTO PRONTAMENTE I GESTI DI CONVERSIONE CHE SONO ESSENZIALI PER LA SALVEZZA?
L’AMMINISTRATORE viene lodato, dunque, per la scaltrezza e l’astuzia.
E a questa scaltrezza non applaude soltanto il padrone, ma anche il Signore stesso, quando dice “…I figli di questo mondo sono più avveduti dei figli della luce”.
Quelli sono avveduti nel male più di quanto questi ultimi lo siano nel bene.
Ascoltino dunque i figli della luce e arrossiscano di lasciarsi vincere dai figli di questo mondo.
Queste cose sono state scritte perché, ascoltandole, diventino più avveduti.
Ecco allora l’insegnamento.
LA CHIAMATA AL RENDICONTO È LA NOSTRA MORTE.
E la presa di coscienza della propria morte ci deve portare a vivere il presente come momento di conversione.
Si tratta di capire che cosa fare alla luce del rendiconto finale.
L’amministratore ladro fa dipendere la sua vita da ciò che ha, quello fedele e saggio da ciò che dà.
La morte ci fa passare dall’amministrazione dei beni di Dio alla partecipazione alla sua vita.
Il paradiso è la casa dove abitano i debitori ai quali abbiamo condonato.
La misericordia donata in terra ci verrà ricambiata in cielo.
Solo il Padre dona tutto e condona il cento per cento.
Noi condoniamo il cinquanta e talvolta solo il venti per cento (vv.7-8).
Il Signore non loda l’amministratore disonesto perché ha rubato, ma perché dona i beni del suo padrone, secondo l’insegnamento ricevuto nelle pagine precedenti del vangelo:
- “Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,35-36).
L’importante è utilizzare la vita presente per arricchire davanti a Dio con l’elemosina, invece di accumulare tesori per sé (Lc 12,21).
L’unica maniera per riscattare l’ingiusta ricchezza è quella di regalarla ai bisognosi e conquistarsi così la loro benevolenza e amicizia “perché ci accolgano nelle dimore eterne“.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!