… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo Luca 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore
Mediti…AMO
Prosegue la meditazione sul discorso delle realtà ultime, che Gesù porta avanti nel vangelo secondo Luca.
Siamo ormai in prossimità degli ultimi giorni della vita di Gesù sulla terra, e la fine della sua vita, ci rimanda alla fine dei tempi, quando tutta la storia riceverà compiutezza e pienezza di senso con la venuta gloriosa del Figlio dell’uomo.
Il linguaggio usato in questo discorso è un linguaggio “apocalittico”, piuttosto ostico ai nostri orecchi perché fa ricorso a scenari “catastrofici”, ma molto familiare alla tradizione ebraica dell’epoca, che sapeva leggere nel genere apocalittico un linguaggio di speranza, perché al di là della superficie delle cose (guerre, terremoti, catastrofi…) lascia intravedere come sia Dio il vero Signore della storia.
È importante tener presente che anche questo discorso è “evangelo”, ovvero è una “buona notizia”.
Gesù non intende incutere paura nei suoi ascoltatori, ma vuole dirci una verità fondamentale: questo mondo e l’intera creazione vanno certamente verso una meta finale, verso il “giorno del Signore”, che è giorno di giudizio, certo, MA SOPRATTUTTO DI SALVEZZA.
“Sappiate che il regno di Dio è vicino” (v. 31); o, come ci ricordava il testo di ieri, che “la vostra liberazione è vicina” (v. 28).
È l’annuncio di una vicinanza che non ci fa incurvare sotto il peso di una minaccia, ma ci fa alzare il capo verso “i cieli nuovi e la terra nuova” che Dio prepara per noi (2Pt 3,13).
Cristo non pronunzia queste parole per metterci paura, dunque, ma per sostenere la nostra speranza!
Sì, viviamo in un mondo che passa, una vita che conosce sconvolgimenti, si oscurano il sole e la luna, possiamo trovarci in un paesaggio di desolazione, eppure siamo chiamati a essere uomini e donne di speranza che sanno osservare, che hanno occhi per vedere il gonfiarsi delle gemme sulla pianta di fico, e dunque sono in grado di capire.
È solo un piccolo segno, ma quanto basta per farci dire: “…L’estate è vicina!”.
Bisogna Amare Cristo e la sua PAROLA! ECCO IL SEGRETO PER UNA VITA SANTA!
“La tua Parola è lampada ai miei passi e luce sul mio cammino“, questa espressione biblica, tratta dal monumentale salmo 118, versetto 105 ha donato coraggio e forza a innumerevoli persone, che ne hanno sperimentato l’efficacia e la dolcezza.
Il nostro Dio è un Dio vicino, che con il suo Figlio, Parola vivente, non smette di starci accanto e continua a illuminare la nostra strada con la speranza che anche se tutto muta il suo amore rimane in eterno.
Ricordo Papa Benedetto XVI’, che diceva ai Giovani nella G.M.G.2005
“La lampada è quindi la Parola di Dio, la quale non è solo parola ma “(…) il concetto ebraico “dabar”, abitualmente tradotto con il termine “parola”, sta a significare tanto parola che atto. Dio dice ciò che fa e fa ciò che dice”. Camminare nella fede cristiana, trovare la strada verso la Patria celeste, significa quindi nutrirci della Parola di Dio, inseparabile dal Pane di vita eterna. Non si deve dimenticare anche il ruolo importante che la Chiesa ha svolto nel trasmettere il grande tesoro del deposito della fede, a cominciare dagli Apostoli che “(…) hanno accolto la parola di salvezza e l’hanno tramandata ai loro successori come un gioiello prezioso custodito nel sicuro scrigno della Chiesa: senza la Chiesa questa perla rischia di perdersi o di frantumarsi”.
Continua il Papa “…Cari giovani, amate la Parola di Dio e amate la Chiesa (…) che ha ricevuto dal suo Fondatore la missione di indicare agli uomini il cammino della vera felicità”. Il rimando scelto dal Papa è ancora più autorevole perché è Gesù stesso che ne parla chiaramente ”…Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32).
La lampada, la luce, la bussola che indicano la direzione da seguire, emergono da una profonda meditazione della Parola di Dio, perché tramite questo impegno lo Spirito Santo parla, rivela la verità, libera la libertà stessa affinché l’animo possa cogliere il vero bene e lo persegua.
Papa Benedetto XVI ha anche ricordato alcuni passi della Lettera agli Ebrei, per parlare della Parola di Dio come un’arma indispensabile per la lotta spirituale “…La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.
Essa, per essere efficacie, NECESSITA DI UN CUORE DOCILE CHE DIVENTA TALE SE È PRONTO ALL’ASCOLTO, ALLA MEDITAZIONE DELLA PAROLA STESSA”.
I cieli e la terra passano ma la Parola del Signore rimane.
Davanti agli eventi catastrofici, alle guerre e alla violenza che ci raggiungono ogni giorno, il rischio concreto di lasciarci prendere dallo sconforto esiste, eccome.
Ma, a conclusione della visione apocalittica del destino umano, Gesù ci propone di alzare lo sguardo, di aspettarci una liberazione definitiva.
Del tempio, di ogni tempio, non resta pietra su pietra ma le sue Parole restano. E sono Parole che ci illuminano, che ci permettono di capire, di leggere e interpretare gli eventi della storia e della nostra vita.
E se queste Parole quotidianamente le meditiamo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, con attenzione, serbandole nel nostro cuore, come Maria, sono l’unica cosa che ci permetterà di conservare la fede in attesa del ritorno del Signore.
Esse sono la luce “…che illumina ogni uomo che viene in questo mondo” (Gv. 1,9).
E io lo so che la Tua Parola, Signore, è luce di verità, pane che nutre la mente e il cuore.
Come dice S. Paolo, è anche “spada dello Spirito” (Ef. 6,18) per cui, nella diuturna battaglia contro l’egoismo e le sue passioni, posso essere vittoriosa perché opera in me la potenza stessa del Tuo essere Signore del cielo e della terra.
Con questa certezza ci avviamo a concludere l’anno liturgico, certi della promessa fattaci dal Maestro.
E con questa granitica certezza possiamo leggere gli eventi del mondo e della Chiesa, senza paura, senza dietrologie, ma con lo sguardo ampio che solo la FEDE, quella vera, ci può donare.
Il discepolo di Cristo, allora, può guardare al mondo con realismo ottimista: sa che nel cuore portiamo certamente un’ombra, il peccato e che tale ombra rode dall’interno ogni utopia, ogni progetto, ogni rivoluzione, MA SA CHE IL VERBO DI DIO È CON NOI, OGNI GIORNO DELLA NOSTRA VITA, E CHE CON LUI AL NOSTRO FIANCO SIAMO VINCENTI.
Ma questo non significa che restiamo immobili senza far nulla, che ci rassegniamo ma che aspettiamo cieli nuovi e terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia.
QUI E ORA SIAMO CHIAMATI A COSTRUIRE IL REGNO DOVE VIVIAMO, CON SEMPLICITÀ, CON OSTINAZIONE, CON GIOIA.
Qui e ora realizziamo il sogno di Dio, di un mondo in cui ci si accoglie CON AMORE VICENDEVOLE, nel rispetto delle diversità, cercando insieme il senso ultimo della vita, che Cristo ci ha rivelato.
E l’attesa è colma DELLA PRESENZA E DELLE PAROLE DI CRISTO che non passano e che diventano pane quotidiano.
Tutto ciò che c’è in questa vita ha il sapore della ‘provvisorietà’, invece la sua Parola è stabile, definitiva, RIMANE per sempre.
Santa Teresa d’Ávila, la grande mistica, ci aiuta a vivere nella serenità la nostra vita, pur nelle prove che non mancano, con le sue parole eterne:
- “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non muta. La pazienza ottiene tutto. A chi possiede Dio non manca nulla. Dio solo basta”.
Questa preghiera dovrebbe oggi aiutarci a sperare e a far vivere di speranza chi ci è attorno.
Tutto passa, QUELLO CHE RESTA È L’AMORE, CHE ABBIAMO RICEVUTO E CHE ABBIAMO DATO.
Passa il tempo, passa la storia, passa la gloria, passa l’infamia. Nel passare tutto cambia, si trasforma.
Una domanda non mi lascia respirare. Perché sapendo quanto sin qui abbiamo meditato, continuiamo ad essere così ignoranti della Sua Parola, così poco curiosi di conoscerla, impararla, amarla, comprenderla, viverla.
Del cristianesimo non ci capiremo mai nulla fino in fondo se non avremo il coraggio di rimettere al centro della nostra vita la Sua Parola.
Non spaventatevi, essa non è un codice indecifrabile riservato ai preti.
E‘ un libro ‘vivo’ che parla di ciascuno e a ciascuno.
Bisogna solo rompere il ghiaccio e cominciare…
Amo i versi di un poeta, Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz, noto come Anton Machado (1875-1939), poeta e scrittore spagnolo:
- “Tutto passa e tutto resta, però il nostro è passare, passare facendo sentieri, sentieri sul mare. Mai cercai la gloria, né di lasciare alla memoria degli uomini il mio canto, io amo i mondi delicati, lievi e gentili, come bolle di sapone. Mi piace vederle dipingersi di sole e scarlatto, volare sotto il cielo azzurro, tremare Improvvisamente e disintegrarsi… Mai cercai la gloria. Viandante, sono le tue orme il sentiero e niente più; viandante, non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando. CAMMINANDO SI FA IL SENTIERO E GIRANDO INDIETRO LO SGUARDO SI VEDE IL SENTIERO CHE MAI PIÙ SI TORNERÀ A CALPESTARE. Viandante non esiste il sentiero, ma solamente scie nel mare… Un tempo in questo luogo dove ora i boschi si vestono di biancospino, si udì la voce di un poeta gridare «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…». Colpo dopo colpo, verso dopo verso… Il poeta morì lontano dal focolare. Lo copre la polvere di un paese vicino. Allontanandosi lo viderono piangere. «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…» Colpo dopo colpo, verso dopo verso… Quando il cardellino non può cantare. Quando il poeta è un pellegrino, quando non serve a nulla pregare. «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…» Colpo dopo colpo, verso dopo verso”.
Già … CAMMINANDO SI FA IL SENTIERO E GIRANDO INDIETRO LO SGUARDO SI VEDE IL SENTIERO CHE MAI PIÙ SI TORNERÀ A CALPESTARE… pensiamoci bene, Fratelli e Sorelle
E vi lascio con una preghiera:
- “Signore Gesù, dammi di confidare in te che operi non solo attraverso i Sacramenti ma anche con la spada vittoriosa della Tua Parola in atto contro il male: in me e attorno a me.”
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!