… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
Mediti…AMO
La Parola di oggi ci indica, con chiarezza, due temi precisi:
- il coraggio del profeta
- e il distacco dall’avere qualcosa di ogni apostolo di Cristo.
Nel brano sono indicati dei parametri molto importanti per coloro che sono inviati nel nome di Cristo a portare la buona novella del Regno: ANDARE IN COMPAGNIA E NON PORTARE NULLA CON SÉ.
COMUNIONE E POVERTÀ camminano insieme ed esprimono il segno più vero della missione.
Camminare insieme, non avere niente, contentarsi di ciò che si ricevere e passare oltre quando non si viene accolti, per non perdere tempo inutilmente e vanificare l’azione apostolica.
I frutti di questa missione sono precisati, alla fine del brano del Vangelo. Gli apostoli, una volta partiti “proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”. CONVERSIONE, PURIFICAZIONE E GUARIGIONE SONO GLI EFFETTI PRODOTTI DALLA PREDICAZIONE.
Cristo mostra che partendo dal popolo di Israele, IL SUO AMORE REDENTORE avrebbe dovuto estendersi a tutti gli uomini. E questo è il motivo per cui ha chiamato i Dodici a formare il cuore del popolo definitivo di Dio e li ha fatti suoi collaboratori. A loro il Maestro ha concesso il potere di vincere il male, di guarire e di salvare gli uomini che avessero creduto al loro messaggio.
Solo una piccola parte del popolo di Israele ha creduto in Gesù e in quelli che egli ha mandato. Dopo la sua risurrezione, Gesù ha di nuovo mandato i suoi discepoli e accresciuto la loro missione e i loro poteri. Da allora gli inviati di Dio si recano presso tutti i popoli per offrire agli uomini il perdono di Dio e la vita nuova.
Da questa testimonianza dipende non solo l’avvenire dell’umanità, ma anche quello della comunità ecclesiale ed il destino di ogni cristiano.
Questo progetto di salvezza e santità riguardi tutti, in quanto la salvezza portata da Cristo sulla terra, interessa tutta l’umanità e tutti possono accedere a questo DONO E MISTERO.
Certo, può capitare di non vedere i frutti sperati. Gesù ci mostra le difficoltà a cui va incontro il messaggero della Parola di Dio. Che anche nella sua terra viene osteggiato e disprezzato. Questo tuttavia nulla toglie all’efficacia della Parola e alla validità dell’opera di colui che la proclama.
In un modo o nell’altro, accolta o rifiutata, la Parola di Dio resta sempre tale e quale e mantiene la sua potenzialità. E, anche se non nei tempi previsti, raggiunge SEMPRE la finalità per cui è stata inviata.
Ecco perché la missione del ministro non è mai fallimentare, anche quando sembri che i risultati del suo impegno e della sua azione apostolica tardino ad arrivare.
Il suo lavoro porterà SEMPRE i frutti, ANCHE SE A RACCOGLIERLI SARANNO ALTRI:
- Giovanni 4,37-38: 37Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno raccoglie. 38Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro.
Ecco perché il portatore della Parola di Dio deve sempre e solo affidarsi unicamente allo Spirito Santo, unico al quale spettano i risultati.
Dobbiamo cambiare la prospettiva con la quale siamo soliti ragionare. La nostra logica umana vuole che dopo la vita viene la morte.
La logica della fede, invece, dice che dopo la morte c’è la vita e che il successo segue il fallimento.
È la logica della croce, la logica di Gesù e deve essere anche la logica della Chiesa che vuole essere fedele alla chiamata e alla missione ricevute dal Signore e che punta ogni sua forza e ogni sua speranza solo in Cristo. Siamo chiamati a partire senza pane, né borsa, né soldi, né un abito di ricambio, ma muniti solo di sandali e bastone, quanto serviva a camminare spediti.
Già nell’Antico Testamento, povertà e impotenza sono i mezzi che Dio sceglie per vincere (1Sam 2,1-10; Es 3,11; 4,10; Gdc 7,2). Infatti “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1Cor 1,27-29).
Questa lezione l’aveva imparata bene Pietro, quando compì il primo miracolo. Egli disse allo storpio: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: NEL NOME DI CRISTO, CAMMINA” (At 3,6).
Se Pietro e Giovanni avessero avuto argento e oro, avrebbero fatto un’opera buona, avrebbero dato dei soldi, MA NON AVREBBERO PENSATO CHE DOVEVANO DARE GESÙ, IL SALVATORE, NOSTRA SALVEZZA.
SALVEZZA CHE VIENE DALLA CROCE, SVUOTAMENTO CHE RIVELA DIO. Guai se la nostra potenza o sapienza la vanifica “Cristo mi ha mandato a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo” (1Cor 1,17).
A chi si chiedesse perché quei semplici pescatori dovessero andare “da poveri“, la Bibbia dà una duplice risposta:
- doveva apparire che essi non basavano l’annuncio su risorse umane quali sono il danaro, ma anche la propria cultura, la bella presenza, la facilità di parola e così via. Quando qualcuno annuncia Dio, l’importanza delle sue parole non dipende da come egli sia vestito o da quanti soldi abbia in tasca.
- essi INVECE erano soltanto STRUMENTI NELLE MANI DI DIO, portatori di un messaggio che a loro volta avevano ricevuto. Anche se essi erano in genere persone socialmente insignificanti: ma latori di parole che davano fastidio, risultando manifestamente evidente loro una provenienza inquietante, siccome proclamate non per tornaconto ma in obbedienza a una chiamata dall’Alto.
I veri profeti, di ieri e di oggi, parlano anche a costo del sacrificio personale; non cambiano la verità, anche se è scomoda; non la “adattano” alla compiacenza dei destinatari.
I veri profeti sono eroi disarmati, che hanno accettato un compito bruciante, consapevoli di andare incontro a delusioni e sconfitte, ma tenaci perché consapevoli anche di chi è Colui che quel compito ha loro affidato.
È sorprendente in senso positivo rileggere in rapporto alle esperienze storiche di secoli e anche ai tanti atteggiamenti di oggi, le caratteristiche che Gesù chiede ai discepoli “Per il viaggio prendete un bastone e nient’altro; né pane, né borsa, né i soldi in tasca“.
Si tratta di una netta indicazione e richiesta di libertà interiore che si esprime negli atteggiamenti e nello stile di vita.
L’attenzione è tutta rivolta alla sensibilità interiore, alla profondità delle convinzioni, all’autentico coinvolgimento nel comunicarle, non all’organizzazione o alle normative, tantomeno al potere, all’esibizione di titoli onorifici e di solennità esteriori.
Ne consegue che coloro che trovano in Gesù il riferimento della loro vita dovrebbero formare le comunità cristiane e la Chiesa povere, semplici, essenziali, che camminano con i poveri, riconoscibili per un modo di vivere riferito al Vangelo in modo autentico, credibile, libere da strutture, sovrastrutture e apparati.
Gesù non comunica ai discepoli il potere della dottrina e del culto ma quello di “scacciare gli spiriti maligni” CIOÈ DI POTERSI RELAZIONARE CON LE PERSONE CON QUELLA CURA CHE CHIEDE SENSIBILITÀ INTERIORE, PREMURA, ASCOLTO, CONDIVISIONE E SOSTEGNO.
Cercare di seguire Gesù di Nazareth dovrebbe comportare prima e soprattutto questo.
Sia Lodato Gesù, il Cristo!