… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore
Mediti…AMO
Siamo prima del medioevo, nel secolo VIII. Un’epoca particolarmente dura: le invasioni barbariche hanno disgregato totalmente l’impero romano; l’eresia ariana ha fatto vacillare la fede. Diventa urgente ridare nuova vita alle Chiese, metterle in comunione fra loro e con Roma. Sarà l’opera di Bonifacio, nome di nascita WYNFRITH, monaco benedettino e martire, vescovo cristiano anglosassone, missionario del Vangelo monaco contemplativo che viene trasformato in uomo d’azione, incaricato di fondare la Chiesa. E Gregorio Savelli, 89’ Papa, col nome di Gregorio II’, nel 722 manda Bonifacio ad evangelizzare i GERMANI.
Bonifacio ci insegna che il cristiano, quando occorre, deve imparare a unire azione e contemplazione, a diventare contemplativo nell’azione. E Bonifacio è ritenuto l’APOSTOLO DELLA GERMANIA.
Ma veniamo al testo evangelico…
La ricostruzione del tempio voluta dal re Erode aveva visto la rinascita della classe sacerdotale e Gerusalemme era tornata ad essere la capitale della fede ebraica e il tempio, punto di riferimento per ogni giudeo. Di conseguenza ne era accresciuto a dismisura il potere e la fama “dei mestieranti del tempio”, dei quali Gesù critica ferocemente l’apparenza, la vanità e l’inganno. La costruzione del tempio richiedeva una quantità enorme di denaro e molti sfoggiavano, a bella posta, le loro imponenti donazioni. Ma Gesù non li considera affatto e invita i propri discepoli ad imitare il gesto di una vedova estremamente povera che, nel tesoro del tempio, dona una minuscola offerta, che per lei era tutto ciò di cui poter sopravvivere. Senza usare affatto mezzi termini, Gesù condanna apertamente la falsità e doppiezza di questa gente che è ben lungi dal vivere la coerenza del far coincidere la Parola, consultata e pregata, con la pratica della vita.
Fortemente espressivo è qui l’evangelista nella denuncia di un tremendo contrasto: quello di occupare il tempo in lunghe preghiere e, contemporaneamente gestire i propri affari, angariando il prossimo più debole come a quel tempo, le vedove.
E lo fa usando un termine molto forte nell’esprimere l’atteggiamento dei potenti religiosi: “divorano” (un verbo che in genere esprime una assurda ingordigia) le case delle vedove”. Ossia costringono le povere donne a venderle a prezzo irrisorio e nello stesso tempo non si vergognano affatto di essere individuati come ‘gente di chiesa’, che passa gran tempo in preghiera.
Ma lo sappiamo bene. Il Vangelo ci mette in guardia da ciò: la preghiera senza la conferma delle opere di carità è cosa morta. E qui il testo dice che questi egoisti vanno incontro ad una condanna più grande di quella in cui incorrono altri peccatori: infatti “Essi riceveranno una condanna più severa”.
Vi sono tre modi, ci dice il Vangelo di vivere il nostro credo religioso.
- QUELLO DEGLI SCRIBI. Non solo essa è ad esclusivo servizio della celebrazione della gloria di quanti la praticavano. In più è anche immorale. In essa si approfitta delle persone più deboli per lo DEPREDARLE, DERUBARLE, SACCHEGGIARLE, A PROPRIO ESCLUSIVO VANTAGGIO, di ogni loro avere, SERVENDOSI DELLA LEGGE E DEL NOME DEL SIGNORE.
È di una tristezza infinita una religione così. In essa di Dio è assente. Anzi essa è spietata, crudele, malvagia. Quanta differenza invece con la religione praticata, vissuta, insegnata dal Signore, che arriva a donare la sua vita per le pecore e che mai ha tolto ad esse un solo filo di lana per un suo beneficio personale.
“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11).
- QUELLO DEI RICCHI. Questa è religione senza alcun costo ascetico, né morale, né veritativo, né tanto meno economico. La visita al tempio per essi è quasi come una passeggiata archeologica, in cui si visita un edificio di altri tempi e prima di lasciarlo si versa un’offerta per la sua manutenzione. Nulla di più.
Non è la Casa del Signore per la quale si offre un sacrificio al Signore, spogliandosi di qualcosa di essenziale per la propria vita. Si affonda la mano in un sacco di denaro e da esso si estrae qualche moneta –INUTILE PER NOI- da versare nel tesoro del tempio. Ma facciamo bene attenzione che il sacco sia sempre pieno. Questa religione è senza la verità di Dio. In essa il Signore è “una cosa” e non c’è fede in essa. Non c’è elevazione spirituale della Persona. Come si entra così si esce e si è senza Dio all’uscita come quando si è entrati.
- QUELLO DELLA POVERA VEDOVA. Essa ha “quasi nulla” per vivere e quel suo “quasi nulla” lo pone al servizio della gloria di Dio e si annulla perché Dio sia grande.
Questo ha fatto Gesù. Lui aveva solo un corpo e lo ha donato al Padre, prima nell’annunzio del Vangelo e poi per mostrare agli uomini della grandezza liberatrice dell’amore del Padre. E infine lo ha offerto in sacrificio di espiazione e di riparazione per le colpe del mondo, rivelandoci che nessuno è povero dinanzi a Dio, perché, anche se poverissimo in denaro, ha un corpo da offrire per la salvezza dei suoi fratelli.
E, dal brano di oggi, ne discende una tristissima considerazione, che vale anche per il mondo nel quale viviamo la nostra storia:
- Gesù è vero Maestro degli uomini perché la sua vita morale è semplicemente purissima santità in ogni sua azione. Ed è dalla sua santità che sgorga la santità del suo insegnamento, che fa vero il suo insegnamento è vero.
- Gli scribi del tempo di Gesù vivono una moralità inventata dalla loro penna e dal loro pensiero. Non conoscono Dio e di conseguenza mai potranno imitare la sua santità. Tutta la lettura che essi fanno della parola della Scrittura È FALSA.
- Santità perfetta è invece quella della vedova, che aveva solo due spiccioli e li versa CON GIOIA nel tesoro del tempio. Al suo e nostro Dio, al quale siamo chiamati a donare tutto, sapendo che tutto riavremo indietro con gli interessi dell’AMORE. In QUESTA DONNA vita morale e vita di verità sono altissime e di esse è maestra. Lei può insegnare al mondo intero chi è il suo Dio. Forse è incapace di farlo attraverso la Scrittura, ma lo sa fare al meglio attraverso lo Spirito Santo di cui è permeato il suo cuore.
Ne discende, per naturale conseguenza che la più pericolosa di tutte le scienze è la teologia. Come ai tempi di Gesù, dalla scienza dei moderni scribi, la Parola del Signore corre il rischio, spesso, di essere ridotta a menzogna.
E ci dimentichiamo subito, per convenienza e nostra comodità fisica e spirituale, che grazie ad essa, nessuna ferita dell’uomo potrà essere MAI curata. Perché le ferite possono essere curate solo dall’obbedienza alla Verità: Un falso Dio, un falso Cristo, un falso Spirito Santo, una falsa Chiesa, un falso Vangelo non curano nulla, perché sono solo IMMAGINI del NOSTRO VERO DIO, DEL NOSTRO VERO CRISTO E DEL NOSTRO VERO SPIRITO SANTO SIGNORE.
E allora, Fratelli e Sorelle, oggi siamo invitati a far nuovamente nostra la logica del Vangelo: generosi sì, ma SOLO IN SEGRETO, perché il gesto lo veda solo Dio.
Sia Lodato Gesù, il Cristo!