Pio XII – I frutti della definizione del dogma dell’Assunzione
Discorso di Pio XII “Commossi per la proclamazione”, ai Cardinali, Vescovi e fedeli, riuniti in Piazza San Pietro – 1 novembre 1950, con Preghiera a Maria SS. Assunta, dello stesso Pontefice….
Pio XII proclama il dogma dell’Assunzione al cielo in anima e corpo di Maria santissima, il 1° novembre 1950
Venerabili Fratelli e diletti figli e figlie, accorsi alla Nostra presenza, e voi tutti che Ci ascoltate in questa Roma santa e in ogni regione del mondo cattolico!
Commossi per la proclamazione, come dogma dì fede, dell’assunzione della Beatissima Vergine in anima e in corpo al cielo; esultanti per il gaudio che inonda il cuore di tutti i credenti, appagati nei fervidi loro desideri; proviamo irresistibile il bisogno di elevare insieme con voi un inno di ringraziamento all’amabile provvidenza di Dio, che ha voluto riservare a voi la letizia di questo giorno e a Noi il conforto di cingere la fronte della Madre di Gesù e Madre nostra, Maria, col fulgido diadema, che ne corona le singolari prerogative.
Per imperscrutabile disegno divino, sugli uomini della presente generazione, così travagliata e dolorante, smarrita e delusa, ma anche salutarmente inquieta nella ricerca di un gran bene perduto, si apre un lembo luminoso di cielo, sfavillante di candore, di speranza, di vita beata, ove siede Regina e Madre, accanto al Sole della giustizia, Maria.
Un giorno memorabile
Da lungo tempo invocato, questo giorno è finalmente Nostro; è finalmente vostro. Voce di secoli — anzi, diremmo, voce della eternità — è la Nostra, che, con l’assistenza dello Spirito Santo, ha solennemente definito l’insigne privilegio della Madre celeste. E grido di secoli è il vostro, che oggi prorompe nella vastità di questo venerando luogo, già sacro alle glorie cristiane, approdo spirituale di tutte le genti, ed ora fatto altare e tempio per la vostra traboccante pietà.
Come scosse dai palpiti dei vostri cuori e dalla commozione delle vostre labbra, vibrano le pietre stesse di questa Patriarcale Basilica, e insieme con esse pare che esultino con arcani fremiti gl’innumerevoli e vetusti templi, innalzati per ogni dove in onore del l’Assunta, monumenti di un’unica fede e piedistalli terrestri del trono celeste di gloria della Regina dell’universo.
In questo giorno di letizia, da questo squarcio di cielo, insieme con l’onda dell’angelica esultanza, che si accorda con quella di tutta la Chiesa militante, non può non discendere sulle anime un torrente di grazie e d’insegnamenti, suscitatori fecondi di rinnovata santità.
Perciò a così eccelsa creatura Noi eleviamo fidenti gli occhi da questa terra, in questo nostro tempo, tra questa nostra generazione, e a tutti gridiamo: in alto i cuori!
Gli insegnamenti di questa giornata
Alle tante anime inquiete ed angosciate, triste retaggio di una età sconvolta e turbolenta, anime oppresse ma non rassegnate, che non credono più alla bontà della vita e solo ne accettano, quasi costrette, l’istante, l’umile ed ignorata fanciulla di Nazareth, ora gloriosa nei cieli, aprirà visioni più alte, e le conforterà a contemplare a quale destino e a quali opere fu sublimata Colei, che, eletta da Dio ad essere Madre del Verbo incarnato, accolse docile la parola del Signore.
E voi, più particolarmente vicini al Nostro cuore, ansia tormentosa dei Nostri giorni e delle Nostre notti, sollecitudine angosciosa d’ogni Nostra ora, voi, poveri, malati, profughi, prigionieri, perseguitati, braccia senza lavoro e membra senza tetto, sofferenti di ogni genere e di ogni paese; voi a cui il soggiorno terreno sembra dar solo lacrime e privazioni, per quanti sforzi si facciano e si debbano fare, affine di venirvi in aiuto, – innalzate lo sguardo verso Colei, che prima di voi percorse le vie della povertà, del disprezzo, dell’esilio, del dolore, la cui anima stessa fu trafitta da una spada ai piedi della Croce, ed ora fissa non titubante l’occhio nell’eterno lume.
A questo mondo senza pace, martoriato dalle reciproche diffidenze, dalle divisioni, dai contrasti, dagli odi, perché in esso è affievolita la fede e quasi spento il senso dell’amore e della fraternità in Cristo, mentre supplichiamo con tutto l’ardore che l’Assunta segni il ritorno del calore d’affetto e di vita nei cuori umani, non Ci stanchiamo di rammentare che nulla mai deve prevalere sul fatto e sulla consapevolezza di essere tutti figli di una medesima Madre, Maria, che vive nei cieli, vincolo di unione per il Corpo mistico di Cristo, quale novella Eva, e nuova madre dei viventi, che tutti gli uomini vuol condurre alla verità e alla grazia del suo Figlio divino.
Ed ora prostrati devotamente preghiamo!
Preghiera a Maria SS. Assunta
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,
- — Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l’anelito della nostra devozione e del nostro amore.
- — Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l’umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell’anima vostra nel contemplare faccia a faccia l’adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell’anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare Iddio, Iddio solo, nell’incanto delle creature.
- — Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio;
e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale (Gv 19, 26. 27).
- — Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria.
- — Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle (Ap 12, 1), voi siete, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.