4 dicembre 2024 mercoledì 1’ settimana di Avvento – MATTEO 15,29-37 “Gesù guarisce i malati”
Avvento

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e

prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).

Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela»

(Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”

 

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Dal Vangelo secondo MATTEO 15,29-37

+ In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Parola del Signore

 

Mediti…AMO                 Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Ricordiamo il contesto biblico ove si situa questo brano.

Gesù, con i suoi discepoli, era appena tornato dal territorio di Sidone e Tiro, dove aveva guarito la figlia della donna cananea.

In quell’occasione, Gesù aveva detto alla donna che Lui era stato mandato ai Giudei, non ai cagnolini. Lei aveva chiesto solamente una briciola che cadeva dal tavolo.

A motivo della Fede della donna, Gesù le diede quello che aveva chiesto. Però, quello fu l’unico miracolo che Gesù fece in quella zona. Era una briciola.

Ora, tornato nella zona del mare di Galilea, Gesù non offre più briciole, ma un banchetto.

Notiamo le parole “partito di là”.

Il Vangelo ci mostra il Signore che è sempre in movimento, che passa da una missione ad un’altra, ed è sempre all’opera nella nostra vita, per portare avanti la sua opera di santificazione in noi.

Il brano dice che, salito sulla monte, Gesù si sedette, per essere pronto ad insegnare e ad accogliere la gente.

E in questo insegnamento, questa volta i destinatari non sono solo gli ebrei, ma anche i pagani scesi con lui in Galilea e, dopo la moltiplicazione dei pani, i presenti hanno glorificato il Dio del popolo d’Israele.

Nel vangelo di Matteo il monte è il luogo della rivelazione di Dio, sia mediante la parola (Mt.5,1 e 28,16), sia attraverso i gesti di soccorso (Mt.14,23).

Gesù realizza qui quanto aveva promesso nel brano delle beatitudini: i poveri, gli afflitti e gli affamati trovano la consolazione e la sazietà.

Egli ha compassione per questo popolo che lo segue da tre giorni e ha esaurito le provviste di cibo e ne fa di Lui quel tratto caratteristico, che ce lo presenta come il MESSIA MISERICORDIOSO.

E’ una commozione interna e viscerale, un sentire profondo e intenso che spinge Gesù a soccorrere il suo popolo mediante la missione dei dodici (Mt.9,36), le guarigioni (Mt.14,13; 20,24) e la moltiplicazione del pane (Mt.14,14).

La fame e la miseria sono un male, e Gesù comanda ai suoi discepoli di combatterle, segnalando loro con fatti concreti la direzione da seguire, poiché, siccome Egli ha cominciato, i suoi discepoli devono portare a termine la sua opera.

Gesù recita la benedizione sul pane, facendo un atto proprio del capo-famiglia, che riconosce così Dio quale datore dei beni per il sostentamento dell’uomo.

La sequenza dei verbi prendere, benedire, spezzare, dare costituisce la natura della benedizioni ebraiche e allude all’ultima cena.

E i cristiani che si susseguono in questo mondo, nel cammino dei secoli, e partecipano alla cena del Signore, interrogati dal miracolo della moltiplicazione dei pani, sono chiamati a spezzare con Gesù il pane e la stessa vita per gli altri.

Fratelli e sorelle, lo scopo del miracolo è quello di far capire che tutti, indistintamente, possono beneficiare della salvezza, anche se, con Gesù che dona a tutti la salvezza, i confini della Palestina sono stati infranti, e tutte le culture diverse sono state incluse da Cristo nell’orizzonte della salvezza.

La Salvezza che il Figlio di Dio offre è per tutti, anche se poi ben pochi l’accoglieranno nel loro cuore.

Gesù sa perfettamente quale sarà il successo della sua opera, ma non per questo smette di insegnare, agire e donarsi per “la folla”, vale a dire, per tutti.

Ma torniamo a noi.

Il Dio di Gesù Cristo, chiede a noi di sfamare la folla, ci affida il compito di sollevare il destino degli uomini, di metterci in gioco, di tirar fuori quel che abbiamo di nostro, e che custodiamo gelosamente.

Il nostro Dio, il Dio di Gesù Cristo, non ci risolve i problemi, ma ci aiuta ad affrontarli, non concede benevolmente dall’alto i suoi favori, ma ci chiede la fatica dell’interrogarsi, il martirio quotidiano del nostro metterci in gioco.

Certamente, l’uomo, dall’abisso della sua povertà, deve avere sempre la consapevolezza, che senza di Dio, noi non possiamo fare nulla.

Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati”.

Ecco, drammatica, l’immagine di una creazione ferita dal peccato, la luce che Dio ha donato all’uomo è come nascosta sotto le piaghe.

Nella folla numerosa vi sono sani e malati, sono i primi che portano gli altri: icona di quella condivisione che accompagna il cammino della storia.

La sofferenza a volte si presenta come un labirinto, un groviglio di strade senza uscita, invece questa scena evangelica è attraversata da una luce, che indica a quella folla, che si reca da Gesù, la porta della misericordia: “li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì”.

Quanta fiducia in quel gesto, che fa vedere in Gesù l’icona di un Dio che guarda tutti e ciascuno, con infinita compassione (15,32).

Per questo agisce con l’autorità che riceve dal Padre e manifesta così che il vero potere, l’unico potere che Dio a dato all’uomo, che è quello di guarire, cioèdi poter liberare l’uomo dal male del corpo e che soffoca lo spirito.

È questo il potere che Gesù ha consegnato alla Chiesa e che siamo chiamati ad esercitare.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!