23 ottobre 2024 mercoledì della 29’ settimana p.a. B – LUCA 12,39-48 “A chiunque fu dato molto, molto sarà ri-chiesto”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 12,39-48

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi ci presenta di nuovo l’esortazione alla vigilanza con altre due parabole.

Ieri la parabola del padrone e del servo (Lc 12,36-38), mentre oggi la prima parabola è quella del padrone di casa e del ladrone (Lc 12,39-40) e l’altra parla del proprietario e dell’amministratore (Lc 12,41-47).

Il Vangelo vuol far nascere in noi un atteggiamento di attesa per ricevere Cristo “Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate“.

Così come il padrone di casa non sa a che ora arriva il ladrone, così nessuno sa l’ora dell’arrivo del Figlio dell’Uomo.

Gesù lo dice ben chiaro “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre!” (Mc 13,32).

L’umanità intera deve aspettare la venuta del Signore Gesù, che avverrà alla fine dei tempi, nella gloria.

Ma anche alla fine della nostra vita, con l’incontro con sorella morte, oppure anche in quella silenziosa quotidianità, dove, nella quiete, o nella prova, la venuta del Maestro può davvero convertire il nostro cuore… se lo vogliamo, ovviamente.

E questo perché, contrariamente a quanto erroneamente crediamo, il ritorno di Cristo, non è come una grande luce che getterà nell’ombra il mondo presente, ma al contrario illuminerà di gioia eterna, che mai finisce, la nostra vita presente.

Le prime comunità cristiane, però, aspettavano con ansia il ritorno del Signore e molti, col passare degli anni, cominciavano a dubitare e nessuno faceva più nulla.

Infatti, alcuni della comunità di Tessalonica, in Grecia, appoggiandosi alla predicazione di Paolo, dicevano “Gesù ritornerà!” (1 Ts 4,13-18; 2 Ts 2,2).

Per questo, c’erano perfino persone che non lavoravano più, perché pensavano che la venuta fosse cosa di pochi giorni o di settimane.

Perché lavorare, se Gesù di lì a poco sarebbe ritornato? (2Ts 3,11).

Paolo risponde che non era così semplice come sembrava, e avvisava coloro che non lavoravano, che “…chi non lavora non ha il diritto di mangiare!”

Altri rimanevano a guardare il cielo, aspettando il ritorno di Gesù sulle nuvole (At 1,11), mentre ad altri l’attesa non piaceva (2Pt 3,4-9).

In generale i cristiani vivevano nell’aspettativa della venuta imminente di Gesù, che sarebbe venuto a compiere il Giudizio Finale, per porre fine alla storia ingiusta del mondo di quaggiù ed inaugurare una nuova fase della storia, la fase definitiva del Nuovo Cielo e della Nuova Terra.

Pensando che ciò sarebbe successo dopo una o due generazioni, tanto che molta gente sarebbe stata ancora viva quando Gesù sarebbe apparso glorioso nel cielo (1Ts 4,16-17; Mc 9,1).

Mentre altri, stanchi e sfiduciati di aspettare, dicevano “Non ritornerà mai più! (2 Pt 3,4).

Ma noi sappiamo bene che il presente non ci separa da Colui che viene, perché noi siamo già legati a Cristo col fare la sua volontà: servire coloro che lui ci ha affidato.

Infatti Egli ci ha mostrato la via: si è fatto servo di tutti, e ci chiede di servire a nostra volta, di essere presenti al momento del ritorno del Maestro dipende quindi, anche da noi.

SOLO SE SIAMO CAPACI DI RENDERLO PRESENTE NELLA CHIESA, SOLO QUANDO LA SUA PAROLA AVRÀ RAGGIUNTO IL CUORE DI OGNI UOMO, IL SIGNORE TORNERÀ.

Nell’attesa diamo il nostro piccolo o grande contributo per la costruzione del Regno di Dio, già qui, nel momento presente, senza stancarci, senza scoraggiarci.

Mai dobbiamo dimenticare che il Regno di Dio avanza, e che l’amore illumina le tenebre più profonde.

E che il Maestro lo rendiamo presente, oggi, con la nostra disponibilità.

Solo chi attende il Signore è capace di apprezzare il momento presente e di conoscerne il significato e la ricchezza, perché sa collocarlo nella prospettiva giusta, collegandolo alla venuta del Signore.

Ma occorre anche vivere senza timore della fine.

Perché ciò che importa non è sapere l’ora della fine del mondo, ma avere uno sguardo capace di percepire la venuta di Gesù già presente in mezzo a noi nella persona del povero (Mt 25,40) ed in tanti altri modi ed avvenimenti della vita di ogni giorno.

Fratelli e Sorelle, ad oggi, il ritorno finale di Gesù non è ancora avvenuto.

E allora come possiamo capire questo ritardo?

Purtroppo noi non ci rendiamo conto che Gesù è già tornato, ed è in mezzo a noi “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Lui è già accanto a noi nella lotta per la giustizia, per la pace e per la vita.

La pienezza, certamente, ancora non è giunta, ma abbiamo la certezza del Regno che è già in mezzo a noi.

Per questo, aspettiamo con ferma speranza la liberazione totale dell’umanità e della natura (Rom 8,22-25).

E quando aspettiamo e lottiamo, diciamo a ragione “E’ già in mezzo a noi!” (Mt 25,40).

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!