9 novembre 2024 sabato DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE- GIOVANNI 2,12-22 “Parlava del tempio del suo corpo”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).

Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”

 

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 2,12-22

 

+ Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

                   Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

All’inizio del IV secolo, Roma cominciò a cambiare il suo tradizionale aspetto architettonico grazie all’imperatore Costantino e all’attività edilizia da lui favorita.

Egli fece costruire la basilica di San Giovanni in Laterano con un battistero e un palazzo che divenne la residenza dei vescovi di Roma.

Tutt’ora San Giovanni in Laterano è la Cattedrale di Roma, è la madre di tutte le chiese dell’urbe e dell’orbe.

E’ il simbolo della Fede dei cristiani nei primi secoli, che sentivano la necessità di riunirsi in un luogo comune e consacrato per celebrare la Parola di Dio e i Sacri Misteri.

La festa odierna, come ben evidenzia la liturgia, è la festa di tutte le chiese del mondo.

Ma entriamo nel dettaglio.

Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade, il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta.

Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente, tanto che essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe.

Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata.

Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di San Giovanni in Laterano.

Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero 250 concili, di cui 5 ecumenici.

Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.

Basilica e cattedrale di Roma, la prima di tutte le chiese del mondo, essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale.

Durante l’era delle persecuzioni, che si estende ai primi tre secoli della storia della Chiesa, ogni manifestazione di fede si rivelava pericolosa e perciò i cristiani non potevano celebrare il loro Dio apertamente.

Per tutti i cristiani reduci dalle “catacombe”, la basilica del Laterano fu il luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente Cristo Salvatore.

Quell’edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri.

Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.

Il brano di vangelo scelto per questa ricorrenza è tratto da Giovanni, il quale a differenza dei Sinottici pone la cacciata dei mercanti dal Tempio all’inizio della vita pubblica di Gesù.

Si tratta dunque di un gesto programmatico.

I sacrifici di animali che si compivano nel Tempio saranno sostituiti dall’unico sacrificio di Cristo, il vero agnello, che compirà la vera Pasqua.

Per cui il nostro frequentare la Chiesa sarà partecipare al rinnovarsi di questo sacrificio attraverso i riti della celebrazione eucaristica e spiega il senso del verso seguente:

  • 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi”

Questo versetto è del tutto identico ai suoi paralleli sinottici, tranne per un particolare che lo pone su un altro piano, come è stato accennato.

Giovanni introduce il particolare delle pecore e dei buoi.

Gesù scaccia i venditori dal Tempio non solo perché voleva che la casa di Dio fosse rispettata e non diventasse “un covo di briganti”, ma per esprimere simbolicamente che a partire dal sacrificio del suo corpo non sarebbero più stati necessari i sacrifici di pecore e buoi per riconciliarsi con il Signore.

  • 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

Le parole che Gesù dice ricordano la finale del libro di Zaccaria “Non vi saranno più mercanti nella casa di JHWH degli eserciti in quel giorno”(Zc 14,21).

Inoltre egli parla della casa del Padre mio: quindi il Tempio di Israele agli occhi di Gesù è veramente la casa di Dio in Israele: niente deve alterarne la santità.

  • 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».

Egli si rivela come l’erede dei profeti, soprattutto di Geremia che aveva annunciato la distruzione del Tempio di Salomone a coloro che, pur commettendo il male senza ritegno, facevano affidamento sulla presenza dell’edificio sacro come garanzia magica di salvezza (Ger 7).

Ma il Signore Gesù dichiara che ricostruirà il Tempio, nel senso che, con la sua presenza, ci sarà qualcosa di nuovo.

Infatti “21egli parlava del tempio del suo corpo”..,  facendo riferimento alla Sua risurrezione.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!