“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 11,37-41
+ In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha for
se fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore
Mediti…AMO
Santa Teresa di Gesù nacque ad Avila, Spagna, 1515 e morì ad Alba de Tormes, Spagna, 15 ottobre 1582
Nata nel 1515, fu donna di eccezionali talenti di mente e di cuore.
Fuggendo da casa, entrò a vent’anni nel Carmelo di Avila, in Spagna e faticò molto prima di arrivare a quella che lei chiama la sua «conversione», a 39 anni.
Ma l’incontro con alcuni direttori spirituali la lanciò a grandi passi verso la perfezione, e nel Carmelo concepì e attuò la riforma che prese il suo nome, unendo alla più alta contemplazione un’intensa attività come riformatrice dell’Ordine carmelitano.
Dopo il monastero di San Giuseppe in Avila, con l’autorizzazione del generale dell’Ordine si dedicò ad altre fondazioni e poté estendere la riforma anche al ramo maschile.
Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale.
Morì a Alba de Tormes (Salamanca) nel 1582. Beatificata nel 1614, venne canonizzata nel 1622. San Paolo VI, nel 1970, la proclamò Dottore della Chiesa.
Ma veniamo al testo evangelico, ove vediamo che ai tempi di Gesù, a decidere della condotta morale erano solo alcune persone.
Esistevano tutta una serie di precetti, rispettati minuziosamente, che rappresentavano la grandezza dei farisei in confronto agli altri che, non rispettandole allo stesso modo, venivano disprezzati.
Il fariseo odierno doveva avere familiarità con i molteplici ordini e divieti.
Certamente la sua vita era caratterizzata da un alto rispetto per la morale “codificata”.
E Gesù fu “costretto” a scatenare queste discussioni con i farisei, perché la legge, QUANDO È IMPERSONALE E FREDDA, PERDE L’UOMO.
Persino i Romani, che erano giuristi impeccabili, in teoria ed in pratica, FACEVANO NOTARE CHE LA PIÙ PERFETTA LEGGE È LA PIÙ PERFETTA INGIUSTIZIA (summum ius, summa iniuria).
In nome della dignità umana, allora Gesù accende polemiche con i farisei, mostrando loro che l’uomo è per Dio il valore più alto e che la legge deve essere al di sotto dell’uomo “…voi farisei purificate l’esterno… ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità”.
È certamente una frase misteriosa, ma densa di profezia, quella che Gesù pronuncia: l’elemosina che siamo chiamati a dare non è quella doverosa al fratello povero ma, soprattutto, quella molto piu’ difficile da fare a noi stessi.
Diamo in elemosina la nostra stessa vita, regaliamola al Signore perché la faccia diventare testimonianza per i fratelli.
Riprendendo la parabola odierna, possiamo certamente affermare che l’interno del piatto, cioè il cibo che vi è contenuto, diventa puro quando è condiviso (dato in elemosina), così la nostra interiorità si purifica quando diviene “dono per…”.
Nel brano odierno vediamo Gesù che accetta l’invito a pranzo a casa del fariseo, ma il Signore non cambia il suo modo di agire, perché si siede a tavola senza lavarsi le mani.
Ma nemmeno il fariseo cambia il suo atteggiamento davanti a Gesù, poiché esprime la sua ammirazione per il fatto che Gesù non si lava le mani.
A QUEL TEMPO, LAVARSI LE MANI PRIMA DEL PASTO ERA UN OBBLIGO RELIGIOSO, imposto alla gente in nome della purezza, voluta dalla legge di Dio.
Il fariseo rimase meravigliato dal fatto che Gesù non osservasse questa norma religiosa.
MA MALGRADO LA LORO TOTALE DIVERSITÀ, IL FARISEO E GESÙ HANNO QUALCOSA IN COMUNE: PER LORO LA VITA È SERIA.
Il modo di fare dei farisei era il seguente:
- ogni giorno, dedicavano otto ore allo studio ed alla meditazione della legge di Dio,
- altre otto ore al lavoro per poter sopravvivere con la famiglia
- ed otto ore al riposo.
Questa testimonianza seria della loro vita reca loro una grande stima popolare.
Forse per questo, malgrado il fatto di essere totalmente diversi, i due, Gesù e i farisei, si capivano e si criticavano a vicenda.
MA IL SIGNORE NON PERDE LA POSSIBILITÀ DEL DIALOGO.
La persona che siamo e la personalità con cui ci relazioniamo col mondo, hanno bisogno di non rimanere chiuse in sé stesse, DEBBONO RELAZIONARSI, CONFRONTARSI, altrimenti perdono la vera purezza.
SPENDIAMOCI PER IL REGNO, COSA CHE RAPPRESENTA IL GRANDE SOGNO DI DIO.
Si racconta che l’Abbé Pierre: nella Francia postbellica, si trovò accanto ad un giovane che si era gettato nella Senna e che era stato salvato.
E invece ripetere le solite banalità lo fissò e gli disse: “Non so perché volessi buttare via la tua vita, ma fammi un favore: regalamela”, E QUEL GIOVANE DIVENNE UNO DEI PILASTRI DELLA FRATERNITÀ DI EMMAUS.
Gesù entra nella casa del fariseo come un ospite, e prende subito il posto che gli spetta, QUELLO DEL MAESTRO.
Non vuole gli onori, anzi si mostra così poco attento alle regole tradizionali, da attirare le critiche del padrone di casa.
Il Signore ama le provocazioni, e non teme di denunciare, con parole severe, uno stile di vita che dà alle apparenze il primo posto e trascura, MA DIMENTICA DEL TUTTO, QUEGLI ASPETTI CHE DANNO SENSO E VALORE ALLA VITA.
La denuncia è gravissima, perché è rivolta a uomini convinti di camminare fedelmente nelle vie di Dio.
La parola di Gesù è tagliente e raggiunge una piaga che appartiene ad ognuno di noi.
Dobbiamo considerare, Fratelli e Sorelle, che se è facile arredare con gusto una abitazione, È CERTAMENTE PIÙ DIFFICILE RIVESTIRE DI AMORE LA VITA QUOTIDIANA.
E, se è facile sedersi attorno alla stessa tavola, PIÙ DIFFICILE È COLTIVARE RELAZIONI IMPRONTATE A SINCERA AMICIZIA.
È facile dire parole che invitano a fare il bene, PIÙ DIFFICILE È PERO’ FARE IL BENE.
Come è facile rivolgersi a Dio con belle e pompose preghiere, PIÙ DIFFICILE È PERMETTERE A DIO DI ENTRARE NELLA PROPRIA VITA.
Mai dobbiamo dimenticare che la parola di Gesù è esigente, e chiede una radicale conversione, che parte dal cuore “Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”.
La carità è il segno eloquente della Fede, unica che sottrae l’amore del nostro cuore alla schiavitù delle cose materiali e ci invita a trovare la gioia nel servire gli altri.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!