22 giugno 2024 sabato 11’ SETTIMANA P.A. B – MATTEO 6,24-34 “Non preoccupatevi del domani”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 6,24-34
+ In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Parola del Signore
Mediti…AMO
- “….a ciascun giorno basta la sua pena, perchè il domani avrà già le sue inquietudini”.
C’è un verbo che attraversa tutto il brano di questo Vangelo “…preoccuparsi” (merimnàn), che non è soltanto preoccuparsi, affaticarsi, ma che significa vivere nell’ansia e nell’angoscia.
E QUESTO È UN MODO DI VIVERE CHE MANIFESTA UN RAPPORTO SBAGLIATO CON LE COSE, CON LA VITA E CON DIO.
Purtroppo noi abbiamo imparato bene che la nostra vita la viviamo quotidianamente, ormai, nei pentimenti del passato o nell’angoscia del futuro, senza MAI assaporarne la serenità e la bellezza del tempo presente.
Quante volte crediamo di avere in mano il nostro destino e ci affanniamo e ci preoccupiamo per assicurarci un futuro dignitoso.
Certo, direte voi, facciamo bene, è saggio e prudente vivere guardando all’indomani.
Ma siamo chiamati a farlo senza che questo diventi un’ossessione, senza tradire la nostra anima, che deve rimanere libera e in ricerca di quella sana e bella libertà, che spinge gli uccelli del cielo e i gigli del campo a godere di ciò che sono, divenendo naturalmente grati a Dio, che, nella sua infinita bontà si è occupato di OGNUNO DI LORO, CON TUTTO IL SUO INFINITO AMORE.
E METTIAMO DA PARTE LA NOSTRA ARROGANZA, E FACCIAMO UN SANTO ESERCIZIO DI UMILTÀ, ricordandoci che nessuno di noi potrà mai vestire così bene, né librarsi nell’aria come essi fanno.
LE ALI E LA BELLEZZA SONO DONI DI DIO.
Ecco allora che il brano di oggi ci dice che, solo contemplando con stupore le meraviglie della natura, potremo comprendere la volontà di Dio che ci offre l’opportunità di realizzare noi stessi secondo la sua logica.
Tutti hanno un posto bellissimo nel mondo, grazie al cuore di Dio, perché le ha pensate, le ha tratte dal nulla, perché fossero espressione del suo Amore e vivessero nel suo Amore.
Vi voglio regalare un piccolo gioiello dell’Antico Testamento, tratto da uno dei miei Profeti amati, Baruch, scriba, discepolo, segretario e devoto amico del grande profeta biblico GEREMIA (VI secolo a.C.) che, a mio avviso, IN MODO MIRABILE CI PARLA DEL CONTESTO NEL QUALE VIVIAMO E DOVE TUTTO HA VITA DA DIO E TUTTO VIVE NELL’AMORE DI DIO (Baruch 3,32-36).
“32 Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con l’intelligenza.
È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l’ha riempita d’animali;
33 Lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore.
34 Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono;
35 Egli le chiama e rispondono: «Eccoci!»
e brillano di gioia per colui che le ha create.
36 Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato”.
Detto ciò, ben si comprende, tornando al nostro testo, che l’errore non sta nel cercare il cibo, i vestiti e i beni fondamentali, MA NEL SOPRAVVALUTARLI, CREDENDO CHE SIANO LORO UNICAMENTE A RISOLVERE IL PROBLEMA ESISTENZIALE DI DARE SICUREZZA E SERENITÀ ALLA VITA.
Il Signore ci insegna ad aver fiducia nel Padre, e sottolinea con veemenza che L’AFFANNARSI È UN MODO DI VITA CHE NON SI ADDICE AL DISCEPOLO, perchè TRADISCE LA MANCANZA DI FIDUCIA E DI ABBANDONO FILIALE, CHE INVECE E’UNA CARATTERISTICA DELLA GENTE DI POCA FEDE.
Purtroppo abbiamo elevato, e veneriamo il Denaro (con la D maiuscola) come un Dio.
Lo cerchiamo, ne siamo sedotti, stregati, lo adoriamo, per esso si uccide, si fa la guerra e non ci si ferma se non ci conviene, ci si vende per esso.
Ecco perché il Signore ci chiede di scegliere tra LUI e il denaro.
Alcuni seguono Cristo, altri il denaro, CREDENDO che, potranno servire tutti e due nello stesso tempo, ED AVERE BENEFICI DA ENTRAMBI, NELLO STESSO MOMENTO.
SIAMO TUTTI ORMAI DIVENTATI CIECHI E NON RIUSCIAMO PIU’ A CONTEMPLARE LA BELLEZZA DEL CREATO, COME NON RIUSCIAMO PIU’ A SENTIRE LA VOCE DI DIO.
Un piccolo racconto ci aiuta a riflettere: dei giovani monaci visitarono un vecchio saggio libanese che viveva sulla montagna, felice nella sua povertà (io credo potesse trattarsi del poeta libanese maronita, Gibran Khalil Gibran, visto l’incipit del testo che leggerete e i contenuti delle argomentazioni).
“Parlaci del denaro”, gli chiesero.
Il saggio sorrise e disse “Cosa vedete attraverso il vetro di quella finestra?”
Guardarono e dissero “Il cielo, il sole, la montagna, gli alberi, la gente …”.
Tendendo loro un piccolo specchio, disse “Cosa vedete in questo specchio?”
Risposero “I nostri volti, naturalmente”.
Il saggio riprese lo specchio, vi tolse la lamina d’argento E RIMASE SOLO IL CONTORNO DELLO SPECCHIO, tanto che vi si poteva vedere attraverso, e lo porse ai giovani, dicendo “Provate a guardare ora”.
Dissero loro “Questo specchio è un vetro! Ora non vediamo più noi stessi, MA GLI ALTRI!”.
E vorrei chiudere questa lunga dissertazione, facendo ricorso alla vostra pazienza, per regalarvi le parole stupende di un vecchio Vicario di Cristo, nato Angelo Giuseppe Roncalli, detto Papa Giovanni XXIII, che in merito dice:
- “Solo per oggi crederò fermamente, nonostante le apparenze contrarie, che la buona Provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo”.
(Dal Decalogo di Papa Giovanni XXIII, numero 9)
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!