8 ottobre 2024 martedì 27’ settimana p.a. B – LUCA 10,38-42 “Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 10,38-42

+ In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

Mediti…AMO

E’ bello vedere questo Gesù che, preso dalla stanchezza dell’apostolato, esce da Gerusalemme e, salendo per la ripida strada del Monte degli Ulivi, raggiunge Betania e la casa dei suoi amici Marta, Maria e Lazzaro, per riprendere il respiro e le forze.

Betania significa “casa dei poveri”: davvero qui il Gesù, il Povero, viene accolto e onorato con premurosa e amorevole sollecitudine. Qui dona ai suoi amici di comprendere qual è la vera ricchezza.

In questo contesto di umanità totale, la lezione che Gesù ci da’ attraverso queste due sorelle, l’una l’emblema dell’efficienza, l’altra dell’ascolto, è quanto mai attuale.

Marta lo accoglie: è lei la padrona di casa, donna pratica, generosa, tutta disponibile al servizio di Gesù e dei suoi discepoli.

E però appare anche l’altra sorella, molto diversa.

Ma le due sorelle hanno in comune un tratto molto bello: la loro piena disponibilità, la loro premurosa attenzione nella quale esprimono il dono di se stesse.

Interrompendo quello che stava facendo, Maria rimane con Gesù, si pone ai suoi piedi e lo ascolta in silenzio, come dissetandosi a una fresca sorgente.

La sorella Marta si allontana per preparare tutto quello che l’ospitalità richiede.

Ci sembra di vederla tutta indaffarata aggirarsi per la casa.

È facile immaginare lo scompiglio che si è creato all’arrivo di ospiti senza preavviso.

Facilmente in questi casi ci si lascia prendere dall’agitazione.

Se almeno qualcuno la aiutasse… e ovviamente il pensiero va alla sorella che, tutta presa da Gesù è noncurante di tutto il resto.

Marta si fa avanti e manifesta apertamente la sua disapprovazione.

Marta senza saperlo, ci svela il motivo del perché è così agitata, ansiosa, occupata, preoccupata, sempre distolta dalle molte cose da fare.

Lo svela attraverso le parole che rivolge a  Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.

Marta apostrofa e giudica Gesù come uno al quale non importa nulla di ciò che accade nel momento presente.

Sembra dirgli “Almeno tu non trattenerla, tu che hai più buonsenso di lei, richiamala al suo dovere!”

Senza saperlo e senza accorgersene Marta pensa male di Gesù e, in Gesù, pensa male di Dio.

Pensare male di Dio non significa essere cattivi, ma significa orientare i pensieri a criticare e a giudicare Dio e quello che secondo noi è il suo operato e la sua volontà.

Pensare male di Dio, pensare che non si interessi a noi e a quello che ci accade, crea la reazione emotiva dell’ansia, della solitudine e dell’isolamento.

Marta, Marta”.. Gesù risponde a Marta con dolcissima e infinita pazienza, ma con altrettanta chiarezza, e le rivela che, attraverso questo modo di pensare, lei si è scelta per la vita la parte peggiore, il sistema che assicura infelicità, perenne preoccupazione e ansia.

Gesù non rimprovera a Marta la sua dedizione alle faccende di casa, ma le ricorda che la cosa più importante non è l’ospitalità che lei può offrire al maestro, ma l’accoglienza di cui lei stessa ha bisogno presso Gesù.

Maria ha intuito che la cosa più importante è accogliere lasciandosi accogliere.

Gesù vuol fare comprendere a Marta che quel modo di servire per quanto generoso, non le giova, anzi la porta lontano dal fine che ella stessa desidera.

Maria non è più buona di Marta, non è santa a priori, ma non pensa male di Gesù, non c’è nemmeno la lontana prospettiva che Gesù sia colpevole di qualcosa, non c’è il tentativo di piegarlo alla propria volontà, e questo la dispone in modo amante all’ascolto umile e sereno del Signore e di tutto quello che Lui ha da rivelare.

Quello che Marta fa è buono, ma se il risultato è l’affanno significa che qualcosa si è perso lungo la strada.

Quindi Gesù sembra dire a Marta: non dirò a Maria di venirti ad aiutare, ma dico a te di fermarti e di accogliermi nel tuo cuore.

Luca ci dice che l’anima di ogni missione, di ogni annuncio, del gesto carico del buon samaritano, non può che partire da questo incontro attraverso l’ascolto della Parola, attraverso la contemplazione del Mistero, attraverso l’incontro con il Maestro.

Per l’uomo è essenziale la parola di Gesù e soltanto Gesù.

Egli è venuto a rendere visita a Marta non per essere servito da lei, ma per colmarla della sua parola e della sua persona.

La figura di Maria è stata tradizionalmente interpretata come legittimazione della scelta, apparentemente folle, della clausura.

Non sarà tempo di far divenire questa Maria icona piuttosto di ogni credente e quindi di ciascuno di noi?

Lasciamoci provocare dunque da queste due donne, innanzi tutto Marta.

Ella si preoccupa e si agita per molte cose: è vittima di quella cattiva inquietudine alla quale oggi diamo nome di attivismo, o di ansia.

Marta è inquieta perché non comprende qual è l’unica cosa di cui c’è veramente bisogno.

E’ il gigantesco inganno prodotto dalla nostra società, che ci ha indotto a considerare necessario quel che è accessorio.

È la tragica legge del consumismo, a tutti i livelli:

  • materiale (considerare indispensabile quel certo bene, e per esso spendere tanto tempo ed energie),
  • professionale (ritenere ovvio star fuori tutto il giorno per lavoro).

L’inganno è tanto più tragico in quanto NON CI RENDIAMO CONTO che, tutto ciò per cui ci agitiamo, ci sarà tolto.

Casa, macchina, ricchezze, beni, la carriera, ecc.

Tutto è vanità… vanità delle vanità”,… TRANNE LA SUA PAROLA, che è l’UNICA COSA CHE RESTA (Mt 24,35).

Maria, invece, sta seduta: come chi ha trovato pace, casa, e sta ai piedi di Gesù: è il posto del peccatore che si pente ed è perdonato, il posto di ciascuno di noi. Ed ascolta la sua Parola: per diventare come Lui, il Maestro.

Mai dobbiamo dimenticare che NOI DIVENTIAMO LA PAROLA CHE ASCOLTIAMO.

Nel Vangelo di oggi scopriamo, quindi, uno strano mistero: chi ospita qualcuno, DA BENEFATTORE DIVENTA IL BENEFICATO, quando l’ospite è Gesù.

Dice un proverbio polacco “Il tuo ospite è Dio che è nella tua casa”.

Le due sorelle sono simboli della vita attiva e della vita contemplativa. Ma facciamo bene attenzione a non contrapporre queste due forme della vita cristiana, l’una all’altra, ma occorre vivere nel mondo, unendo insieme, lavoro e preghiera, vita attiva e contemplazione.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!