21 maggio 2024 MARTEDI’ 7^ SETTIMANA TEMPO P.A. – MARCO 9,30-37 “Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 9,30-37

+ In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi ci racconta il secondo annuncio della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.

E nel ricevere questo primo annunzio (Mc 8,27-38), i discepoli hanno paura.

Non capiscono la parola sulla croce, perché non sono capaci di capire né di accettare un Messia che si fa servo dei fratelli, perché essi continuano a sognare un Messia.

Con la confessione di Pietro «Tu sei il Cristo» si era aperto nell’orizzonte uno squarcio di luce, che Gesù aveva però subito colorato di tinte fosche assai poco gradite ai suoi uditori.

Il Messia, atteso da secoli, non cavalca l’onda del risentimento politico e non abbraccia le armi.

Si fa invece solidale con le persone schiacciate dai piedi dei potenti e verrà anche lui stritolato dal potere religioso e politico.

Tuttavia, annunciando la risurrezione, Gesù non manca di lasciar cadere una scintilla di luce nelle parole che preannunciano la sua fine.

Il Maestro si trova di nuovo solo con i suoi discepoli, lontano dalla folla.

D’ora in poi non apparirà più in pubblico e lascerà definitivamente la Galilea: l’arresto e la fine del Battista sono avvertimenti abbastanza chiari e Gesù se ne è reso conto.

Annuncia apertamente la sua morte.

Comprende che il suo destino va verso il supplizio, nella linea dei perseguitati per la fedeltà a Dio e per la giustizia.

Questo sobrio e drammatico annuncio riempie i discepoli di paura e di sconcerto.

Ma, mentre il Signore annunzia la sua Passione e la sua Morte, essi discutono su chi fra loro sia il più grande.

E mentre Gesù vuole servire, essi pensano solo a primeggiare.

Purtroppo l’ambizione li conduce ad autopromuoversi a fianco di Gesù.

Il potere deve essere usato non per salire e dominare, ma per scendere e servire. Ecco il punto su cui Gesù insiste maggiormente e di cui rende maggiore testimonianza (Mc 10,45; Mt 20,28; Gv 13,1-16).

Poveri discepoli… quanto hanno bisogno ancora di “camminare” spiritualmente per essere degni di chiamarsi discepoil.

Gesù parla loro di avvenimenti decisivi che riguardano la storia della salvezza e l’avvenire del mondo, ed essi non pensano che alla loro umana gloria, cercando di essere apprezzati e gratificati in vita.

Gesù parlava di risurrezione, di vita eterna, ed essi pensavano ad essere elogiati sulla terra.

La mentalità di competitività e di prestigio, che caratterizzava la società dell’Impero Romano, si stava già infiltrando nella piccola comunità che stava nascendo.

Ecco il contrasto, l’incoerenza: Gesù si preoccupa di essere il Messia Servo e loro solo pensano a chi è il più grande. Gesù cerca di scendere, loro di salire.

Secondo un antico detto libanese, direi che lui era in una valle ed essi in un’altra.

Ma Gesù li accetta come sono, perchè sa che bisogna andarci piano e insegna loro con pazienza come si fa con i bambini, partendo da immagini, da parabole, da esempi a loro familiari.

E mette in mezzo a loro un bambino.

Una persona che pensa solo a dominare, non presterebbe tanta attenzione ai piccoli e ai bambini.

Ma il Signore rovescia tutto e dice “…chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma Colui che mi ha mandato“.

E Lui, il Signore, il Maestro, si identifica con i piccoli e ci assicura che chi accoglie i piccoli NEL NOME DI GESÙ, accoglie Dio stesso!

Tutti sanno che un bambino ama senza riserve, senza calcolo, che è spontaneo e fiducioso, che si affida completamente alle braccia dei genitori e che non li cambierebbe per niente al mondo, che è attratto dal bello, e ciò che è meraviglioso gli sembra naturale.

Solo un giorno i discepoli capiranno che la vera grandezza consiste nel ridiventare piccoli, nel donare tutto agli altri, nel soffrire e nel morire per gli altri.

Non solo Cristo l’ha fatto per noi, ma, con lui, migliaia di cristiani hanno dato tutto fino alla loro vita.

È questo che fa la santità della Chiesa.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!