“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 8,31-42
+ In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel vangelo di oggi, continua la riflessione sul capitolo 8 di Giovanni.
Giovanni approfondisce il mistero di Dio che avvolge la persona di Gesù.
Sembra una ripetizione, perché ritorna sempre a parlare della stessa cosa.
Ma in realtà, ogni volta la approfondisce a un livello più profondo.
Oggi il vangelo affronta IL TEMA DELLA RELAZIONE DI GESÙ CON ABRAMO, IL PADRE DEL POPOLO DI DIO.
Il quarto Evangelista cerca di aiutare le comunità a capire come Gesù si colloca all’interno della storia del Popolo di Dio.
Ci ricorda che LA PAROLA di Gesù è in realtà LA PAROLA DI DIO.
PAROLE che comunicano la verità, perché fanno conoscere le cose come sono agli occhi di Dio e non agli occhi dei farisei.
E ci aiuta a percepire la differenza che c’è tra Gesù ed i giudei, ed anche tra i giudei e gli altri: tutti noi siamo figli e figlie di Abramo, quando camminiamo nella verità.
In quella verità che ci rende liberi, che ci porta a guardarci senza paura, senza timore, senza nascondere i nostri limiti e senza farli diventare dei minacciosi giganti che ci schiacciano.
La verità che ci è necessaria, dura tutta la vita, e serve per riconoscere i nostri difetti (congeniti, da mitigare) e i nostri peccati (quelli in cui mettiamo in gioco la nostra libertà).
La verità ci è necessaria nelle relazioni, e ci fa dire “sì” se è “sì”, e “no” se è “no”, senza falsi buonismi, senza mettere in campo tutti quei compromessi che ledono il vangelo e la dignità delle persone.
La verità, PARTICOLARMENTE SCONOSCIUTA IN QUESTO NOSTRO TEMPO, è necessaria per giudicare questo mondo ipocrita, che definisce L’ABORTO come “interruzione di gravidanza” e L’EUTANASIA come “dolce morte“.
Essere libero, nella verità, o essere schiavo del peccato e della menzogna, ecco il dilemma che ogni uomo deve affrontare.
Essere libero significa appartenere -nella verità- completamente a Dio, e fare la sua volontà, poiché egli desidera la nostra salvezza.
Essere libero compiendo il bene, significa fare ciò che piace a Dio.
Impariamo a perseverare nell’ascolto della PAROLA DI CRISTO, che è VIA, VERITA’ E VITA.
E, perseverare significa perdurare sempre, costantemente, significa credere anche a scapito della logica umana e delle convinzioni universali.
Ciò significa avere il coraggio di dare fiducia a Gesù, per rimanere sempre nella casa del Padre.
Nostro modello terreno deve essere Abramo, che ha mostrato di avere, in tutto, fiducia in Dio, e, per tutta la vita, non ha smesso di incamminarsi verso Dio.
E il Signore ha parole dure per i giudei.
Non per qualsiasi giudeo, ma, solo per quelli che abbracciarono la fede:
Gesù disse «…ai giudei che avevano creduto in Lui» (Gv 8,31).
Senza dubbio, questo dialogo di Gesù riflette l’inizio di quelle difficoltà causate dai primi cristiani giudaizzanti della Chiesa, nei suoi inizi.
Come erano discendenti di Abramo, per consanguineità, questi discepoli di Gesù si consideravano superiori, non solo alle moltitudini che vivevano lontani dalla fede, ma si consideravano superiori a qualunque discepolo non giudeo, anche se partecipasse della stessa fede.
E dicevano
- «…noi siamo discendenti di Abramo» (Gv 8,33);
- «Il padre nostro è Abramo» (v. 39);
- «Solo abbiamo un padre, Dio» (v. 41).
Nonostante fossero discepoli di Gesù, credo che Gesù non rappresentasse nulla per loro, in quanto non accresceva nulla a ciò che già possedevano.
Ma è precisamente proprio lì il grande errore loro.
I veri figli non sono i discendenti per consanguineità, ma gli eredi della promessa, cioè quelli che credono (Rom 9,6-8 “6 Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele, 7 né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza, 8 cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come discendenza sono considerati solo i figli della promessa”).
Senza la fede in Gesù, non è possibile che qualcuno raggiunga la promessa di Abramo.
Perciò, tra i discepoli, “…non ci sono giudei o greci; non ci sono schiavi o liberi; non ci sono uomini o donne”, perché tutti siamo fratelli per il battesimo (Gal 3,27-28 “27 poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”).
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!