05.03.2024 – MARTEDI’ 3′ SETTIMANA DI QUARESIMA B – MATTEO 18,21-35 “…servo malvagio…”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 18,21-35

+ In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

La parabola di oggi è esclusivamente matteana. E, se il nostro evangelista, come si ritiene, era un giudeo-cristiano che voleva rimanere strettamente legato alle proprie origini ebraiche, le parole di Gesù acquistano un significato veramente particolare per la paradossalità e la sproporzione della misericordia che viene insegnata.

Si badi bene, il giudaismo non è mai stato quella realtà “legalistica”, in senso dispregiativo, come spesso viene raffigurata, destinata per questo a finire e ad essere sostituita dalla Chiesa dei cristiani.

Quando Gesù rimproverava i farisei e i dottori per il loro rispetto esclusivamente formale della Legge, lo faceva come noi oggi ci esortiamo vicendevolmente a vivere il vangelo.

In questo contesto, ancora una volta, Gesù insiste sulla pratica del perdono che deve caratterizzare i suoi discepoli.

Il nostro perdono deve essere instancabile, ed è forse questo che ci costa di più.

Molto spesso, riusciamo a mala pena a perdonare nostro fratello o nostra sorella, facendo peraltro capire che non deve però farlo un’altra volta.

Ci risulta molto difficile perdonare sempre di nuovo, come se fosse la prima volta; ci risulta molto difficile avere abbastanza pazienza e abbastanza amore per guardare sempre con la stessa fiducia quella persona a cui bisogna perdonare due volte, dieci volte, mille volte una stessa cosa.

Il nostro cuore è fatto così: noi poniamo sempre limiti al nostro amore!

Fratelli e Sorelle, mettiamoci bene in testa che NON POSSIAMO VIVERE IN FORMA AUTENTICA IL CAMMINO QUARESIMALE DI CONVERSIONE SE NON CI METTIAMO DECISAMENTE DALLA PARTE DEL PERDONO.

E, questa parabola evangelica, ha la forza di scuoterci profondamente dentro, quando pensiamo al forte contrasto esistente davanti al perdono che riceviamo gratuitamente e continuamente da Dio, e la durezza del cuore che riserbiamo invece al fratello, quando si tratta di accordargli il nostro perdono.

L’amore di Dio, Nostro Padre, invece è infinito.

E il suo desiderio ardente è che noi, dal momento che riceviamo continuamente la sua misericordia, possiamo diventare a nostra volta “distributori di misericordia” nei confronti dei nostri fratelli.

E teniamo altresì a mente che le offese che siamo chiamati a perdonare loro, saranno sempre di poco conto, rispetto a quelle che Dio ci perdona senza contarcele.

Cerchiamo di capire anche la domanda che Pietro pone al Signore.

Per prima cosa dobbiamo contestualizzare l’insegnamento di Gesù, CHE HA CERCATO DI FAR COMPRENDERE QUANTO OGNI CREDENTE SIA PREZIOSO A DIO, e quindi, tale dovrebbe esserlo anche per noi.

E, nei vv.15-18, spiega come agire quando un fratello pecca contro di noi.

E ci isegna che il nostro scopo non deve essere quello di riuscire ad ottenere i nostri diritti, MA DI GUADAGNARE IL FRATELLO.

Pietro aveva capito che bisogna perdonare gli altri che peccano contro di noi, ma questo gli sembrava un insegnamento troppo pesante, per cui domanda a Gesù:

“…Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?” (Mat 18,21)

Il povero Pietro voleva sapere fino a quante volte bisognava perdonare un fratello.

CERCAVA UN LIMITE, IN MODO DA POTER SEGUIRE LA REGOLA PRECISAMENTE, PER POTERSI COSÌ SENTIRE A POSTO.

Io credo che, se consideriamo attentamente l’atteggiamento di Pietro, possiamo immediatamente immedesimarci in lui.

L’ERRORE DI PIETRO STA NEL FATTO CHE NON CERCAVA MINIMAMENTE IL BENE DEL SUO FRATELLO, MA AI LIMITI DEL PROPRIO DOVERE.

Stava pensando ai suoi diritti.

È come se avesse detto al Signore “…fino a quando, o Gesù, devo sopportare un fratello che mi dà tanto fastidio, che ha peccato contro di me?”

È ovvio che Pietro non stava considerando il fratello come prezioso, e quindi, non aveva ancora capito l’insegnamento di Gesù in cui Egli mostra quanto ogni credente sia prezioso a Dio, e quindi quanto dovrebbe essere prezioso anche a noi.

Come ho detto, Pietro stava solo cercando di capire la regola, in modo da sentirsi a posto una volta adempiuta.

Per capire meglio questa domanda di Pietro, ricordiamo che Gesù, Pietro e tutti gli altri discepoli erano Giudei.

I GIUDEI IN QUEL TEMPO INSEGNAVANO CHE UNO DOVEVA PERDONARE UN SUO FRATELLO FINO A TRE VOLTE.

E, nella tradizione giudaica è costante l’insegnamento sul perdono (si veda, ad esempio, un testo del II secolo a.C., chiamato “il Testamento di Gad”, VI,3, dove si dice “Amatevi gli uni gli altri di cuore, e se uno pecca contro di te, parlagli di pace, senza nascondere inganno dentro di te; se poi si pente e confessa, perdonagli”), è anche vero che nel TALMUD i rabbini stabiliscono che per lo stesso peccato, si deve perdonare un numero limitato di volte -tre-, come a dire, “pure la pazienza ha un limite”.

Allora, Pietro, avendo capito qualcosa dall’insegnamento di Gesù, PUR DI SENTIRSI SICURO, raddoppiò quel numero, e poi aggiunse ancora una volta: e così chiese se avrebbe dovuto perdonare un suo fratello fino a sette volte.

Probabilmente Pietro immaginava che Gesù lo avrebbe visto estremamente pieno di bontà per aver detto sette volte, e si aspettava una parola di approvazione per la sua grande generosità.

INVECE, LA RISPOSTA DI GESÙ FU UN INSEGNAMENTO INASPETTATO ED INCREDIBILE: fino a 70 volte 7.

Matematicamente, settanta volte sette, equivale a 490 volte, ma in realtà, è solo un modo di dire che significa PERDONARE SENZA CONTARE.

Dobbiamo perdonare finché c’è bisogno.

E questo ci fa capire, ancora una volta, che le vie del Signore sono infinitamente al di sopra delle vie dell’uomo.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!