18.01.2024 – GIOVEDI’ 2′ SETTIMANA P.A. B – MARCO 3,7-12 “Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!»”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 3,7-12
+ In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo della Messa di oggi ci mostra la geografia estesa della crescente influenza di Gesù: i confini segnati dalla Galilea a nord e dalla Giudea a sud traboccano, e la notizia della sua predicazione e del suo potere curativo si estende ormai più a nord (Tiro e Sidone), più a sud (Idumea) e persino oltre il Giordano.
Fratelli e Sorelle, noi sappiamo bene che il Vangelo non ha confini, e niente può incatenarlo.
E i cuori di quelle persone, ma anche i nostri cuori, aspettano quel vangelo, come un viaggiatore assetato attende l’acqua nel deserto, perché è una potente parola di speranza, che porta la pienezza della vita.
E, in questo contesto geografico, il Vangelo dice, che fiumi di folla, vanno da Gesù “…sentendo quanto faceva”.
E Gesù è ricercato quindi dalle folle di tutta la Palestina e oltre e tutti parlano di lui come del grande e infallibile taumaturgo.
E la gente affronta interminabili viaggi pur di incontrarlo e lui accoglie tutti con tenerezza e premura.
Purtroppo la notizia dei miracoli che egli ha compiuto corre veloce e non è spinta dal desiderio di ascoltare LA PAROLA ma dalla speranza di essere guarita.
Questa gente vede in Gesù l’unica possibilità per vincere il male. È una scena commovente.
Ma essi non comprendono che Gesù non è venuto per guarire le malattie che consumano il corpo, ma per annunciare LA PAROLA che apre l’uomo alla GRAZIA, e gli permette di ritrovare UNA NUOVA COMUNIONE CON DIO.
Ma la moltitudine quasi soffoca il Signore, che è costretto a chiedere ai suoi di tenergli pronta una barca, per non essere schiacciato dalla folla.
L’attrattiva che Gesù esercita è incontenibile.
Anche nel nostro mondo così secolarizzato e così apparentemente allenato a fare a meno di Dio, non si può rimanere indifferenti a Cristo.
Interi regimi e culture ideologizzate hanno tentato di estirpare l’attrazione che Cristo esercita sul cuore dell’uomo, ma non ci sono riusciti.
Per poter ascoltare e guarire anche noi dobbiamo porre delle distanze, non solo per lasciarci travolgere dalle emozioni che ci capitano, soprattutto quando ne siamo travolti emotivamente e i nostri pensieri diventano ossessivi, ma anche per conservare uno spazio per poter giudicare le situazioni con maggiore obiettività.
Allora dobbiamo staccarci da riva, avere una visione d’insieme, vedere le cose da distante, magari facendoci aiutare da qualcuno che può darci un buon consiglio.
Ma entriamo insieme, in punta di piedi, nella scena che oggi Marco ci descrive: Gesù è sulle rive del lago dove può esercitare il ministero nella più grande libertà.
Fratelli e Sorelle, la paura di restare schiacciato ha la sua ragion d’essere, vista la numerosa folla che lo assedia.
Le azioni della folla tesa verso Gesù vengono indicate con due verbi minacciosi:
- “thlibō”, “schiacciare” (v. 9)
- e “epipiptō”, “buttarsi addosso”(v. 10).
Ma, il verbo “thlíbō”, in greco, indica una persona angosciata, stretta in un angolo, schiacciata dagli eventi.
Nelle lettere paoline questo verbo indica l’essere tribolati (2Cor 1,6 e 4,8; 7,5).
In effetti Gesù è angosciato a causa del dolore delle folle che lo interpellano.
Il Signore è tribolato perché vorrebbe che quella folla lo riconoscesse Signore e soprattutto lo cercasse per ciò che è e non per ciò che dà.
È triste perché si sente un distributore automatico di miracoli e guarigioni MENTRE EGLI È IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE IN GRADO DI RINNOVARE NON SOLO IL CORPO, MA IL CUORE E IL MONDO INTERO.
Ma, anche se minacciato, schiacciato, cercato da tante mani che lo vogliono toccare, Gesù resta saldo e fermo in questo mare di folla.
Perchè ha la certezza di essere FIGLIO DI DIO, come ho già detto, ed è quello che gli spiriti impuri gli confermano.
Gesù non teme, perchè il Padre, suo e Nostro, è con Lui.
E l’Evangelista Marco lo confermerà, al capitolo 4, nel momento in cui Gesù dirà al mare “Taci, calmati!” (Mc 4,39) e il mare obbedirà.
Di fronte a questo avvenimento i discepoli diranno “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?” (Mc 4,41): È IL FIGLIO DI DIO.
Anche noi possiamo cantare assieme a questa folla il salmo 46,8:
- “Il Signore dell’universo è sempre con noi, il nostro rifugio è il Dio di Giacobbe!”
Di conseguenza, la barca, quindi, non è una via di fuga, MA È L’ICONA DELLA RESPONSABILITÀ.
A Gesù non serve per allontanarsi da questa gente, ma per continuare questa sua missione, tra questa gente.
Gesù non abbandona nessuno, ma certamente, non può restare confinato nel perimetro ristretto delle attese della gente, perchè è venuto per aprire orizzonti ben più grandi, di quel pur legittimo benessere, che tutti cerchiamo.
E la barca è la Chiesa, alla quale Gesù ha lasciato il compito di continuare a prendersi cura delle folle bisognose e sofferenti, con lo specifico compito di annunciare loro il messaggio di salvezza affinchè, ognuno, possa realizzare il passaggio essenziale da membro della folla a discepolo.
È questo lo specifico ministero della Chiesa. Possiamo e dobbiamo rispondere alle molteplici necessità materiali ma, senza MAI dimenticare, CHE SOLO L’INCONTRO CON GESÙ PUÒ LIBERARE L’UOMO DALLE CATENE DEL MALE.
Fratelli e Sorelle, oggi chiediamo LA GRAZIA DI ASCOLTARE CON FEDE, LA PAROLA DI CRISTO, E DI TOCCARE, CON LA STESSA FEDE, IL CORPO DI GESÙ, per ricevere, NELLA NOSTRA ANIMA, quella vita che non ha fine.
Perchè LUI E’ IL DIVINO TIMONIERE DELLA NOSTRA VITA.
Fratelli e Sorelle, certamente dobbiamo ricordarcelo sempre, MA SOPRATTUTTO QUANDO IL NOSTRO PECCARE, CI FA NAUFRAGARE TRA I FLUTTI DELLE ACQUE DELLA MISERIA UMANA.
Recita infatti una vecchia omelia, attribuita a San Macario, Vescovo di Gerusalemme (3’ secolo). A lui si attribuisce un ruolo importante nella stesura del SIMBOLO NICENO, primo nucleo del nostro CREDO.
ERA VESCOVO DI GERUSALEMME QUANDO FU RISCOPERTO IL SANTO SEPOLCRO E QUANDO SANT’ELENA RITROVÒ LA CROCE DI CRISTO.
E, con l’aiuto della GRAZIA, fu decisivo nell’identificarla.
San Macario, in merito al tesrto evangelico odierno, scrisse:
- “Guai alla nave senza timoniere! Sbattuta dai morosi e travolta dalle tempeste, andrà in rovina. Guai all’anima che non ha in sé il vero timoniere, Cristo! Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli effetti malsani, come da un uragano invernale, andrà miseramente in rovina”. Guai all’uomo che perde Dio, perde sé stesso!
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!