6 Ottobre 2024 domenica 27’ p.a. B – MARCO 10,2-16 “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 10,2-16

+ In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore

Mediti…AMO

Nel contesto della manifestazione del Figlio dell’uomo e dopo il secondo annuncio della passione, Marco espone -come complemento catechetico- l’insegnamento sulla indissolubilità del matrimonio, e i comportamenti richiesti per fare parte del regno di Dio.

Gesù è in cammino: lasciata la Galilea a nord, si dirige verso la Giudea a sud, oltre il fiume Giordano, e una grande folla lo seguiva.

La presenza di Gesù suscita sempre entusiasmo e fa sempre accorrere una moltitudine per ascoltare i suoi insegnamenti, ma tra gli uditori si infiltrano anche sempre quei farisei che, lungi dal voler beneficiare del suo insegnamento, vogliono solo fargli domande-trabocchetto nel tentativo di coglierlo in fallo.

Stavolta scelgono il tema del divorzio, ma il Signore, nel testo odierno, espone con autorità messianica, al popolo, l’indissolubilità del matrimonio, come principio universale.

Marco non entra nelle discussioni dei rabbini sulla legislazione del divorzio, ma coglie con fedeltà le parole di Gesù, rivolgendosi alla comunità di gentili, e andando al di là del mondo giudaico, ricorre alla Genesi (Gen 1,27 e 2,24): nell’unione indissolubile del matrimonio brillano, folgoranti, l’immagine e la somiglianza poste da Dio nell’uomo e nella donna.

Alla provocazione dei farisei, Gesù disse loro “…per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma, ma all’inizio non era così. L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto“.

Ecco qual’è l’obiettivo mirato da Gesù, NON LA LEGGE CHE NON DISDICE E NEANCHE NEGA.

Il Maestro va oltre il cuore dei suoi interlocutori, tanto che parla della durezza del LORO CUORE, NON DEL CUORE DEI LORO ANTENATI, CHE VIVEVANO AI TEMPI DI MOSÈ.

E li smaschera nei loro meschini tentativi di coglierlo in fallo. Sono loro, quindi, che sono stati colti in flagrante durezza di cuore.

AMARAMENTE DOBBIAMO CONSTATARE CHE DAI TEMPI DI MOSÈ A QUELLI DI GESÙ, SONO PASSATI PIÙ DI MILLE ANNI, MA IL CUORE DELL’UOMO È SEMPRE LO STESSO, CIOÈ È SEMPRE DURO.

E anche il Signore Gesù non può che constatarlo amaramente, ma grazie a Dio, però, c’è anche l’UMILTA’ DELL’ESSERE UMANO IN GENERE.

Nella seconda parte del brano del Vangelo ci vengono presentati i bambini che corrono incontro a Gesù e che vengono allontanati dai discepoli affinché non lo disturbassero.

I bambini, come le donne, le vedove e i malati, in quel tempo contavano ben poco e tanto meno si pensava che il regno fosse riservato a loro.

Ma Gesù rivoluziona tutto, ne prende in braccio uno, lo coccola e dice la frase nota “…Chi non diventerà come questi bambini non entrerà nel Regno dei cieli“, infatti proprio i bambini, i poveri, i mansueti, avranno un posto eminente del Regno.

I bambini come modelli da imitare non a causa dell’innocenza o dell’ingenuità che spesso si attribuisce a loro, ma perché lo accolgono e vengono a Lui in tutta semplicità e fiducia, senza secondi fini.

La logica del regno è sempre la stessa “se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.

Se riuscissimo a mettere insieme umiltà e accoglienza di un bambino sarebbe un’ottima cosa.

Meglio sarebbe l’Umiltà nell’accoglienza. Il che significa mettersi al servizio del regno, con umiltà, e con la gioia di servire, perché un giorno è entrato Dio nella nostra vita.

Servire con umiltà significa certamente essere pronti a perdonare, fermi nel dettare regole, ma usando la dolcezza di chi si sente piccolo piccolo dinanzi ai fratelli.

Ma il Signore Gesù spiega, anche, e chiarisce la volontà del Creatore.

L’atteggiamento di Gesù con i bambini fa trasparire la fiducia con la quale bisogna ricevere Dio come “Papà”, ed accogliere con gioia anche la protezione e la sicurezza della paternità divina, che ne discende.

Alcune tradizioni patristiche hanno scoperto nell’atteggiamento di Gesù con i bambini un’allusione implicita al battesimo dei bambini.

Una ultima riflessione Fratelli e Sorelle mie.

All’inizio Dio aveva impresso la legge naturale nel cuore dell’uomo, per cui questi sapeva benissimo, senza leggerlo da nessuna parte, che tradire, rubare e mentire, è un male.

Ma poi, visto che questo cuore tendeva, per chissà quali imperscrutabili motivi, ad indurirsi sempre più, questa legge dovette scriverla su tavole di pietra, per ricordare all’uomo ciò che prima gli aveva scritto nel cuore.

Ma questo analfabetismo del cuore dilaga ancora duemila anni dopo, e se l’uomo non vuol più far riferimento a Dio, questo cuore, lo vediamo, diventa più duro delle tavole di pietra.

Dobbiamo urgentemente ricentrarci su Dio se vogliamo recuperare l’amore tra di noi, perché è indiscutibile, come dice il Signore, che “…senza di me non potete fare nulla“.

E’ pura illusione credere di poter stabilire una morale autonoma – come vorrebbe la mentalità dominante – indipendente dai dieci comandamenti.

PERCHE’ COSI’ FACENDO, DIMENTICHIAMO CHE, SE ELIMINIAMO DIO DAL CUORE, QUESTO DIVENTA VERSO IL PROSSIMO, PIÙ DURO DELLE TAVOLE DI PIETRA.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

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Sia Lodato Gesù, il Cristo!