5 ottobre 2024 sabato 26’ settimana p.a.  B – LUCA 10,17-24 “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 10,17-24

+ In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

Mediti…AMO

In precedenza Gesù aveva inviato 72 discepoli, ora essi tornano e raccontano con gioia quanto hanno fatto NEL SUO NOME.

Si può constatare che il successo della missione è dovuto all’esperienza della superiorità o meglio supremazia DEL NOME DI GESÙ, rispetto alle potenze del male.

Il Vangelo è una “buona notizia”, per questo è fonte di gioia.

E questa gioia È L’IRROMPERE DI DIO NELLA STORIA DEGLI UOMINI.

E la gioia deve essere la nostra carta d’identità, intimamente legata all’esperienza di fede (Gal 5,22 “22 Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, 23mitezza, dominio di sé. Contro tali cose non c’è legge”).

La gioia dei discepoli nasce dal vivere il successo apostolico “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”.

In queste parole c’è molto entusiasmo ma anche tanta ingenuità.

Ma, grazie a Dio, c’è anche la certezza, che l’esito positivo della mission,e non dipende dalle proprie capacità, ma risiede NEL NOME DI GESÙ, grazie al quale, essi hanno vinto il maligno.

Una verità antica che oggi rischiamo di dimenticare.

La nostra epoca, figlia dell’illuminismo, pensa di combattere il male con la forza della ragione.

Un’ingenua e pericolosa utopia che talvolta si fa spazio anche nella vita ecclesiale.

La salvezza è nelle mani di Dio, e noi siamo chiamati a collaborare con Lui, attraverso la preghiera, l’annuncio e la carità.

Solo Gesù può sconfiggere il male e solo Lui dona il potere di vincerlo.

Ed è per questo che il Signore li mette in guardia contro la facile tentazione di vanità e di orgoglio, proveniente dal successo nella missione, che Gesù aveva loro affidato.

Mi piace questa gioia dei 72, che “tornarono pieni di gioia”.

Non è una contentezza effimera, perchè si affianca alla sconfitta dei demoni.

E la gioia è grande perché il Signore ci ha salvati, ma è anche ardua, più della carità.

Per questo madre Teresa diceva alle sue suore, che non basta fare il bene, ma bisogna farlo con gioia.

Tuttavia, il motivo della gioia, non sta nella certezza di uscirne indenni dallo scontro con le forze del male, MA DALL’ESSERE AMATI DA DIO.

L’espressione di Gesù, «i vostri nomi sono scritti in cielo» ci dice che l’essere presenti nel cuore di Dio, ci garantisce la continuità della nostra vita nella dimensione dell’eternità.

Il successo della missione dei discepoli, conseguenza della disfatta di Satana, perviene dalla benevolenza del Padre: IL SUCCESSO DELLA PAROLA DI GRAZIA, NELLA MISSIONE DEI SETTANTADUE, VISSUTA COME DISEGNO DEL PADRE E NELLA COMUNIONE ALLA RESURREZIONE DEL FIGLIO, è fin d’ora, svelamento della benevolenza del Padre.

Gesù Maestro insegna ai discepoli che, la vera ragione della gioia e della pace è che i LORO NOMI SONO CUSTODITI DA DIO.

Infatti dice loro «…rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

La missione apre agli inviati la possibilità di scoprire che la loro vita è custodita nel cielo.

Scoprono che la ragione della loro gioia e della loro pace non sono i propri successi (pastorali), bensì l’amore di Dio Padre che li precede.

Infatti, Fratelli e Sorelle, la gioia più vera si incontra quando uno sa di essere di qualcuno, quando si sente addosso un’appartenenza, un segno di predilezione, di scelta.

L’amore di Dio non è il semplice potere sulle forze del male, è il potere dell’amore che ci fa sentire davvero ONNIPOTENTI PER GRAZIA.

Quando una persona è amata, sente di potere tutto.

Quando uno è amato, sente di poter anche perdere o fallire, senza che questo lo scalfisca più di tanto.

È ciò che ci insegna santa Teresa di Lisieux.

La sua “piccola via” è la consapevolezza che più siamo piccoli, più siamo nelle braccia di Dio.

E più siamo nelle sue braccia, più possiamo tutto da lì.

È la potenza dell’amore, di chi si sa amato.

LA MISSIONE DIVENTA QUINDI UNO SPAZIO PER LO SVELAMENTO DEL VOLERE DI DIO NEL TEMPO UMANO.

Tale esperienza è trasmessa da Luca, in un contesto di preghiera, che mostra la reazione verso il cielo «io ti rendo grazie».

Molti di quelli che hanno continuato – e continuano tuttora – la missione di Gesù in tutti questi secoli, hanno incontrato e incontrano, nell’esercitare l’autorità divina presso i fedeli, le stesse difficoltà e le stesse tentazioni.

Ecco perché Dio manda dei santi: per ricordare alla sua Chiesa i veri valori evangelici.

Nel Medio Evo, per esempio, quando la Chiesa fu fortemente tentata dal potere temporale e dalla ricchezza, Dio mandò san Francesco d’Assisi, che ebbe, come pochi altri, il privilegio della rivelazione dei segreti del regno di Dio, e il cui nome è scritto in cielo.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!