31 agosto 2024 SABATO 21’ SETTIMANA P.A. B – MATTEO 25,14-30 “Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 25,14-30

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il vangelo di oggi ci narra la parabola dei talenti, tra le più famose e più citate del Vangelo, che è situata tra altre due parabole:

  • la parabola delle Dieci Vergini (Mt 25,1-13)
  • e la parabola del Giudizio Finale (Mt 25,31-46).

Le tre parabole, insieme, chiariscono ed orientano le persone sulla venuta del Regno di Dio.

  • La parabola delle Dieci Vergini insiste sulla vigilanza: il Regno può arrivare in qualsiasi momento.
  • Mentre la parabola del Giudizio Finale dice che per possedere il Regno bisogna accogliere i piccoli.
  • La parabola dei Talenti orienta su come fare per far crescere il Regno, e ci racconta dei doni o carismi che le persone ricevono da Dio.

Ogni persona ha delle qualità, sa qualcosa che può insegnare agli altri. Nessuno è solo alunno, nessuno è solo professore. Impariamo gli uni dagli altri.

Ma ci occorre una chiave per capire la parabola.

Una delle cose che più influisce nella vita della gente, È L’IDEA CHE CI FACCIAMO DI DIO.

Tra i giudei della linea dei farisei, alcuni immaginavano che Dio fosse un giudice severo, che trattava alle persone secondo il merito conquistato dalle osservanze.

Ciò produceva paura ed impediva alle persone di crescere ma soprattutto impediva che si aprissero uno spazio dentro di sé, per accogliere la nuova esperienza di Dio che Gesù comunicava.

Per aiutare queste persone, Matteo racconta la parabola dei talenti.

Cerchiamo di capire bene. Dio mi ha concesso la vita, e con la vita, che è un dono, mi ha assegnato un compito: il bene mi è semplicemente affidato, bene di cui sono personalmente responsabile.

Il primo dei beni che ho davanti a me, sono io stesso.

Non tutti riceviamo gli stessi doni nella vita.

C’è chi nasce con una dote, chi con un’altra, chi ne ha diverse e chi ne ha poche, ma a tutti il buon Dio fornisce qualcosa che possiamo mettere a frutto, inserisce dentro noi un semino che potrà diventare un albero, ma dipende da noi, dalla nostra voglia di metterci in gioco.

Ma dobbiamo ricordarci che non siamo noi i padroni di questo semino, ma esso ci è stato concesso da Dio, ed a Lui, della sua fruttificazione, dobbiamo renderne rendere conto, al termine della nostra vita.

Purtroppo tantissimi non credono alla vita, come non credono al compito che Dio ha loro assegnato, e sotterrano così il loro talento, la loro vita, NELLA SABBIA DI UN EGOISMO PRUDENTE E INOPEROSO.

Per loro vivere è aspettare la vita, e Dio non può far altro che condannarli.

Altri, più audaci, fanno saggiamente crescere, da questo semino, uno stupendo ALBERO DA FRUTTO, perché produca molti doni per il Regno di Dio, e scoprono la loro vocazione, cioè il bene che Dio dà da compiere.

Abbiamo dei talenti da far fruttificare, questo ci dice il Signore.

Talenti che non sono solo le capacità personali, ma anche la scoperta dei grandi doni che il Maestro ha lasciato alla sua Chiesa: L’EUCARESTIA, LA PAROLA, LA COMUNITÀ…

PURTROPPO SONO TROPPE LE PERSONE CHE NON CREDONO IN SE STESSE, PERCHÉ HANNO SOTTERRATO I LORO TALENTI.

Soltanto la fede nel Dio vivente ridà all’uomo la FEDE nella vita, poiché questa FEDE non è nient’altro che la FEDE nel bene che Dio mi ha dato da compiere, e che spesso si dimentica.

Con questa parabola Gesù desidera portarci fuori dalla logica paranoide e paritaria del “TANTO-QUANTO”, per farci entrare nella prospettiva della fiducia e dell’amore senza calcoli e senza paura.

Non c’è timore nell’amore, perché nell’amore si può rischiare, POICHÈ NELL’AMORE C’È LA FIDUCIA DEL PERDONO.

E forse anche per questo c’è molto meno rischio di sbagliare.

Mai dobbiamo dimenticare, Fratelli e Sorelle, che DOV’È CREATIVITÀ E AMORE, LÌ C’È DIO.

Questa è la buona notizia di oggi, che ci fa scoprire che ogni uomo ha valore, che ogni uomo porta in sé un tesoro, che ogni persona nasce con un compito da realizzare, lasciando fiorire e maturare in sé i semi che Dio ha piantato a piene mani.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!